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Guglielmo marconi, 1

L’incidente di Borghetto

L'auto di Guglielmo Marconi dopo l'incidente

Quantunque mini, è risultato comunque un successo di ascolti la serie che la Rai ha appena dedicato a Guglielmo Marconi di cui ricorre quest’anno il 150° della nascita. Se Marconi fu un grande a cui dobbiamo tante cose del nostro mondo, non va dimenticato il legame dell’illustre scienziato con il Golfo che spesso ospitò i suoi esperimenti. I più vecchi ricordavano il suo yacht Elettra, candido e dai paramenti dorati alla fonda nelle nostre acque. Alla Spezia Marconi fu anche in una circostanza particolarmente dolorosa, sabato 28 settembre 1912. Lasciata la Spezia per andare a Genova dopo essere stato ospite di Re Vittorio Emanuele III nella tenuta di San Rossore, a Borghetto Vara la vettura su cui viaggiava si scontrò in un drammatico frontale con un altro automezzo. Nell’incidente Marconi riportò una grave ferita all’occhio destro che purtroppo perse.

Per la notorietà dello sfortunato protagonista il Secolo XIX del tempo dedicò non pochi articoli al fatto di cui, grazie ad essi, noi siamo bene informati. Il caso che, come noto, è gran signore delle cose del mondo, aveva fatto incontrare il mezzo su cui viaggiava Marconi ed una macchina condotta dal Commendator Antinore Beltrami, un emigrato negli States di ritorno alla madrepatria dopo aver fatto qualche soldo: fortemente urtarono, dice la cronaca. Beltrami riporta qualche contusione, la sua signora resta illesa, un figliolo si rompe qualche dente. Ma la peggio capita a Marconi che, rendendosi conto del danno subito, chiede di essere prontamente portato all’Ospedale Militare dove i sanitari riscontrano una grave lesione al bulbo oculare destro.

Non è una cosa da poco. L’occhio ferito dev’essere necessariamente estirpato, cosa che succede il successivo 18 ottobre ad opera di due luminari: Fusch dell’Università di Vienna e Bajardi che insegnava nell’Ateneo di Torino. ‘Sto Beltrami, insomma, aveva fatto proprio un bel rimpatrio. Quello che la cronaca tace ma che sarebbe interessate sapere, è se la prenotazione della vettura su cui viaggiava fosse stata effettuata grazie al telegrafo senza fili che ormai aveva reso globale il mondo di quel primo Novecento. Se ciò successe, noi purtroppo non lo possiamo sapere per cui dobbiamo accontentarci della piccola morale che è racchiusa nell’intera vicenda e che in fin dei conti è solo un crudele contrappasso. Guglielmo Marconi che tanto aveva contribuito ad ampliare i sensi del mondo intero che grazie a lui era divenuto più globale, s’era visto diminuito in un senso. Ma il rapporto del grande scienziato con il Golfo aveva conosciuto momenti molto più belli. Ne diremo domenica prossima.

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