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Da un lato i limiti di legge, dall'altro la sensibilizzazione verso il problema dell'inquinamento

Balneazione e inquinamento dei corsi d’acqua, le differenze tra il lavoro di Arpal e la campagna di Legambiente

La situazione della balneabiltà sulle coste il 3 luglio 2024

I risultati dei campionamenti della campagna Goletta Verde 2024 di Legambiente restituiscono un quadro tutt’altro che idilliaco alle foci dei due corsi d’acqua delle Cinque Terre presi in esame. Ma la fotografia della situazione non deve essere sovrapposta o confusa con quella relativa alla balneabilità riprodotta costantemente da Arpal. Anche se in entrambi i casi si prelevano campioni d’acqua e li si analizzano in laboratorio, i punti di campionamento e gli scopi dell’attività sono differenti.
Legambiente, come è stato spiegato anche nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati della campagna ligure, svolge un’azione di stimolo nei confronti degli enti locali per migliorare situazioni di criticità, riconoscendo peraltro il ruolo ufficiale di Arpal per quel che concerne lo status di acque balneabili o non balneabili lungo le coste. Goletta Verde, infatti, prende spesso in considerazione la qualità delle acque alla foce di fiumi e torrenti, anche laddove già esista il divieto di balneazione, con lo scopo di sensibilizzare rispetto al loro grado di inquinamento, anche in considerazione del fatto che le sostanze che si trovano nei corsi d’acqua finiscono poi per riversarsi in mare.
Diverso è il ruolo di Arpal, che analizza i campioni di acqua di mare in prossimità dei punti che possono essere più critici (proprio come le foci fluviali) verificandone il rispetto dei limiti di legge in relazione alla tutela della salute.

“Monitoriamo 381 punti lungo tutta la costa ligure – spiega a CDS Davide D’Arena, responsabile regionale di Arpal per il coordinamento delle attività inerenti la balneazione – e in pratica abbiamo un punto di campionamento ogni chilometro. Come da indicazione della Regione raccogliamo i campioni una volta al mese e li analizziamo in laboratori accreditati. La visione di Goletta Verde è differente prendendo in considerazione gli sbocchi a mare di fiumi e torrenti, che sono effettivamente zone critiche, ma spesso non balneabili. Certo, gli eventuali problemi di sversamenti o inquinamento non nascono da soli, ma provengono dai corsi d’acqua, però bisogna tenere anche in considerazione la dispersione delle sostanze che avviene una volta arrivati in mare. Nel Mar Ligure, per la composizione chimica, la salinità e le coste con fondali ripidi e profondi, anche a fronte di valori elevati alla foce di fiumi o torrenti, si ha una diluizione molto cospicua, che porta a dati che rientrano nei limiti imposti dalla legge per garantire la salute pubblica”.

E’ il caso della baia di Monterosso, dove Goletta Verde ha registrato come “fortemente inquinato” il campione prelevato nel torrente Balanello, che scorre sotto il centro storico e sfocia nei pressi del Molo dei pescatori, dove, come in ogni luogo in cui c’è attività nautica, vige il divieto di balneazione. A poche centinaia di metri, invece, nel punto di campionamento Arpal “Spiaggia capoluogo” le analisi hanno dato esito “conforme”.
La fotografia della situazione relativa alla balneabilità, redatta da Arpal, si può consultare nella sezione dedicata del sito in cui oggi nel territorio provinciale compaiono come non balenabili solamente due punti, in corrispondenza dell’abitato di Vernazza e di quello di Corniglia.
“Si tratta di situazioni note, dove insistono problematiche di tipo strutturale relative alle condotte fognarie che nel periodo estivo manifestano tutta la loro fragilità con l’aumentare dell’utenza. Già da metà maggio, infatti, il sindaco di Vernazza ha emesso due ordinanze preventive che impongono il divieto di balneazione. In tutti gli altri casi, qualora dalle analisi emergessero valori non conformi alla legge, Arpal avvisa le amministrazioni comunali tramite Pec e tramite un sistema di messaggistica così da consentire di intervenire quanto prima con l’emissione di ordinanze ad hoc. Dopo che il problema (spesso si tratta di sversamenti) è stato individuato e risolto i nostri tecnici ritornano sul posto per un nuovo campionamento – conclude D’Arena – e comunicano al Comune gli esiti per i provvedimenti del caso”.

 

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