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Invito rivolto anche a peracchini e paoletti

Rigassificatore, Legambiente insoddisfatta dalle risposte della Prefettura: “Il sindaco di Porto Venere indichi al più presto un confronto con la popolazione”

Nei giorni scorsi sono arrivate alla Pec di Legambiente La Spezia le risposte della Prefettura alle osservazioni presentate dall’associazione il 15 marzo scorso in merito al piano di emergenza esterna del terminal Gnl La Spezia.

Legambiente giudica “insoddisfacenti” le risposte, “seppur evidenziate da una serie di riferimenti normativi e tecnici che però non inficiano il dato di fondo: vi è una palese sottovalutazione e minimizzazione del rischio potenziale proveniente dalla presenza di questo impianto di rigassificazione, presente sul nostro territorio da troppi decenni (naturalmente questa sottovalutazione non è della sola Prefettura ma riguarda tutti gli enti sia amministrativi che di controllo presenti)”.

Continuano dall’associazione ambientalista: “Continuiamo a pensare che circoscrivere l’ambito di sicurezza a pochi metri di raggio dall’impianto – così facendo si esclude la presenza di civili abitazioni e della popolazione stessa – quando altre realtà nel mondo e anche nel nostro stesso Paese, basti pensare al rigassificatore off shore di Livorno, considerano l’area di potenziale rischio di ben 3,7 km. Le considerazioni fatte dalla prefettura nelle risposte alle nostre osservazioni sul fatto che a Livorno trattasi di impianto off shore, e quindi suscettibile di prescrizioni in merito alla navigazione marittima, a maggior ragione e con maggior rigore dovrebbero applicarsi ad un impianto a terra dove peraltro la navigazione marittima è presente e intensa forse come quella del porto di Livorno. Altra risposta che non ci convince è quella di non considerare ancora i progetti di Vessel Reloading (hub per il gas alla Sardegna) e Truck Loading (attraversamento del Golfo della Spezia con chiatte con autocisterne di Gnl) in quanto non ancora realizzati. Anche se è così, secondo noi occorrerebbe già ora valutare gli impatti sulla sicurezza che questi due progetti comporteranno, in un golfo dove sussistono grossi problemi di intralcio tra traffico privato, turistico, marittimo, militare, industriale”.

“Lo stesso vale per la presenza, da noi evidenziata, delle navi navi gasiere in scarico al rigassificatore, e del gasdotto. Se è vero che esse stesse adempiono a piani di sicurezza interne, sussiste comunque un potenziale rischio nel momento in cui sono attraccate al terminal anche per quello che noi abbiamo chiamato “effetto domino” e “rapida transizione di fase”; su questo – valutano da Legambiente – le risposte sono insoddisfacenti. Si esclude la possibilità di un incidente con un effetto domino sul golfo solo in base al Rapporto di sicurezza redatto da Gnl stesso e approvato dal Comitato tecnico regionale. L’esclusione pare dovuta meramente a calcoli di rischio probabilistici ritenuti residuali. Calcoli che, ovviamente, noi respingiamo con forza. In merito alle nostre osservazioni su un possibile irraggiamento del vicino abitato di Fezzano, la prefettura dice testualmente che può anche essere considerato, in via precauzionale, un raggio più vasto di quello minimo considerato nel piano di emergenza esterna e quindi un coinvolgimento della popolazione in merito alle informative di rischio ed ai comportamenti da tenere in caso di incidente”.

“La Prefettura – concludono da Legambiente – richiama la necessità di rivolgersi al sindaco di Porto Venere per ciò che attiene l’informativa alla popolazione sui rischi connessi alle attività di Gnl Italia. Chiediamo quindi con forza che il Comune di Porto Venere, e in particolare al suo sindaco, facciano proprie queste considerazioni e indicano al più presto un confronto con la popolazione in merito al piano di emergenza esterna di Panigaglia e su tutti gli aspetti politici, tecnici, normativi che stanno a capo a questo problema. Popolazione che noi continuiamo a ritenere a rischio ben oltre i 2 km di raggio dell’impianto”.
Legambiente, infine, estende l’invito a indire un confronto pubblico anche ai sindaci della Spezia e di Lerici.

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