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"disastro economico che pagheranno cittadini con tari"

Digestore, comitati e associazioni chiedono incontro a Piana e Giampedrone: “Siete ancora in tempo per onorevole marcia indietro”

Presentazione Biodigestore
Presentazione biodigestore, marzo 2024

“Abbiamo letto le vostre esternazioni di giubilo per i dati della raccolta differenziata 2023. Esultate per un modestissimo incremento dell’1,71 per cento rispetto all’anno precedente. La nostra regione è ancora ben lontana da quel 65%, che è l’obiettivo minimo di legge dal 2006. Chi tiene su la baracca sono due province: La Spezia, col suo 76,21%, e Savona. Sono le province più penalizzate dal Piano regionale dei rifiuti, che concentra lì la quasi totalità degli
impianti di trattamento”. Si apre così una lettera rivolta dai comitati Sarzana, che botta (con Carlo Ruocco), No biodigestore Saliceti (Demetrio Macheda) e Acqua Bene Comune (Fabrizia Giannini) e dalle associazioni Cittadinanzattiva (Rino Tortorelli) e Italia nostra (Luca Cerretti) al presidente ad intermi della Regione Liguria, Alessandro Piana, e all’assessore regionale al Ciclo dei rifiuti, Giacomo Giampedrone.

“L’assessore Giampedrone – si legge ancora nella missiva – afferma che il risultato è reso possibile grazie al lavoro «portato avanti assieme alle amministrazioni comunali con il fondamentale supporto dei cittadini». Assessore, di quali amministrazioni comunali parla? Di quelle di Vezzano Ligure e Santo Stefano Magra, alle quali – senza ascoltarle – avete imposto la volontà di Iren di costruire un biodigestore sproporzionato rispetto alle esigenze del territorio? Con la collaborazione di quali cittadini? Quelli di Savona che già soffrono per i miasmi del biodigestore Ferrania di Iren? O quelli della Val di Magra, destinati alla stessa sorte?”. Gli attivisti proseguono accusando i vertici regionali di comunicare “come un grande risultato «traguardare la chiusura del ciclo per assicurare l’autosufficienza della nostra regione nella gestione dei rifiuti». Fa il paio con l’altra bestemmia che avete raccontato in questi anni: l’alternativa al biodigestore sarebbe la discarica, quando anche i bambini sanno che i rifiuti organici – per legge – non possono finire in discarica”. E per quanto riguarda l’autosufficienza, “avete individuato gli impianti minimi, tra cui Saliceti – aggiungono -. E’ un altro regalo a Iren. Per legge voi dovreste garantire un trattamento dei rifiuti urbani efficiente e meno costoso per i cittadini, quei cittadini che a parole ringraziate, ma che nei fatti penalizzate, mungendoli con una Tari sempre in aumento. I rifiuti organici possono circolare liberamente su tutto il territorio nazionale. I Comuni dovrebbero essere liberi di smaltire i loro rifiuti organici al miglior offerente”.

“In Italia, soprattutto nelle regioni del Nord, ci sono impianti di trattamento dell’organico che offrono tariffe medie da 50 euro a tonnellata. Nel Piano economico del biodigestore di Saliceti la tariffa di conferimento a carico dei comuni è prevista in 110 euro a tonnellata”, scrivono ancora comitati e associazioni, per i quali il biodigestore di Saliceti, oltre, sostengono, ha poter comportare “rischi ambientali”, altresì “non è economicamente efficiente – si legge nella lettera -: ha un costo d’investimento doppio rispetto alla media di mercato. A meno che i 70 milioni d’investimento, di cui ha parlato l’ex ad Signorini, non nasconda una capacità di 120mila tonnellate. Ma allora saremo alla follia: la regione Lombardia ormai ha più impianti per trattamento della Forsu che quantità di rifiuto organico da smaltire. Per questo il costo di trattamento in Italia sul libero mercato, senza lacciuoli pubblici, tende a scendere addirittura a 30-40 euro a tonnellata”.
Comitati e associazioni concludono spiegando di voler “denunciare, dati alla mano, che Saliceti è un disastro economico, che pagheranno i cittadini con la Tari” e formulando una richiesta agli amministratori: “Volete davvero ascoltare i cittadini? Vi chiediamo un incontro – scrivono -, anche con la direttrice della nuova agenzia regionale. Siete ancora in tempo per un’onorevole, democratica, marcia indietro, senza perseverare in trionfalismi fuori luogo. Rimaniamo in attesa di una democratica risposta, che in passato è sempre mancata”.

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