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Premio per il tecnico

D’Angelo miglior allenatore d’Abruzzo: “Allo Spezia lunga rincorsa, post mercato delineeremo gli obiettivi”

L'allenatore premiato al Gran Galà del calcio abruzzese: "Contando solo il girone di ritorno siamo arrivati sesti, all'inizio la squadra non si era calata nella Serie B"

Luca D'Angelo e Philip Platek

Si gode gli ultimi giorni di vacanza Luca D’Angelo, che nella sua Pescara sfrutta gli ultimi momenti di relax prima del ritorno alla Spezia, dove è atteso per l’inizio della sua seconda stagione sulla panchina della squadra bianca, dopo il miracolo-salvezza di quella conclusa poco più di un mese fa. La rincorsa che ha portato al mantenimento della categoria, coronato dal successo sul Venezia poi promosso in Serie A all’ultima giornata, è valsa il premio di miglior allenatore d’Abruzzo al tecnico dello Spezia, premiato ieri sera al Gran Galà del calcio abruzzese. “È stata una lunga rincorsa”, ha spiegato il tecnico tornando alla stagione passata ai microfoni di La Dolce Vita TV. “Avevamo problemi legati ad una squadra che aveva subito la retrocessione l’anno prima. Non si era calata nell’ambiente della B. Poi a gennaio con alcune mosse di mercato siamo riusciti a fare qualcosa con la squadra che è riuscita a fare un bellissimo girone di ritorno”. 

Una squadra con giocatori di livello importante, ma che faticava ad esprimersi. Prima dell’arrivo dell’ex tecnico del Pisa: “Il valore dei giocatori era elevato, ma molti non si erano calati nell’ambiente della serie B. Ho cercato di far capire loro di dover cambiare registro. Contando solo il girone di ritorno, siamo arrivati sesti. Abbiamo fatto benissimo”, prosegue D’Angelo, che non strappa promesse per il prossimo anno: “La serie B è un campionato molto duro. Vediamo appena inizierà il mercato e poi delineiamo l’idea. Adesso è prematuro”. 

Luca D’Angelo

 

Un percorso vincente, comunque, quello del tecnico di Pescara, che nel rinnovo con lo Spezia ha strappato anche una clausola Serie A, che varrebbe il prolungamento per un anno in più. E proprio la Serie A è uno degli obiettivi dell’allenatore: “Le cose vanno conquistate un po’ alla volta. Non ho la presunzione di dire che posso allenare in A. Lo deve decidere qualcun altro. Ora sto bene dove sto. Non è fondamentale per me, mi sentivo allenatore quando allenavo i ragazzini e mi ci sento adesso in B”, conclude.

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