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Questo venerdì

Armigeri, musici, mestieri, i costumi salvati dall’alluvione: per una sera Monterosso torna al Duecento

Lillo Vai
Lillo Vai

Udite, udite: Monterosso rivendica e rievoca il suo passato duecentesco. Questo venerdì 5 luglio dalle 17 avrà inizio nel borgo marinaro la lunga Notte medievale (QUA il programma).

“Quando una trentina di anni fa, affascinato dallo studio della storia, andai da Don Bo’, indimenticato prete del paese nonché storico ufficiale del Vaticano, a chiedere se tra le cronache vi fosse un qualche fatto eclatante avvenuto a Monterosso, mi rispose che forse tra gli episodi degni di nota si potevano annotare poche cose, ma sicuramente il passaggio del territorio di Monterosso dalla Repubblica di Pisa alla Repubblica di Genova”. A parlare è Lillo Vai, mattatore delle notti monterossine, che in seguito alla chiacchierata con Don Bo’ ha dedicato molto del suo tempo libero a ricercare e ricreare abitudini, costumi e tradizioni locali, dalla storia dell’oratorio al gioco delle noci.
Da quel colloquio nacque una prima rievocazione medievale che andò avanti per molto anni. È una notte medievale in cui confluiscono pezzi di storia di comunità. Spiega Vai: “Ci siamo concentrati sul Duecento. Era il 1254 quando, con l’arbitrato dei commissari fiorentini, Pisa cedette Monterosso (e altre terre da Vernazza sino a Lerici, Portovenere incluso) alla Repubblica di Genova. I costumi rispecchiano l’epoca, erano stati confezionati a mano da due sarte monterossine che oggi non ci sono più: Anna Cavallo e Flora Benvenuto. Quest’anno, che abbiamo ripreso la tradizione in grande, abbiamo recuperato quei vestiti, salvati dalla furia dell’alluvione del 2011”.

I tamburi del corteo attaccheranno venerdì alle 20:45 circa davanti alla chiesa di Santa Maria Nascente a Fegina.

“Abbiamo interpellato vari studiosi nello sforzo di mantenere il massimo rigore filologico – prosegue Vai, che da qualche anticipazione sulla sfilata –. Ci saranno gli armigeri della Pisa ghibellina e i Grimaldi di Genova. Ci saranno il doge, il clero, i frati, i cavalieri a cavallo, i falconieri, i nobili, gli appestati, la plebe, i bambini, i frati… anche se a quel tempo al Mesco erano eremiti e agostiniani, qui saranno i francescani. Siamo in attesa dell’autorizzazione ufficiale per far sfilare i gonfaloni ufficiali delle due Repubbliche”.

Generico luglio 2024

Non mancheranno i gonfaloni delle contrade monterossine: “In origine erano venti, tre erano state abolite; porteremo il gonfalone della Contrada e dell’Erta, le più antiche del paese, e quello di Capanna e Galin”.

Nella parte storica del paese sin dal pomeriggio saranno rappresentati tutti gli antichi mestieri: il cestaio, il cerusico, l’arrotino, lo scrivano, la macinazione del grano, la tessitura al telaio, la cucina medievale, la lavorazione dell’olio, la lavorazione della carta, la lavorazione della cotta di maglie. Non mancheranno banchetti più contemporanei: acciughe salate, porchetta, vino e birra per tutti.
Alle 18:30 in piazza Tina Anselmi spettacolo dei Falconieri del Grand Ducato di Toscana, mentre i nobili rimarranno a banchettare sotto alla canonica. Davanti a loro musici, danzatori, falconieri, mangiafuoco e, al momento opportuno, la teatralizzazione della scena dell’editto che sancisce il passaggio delle consegne tra la Repubblica Marinara di Pisa e quella di Genova.

Verso le 22 nella spiaggia antistante il molo si svolgerà il “palio de lo tiro con la canapa” tra le contrade e ancora danzatrici e musici per chiudere la giornata.

Vai conclude lanciando un guanto di sfida linguistica: “Ma voi lo sapete cos’è un battibirba? Ci sarà…”.

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