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Con lui l'onorevole bicchielli

Lupi dopo l’incontro con Toti: “Interdittiva per governatori solo in caso di sentenza. Spero che il Riesame trovi un giusto equilibrio”

Maurizio Lupi e Pino Bicchielli fuori da casa Toti

“Leggeremo il contenuto della memoria del presidente Toti, che verterà su questioni di principio e non sul merito dell’inchiesta. Rispettiamo il lavoro dei magistrati ma gli arresti domiciliari sono di fatto un’interdittiva al ruolo di governatore: speriamo che il Tribunale del riesame trovi un giusto equilibrio”. Lo ha detto il deputato e leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, al termine dell’incontro con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al quale ha preso parte insieme all’onorevole Pino Bicchielli, esponente dello stesso partito.

Di fronte al cancello della casa di Ameglia nella quale Toti sta trascorrendo gli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso, Lupi e Bicchielli si sono concessi ai microfoni della stampa. “E’ stato un incontro positivo dal punto di vista umano: il governatore è sereno e convinto delle sue ragioni. Sta aspettando con fiducia, come tutti noi – ha aggiunto Lupi -, l’esito del ricorso al Tribunale del riesame da cui emergono due cose: da un lato le ragioni dell’inchiesta e dall’altro le legittime ragioni di una istituzione come la Regione, che ha il dovere di andare avanti. Ci auguriamo che il Riesame possa ottemperare le due questioni”.

Per Lupi le vicende liguri pongono anche un “grande tema politico, che affronteremo come Noi moderati: quello del finanziamento ai partiti”. “Siamo di fronte a finanziamenti leciti, la politica deve ragionare su questo. Abbiamo portato a Toti tutta la solidarietà del nostro partito e di tanti parlamentari che mi hanno chiesto di farlo. La questione politica più importante è quella del buon governo della Regione, di portare avanti il cambiamento e il miglioramento infrastrutturale per dare ai cittadini quello che ci eravamo prefissati: restituire dopo 10 anni una Liguria cambiata nell’interesse dei cittadini”.

Sul tema delle dimissioni Lupi, che nel 2015 si era dimesso dal ruolo di ministro delle Infrastrutture, ha spiegato che “non sono una questione di opportunità, ma di scelte”. “La mia riguardava la sfera personale. In questo caso – ha proseguito – siamo di fronte a un’inchiesta che sta facendo emergere questioni su cui la politica deve riflettere. Per legge l’interdittiva a un presidente di Regione si ha solo a fronte di una sentenza, qua abbiamo solo un’inchiesta. I finanziamenti a partiti sono leciti, le aziende possono addirittura detrarli. E il compito di ogni amministratore è lo sviluppo del territorio, se interessarsi perché gli obiettivi vengano raggiunti è reato è necessario avviare una profonda riflessione: si può arrivare alla paura della firma, a una amministrazione che si ferma. Fare l’interesse di una impresa che investe sul territorio è fare anche l’interesse comune. Sono queste le questioni di stampo politico che scaturiscono da questa inchiesta”.

E se il Tribunale del riesame dovesse respingere la richiesta di revoca dei domiciliari? “Io andrei anche in Cassazione, ma mi auguro che il Riesame trovi un giusto e sano equilibrio. Poi se ci sarà un rinvio a giudizio sarà il Tribunale a decidere”.

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