La Prefettura ha risposto con una lunga nota alle osservazioni, presentate nel mese di marzo dall’associazione Posidonia, alle modifiche al Piano emergenza esterna del rigassificatore di Panigaglia. “Diciamo subito che è la prima volta che accade, mai abbiamo avuto risposta alle numerose osservazioni inviate negli anni. Dopo aver messo in evidenza questo fatto positivo dobbiamo però dichiarare di essere insoddisfatti di questa risposta”, fanno sapere dall’associazione ambientalista.
“Non possiamo dirci soddisfatti quando leggiamo che i nuovi progetti di Truck Loading e di Vessel Reloading, che non sono stati sottoposti a Via, non possono essere inclusi nel Pee poiché “non ancora messi in opera”. Questo significa che, una volta messi in opera e in attesa delle istruttorie del Comitato tecnico regionale, passerà qualche anno prima che vengano inseriti nel Pee. In realtà queste nuove funzioni costituiranno da subito un aggravamento dei rischi, nella baia e nell’intero golfo. La Prefettura – proseguono da Posidonia – ribadisce che gli scenari incidentali analizzati nel Rapporto di sicurezza non includono né le navi gasiere, che devono rispettare le specifiche normative internazionali per la navigazione, né il gasdotto che non è considerato tra le attività a rischio incidente rilevante. Esiste nel mondo un lungo elenco di incidenti occorsi a gasiere o gasdotti dovuti, soprattutto per questi ultimi, anche a attacchi terroristici. Il rischio terrorismo per l’impianto, la gasiera e il gasdotto così come avevamo scritto nelle osservazioni è un rischio molto attuale anche in considerazione degli scenari di guerra in cui viviamo”.
“Rimaniamo perplessi anche dalla risposta sull’effetto domino, effetto che il Comitato tecnico regionale non ritiene possibile. Questo perché le aree di danno sono limitate a poche centinaia, se non decine, di metri e su questo punto soprattutto non concordiamo, supportati da numerosi studi scientifici sugli effetti catastrofici di un incidente dovuto a Gnl. Riguardo la popolazione che potrebbe essere interessata in caso di incidente si ribadisce che le aree di danno “arrivano al massimo ad alcuni tratti della SP 530”. Scrive la Prefettura che sarà il sindaco di Porto Venere a fornire informazioni sui comportamenti da tenere in caso di incidente a tutte le persone e a qualsiasi struttura e area frequentata dal pubblico presente nel territorio comunale, distinguendo fra quelle direttamente interessate all’evento e la restante popolazione. Ma se è evidentemente impossibile prevedere chi si troverà nei tratti della SP530 interessati dall’incidente, residenti o turisti, perché questa distinzione? Chiediamo al sindaco di Porto Venere di mettere al più presto a disposizione questa informazione in tutti i luoghi frequentati dal pubblico e rivolta a tutti i cittadini, informazione che per essere efficace deve essere chiara ed esauriente. Confidiamo venga finalmente svolta l’esercitazione su scala reale, cioè con il coinvolgimento della popolazione, annunciata nella risposta della Prefettura e prevista per l’autunno. In conclusione rimangono per noi valide le Osservazioni presentate sui rischi e i pericoli cui è esposta la popolazione per la presenza dell’impianto e ribadiamo la nostra ferma contrarietà al prolungare l’utilizzo delle fonti fossili che tanti danni stanno causando al clima e al pianeta”, conclude l’associazione Posidonia.