“È stata una stagione lunga, difficile ma con l’obiettivo finale di far crescere i ragazzi e lavorare su di loro. Penso sia stato fatto un buon lavoro, Benvenuto e Di Giorgio hanno firmato i loro primi contratti ed era un po’ l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Avremmo potuto fare qualcosa in più per i risultati, ma non era la priorità. Volevamo dare conoscenza e informazioni ai ragazzi per farli arrivare in prima squadra”. Parla così Beppe Vecchio, il tecnico della Primavera dello Spezia che traccia un bilancio di fine stagione dopo le fatiche dei giovani aquilotti, che hanno concluso il campionato Primavera 2 a metà classifica ma valorizzando diversi ragazzi. “Non dimentichiamo Lari e Pedicillo, che in gennaio sono andati a giocare in prestito in Spagna in un’avventura formativa grazie al direttore Macia. Stiamo facendo da alcuni anni questo lavoro improntato sulla crescita del singolo giocatore, credo che i frutti siano stati molto buoni. Plaia e Mascardi in nazionale è frutto del lavoro fatto nel settore giovanile. Ci sono ragazzi con noi da 5-6-7-8 anni, sono ragazzi passati da tutte le leve e ognuno di noi ha trasmesso qualcosa ai ragazzi. Vederli andare avanti, firmare i primi contratti, esordire in prima squadra come Pietra, Bertola, Candelari quest’anno ci spiega che siamo sulla strada giusta”, spiega il tecnico.
Un’annata utile e che lascia in Vecchio indicazioni e buoni ricordi: “Questa stagione mi lascia un ricordo meraviglioso del gruppo avuto, con ragazzi fantastici. Un applauso allo staff che non ha mai mollato, è stato un anno divertente ed emozionante. La vittoria nel derby con il Pisa per 3-0 è stato il momento più bello, al di là del risultato e del campanilismo, ma la prestazione è stata molto soddisfacente”, prosegue l’allenatore, che poi parla dello spirito spezzino che cresce sempre più nei ragazzi: “Non è facile trasmettere spirito di appartenenza. Ti viene per tanti motivi, il principale è la passione per ciò che fai, vedi e per ciò che ti viene trasmesso. L’attaccamento che ho io allo Spezia viene dalla gente. Sono stato calciatore, allenatore, ho un rapporto incredibile con le persone che mi hanno insegnato cosa vuol dire amare e lottare per questa maglia. Provo a spiegarlo ai ragazzi, raccontando cosa ho passato io qui, e c’è chi lo assorbe di più e chi meno. Ma in rosa in Primavera abbiamo 24 giocatori del territorio su 29 e questo incide. In Primavera ci sono tanti ragazzi che sono sempre andati in curva e questo agevola lo spirito di appartenenza”, conclude.
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