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I dati del nord ovest

“Legalità ci piace”, la prefetta Inversini: “Alla Spezia non si registrano fenomeni di usura”

Prefettura Provincia della Spezia, Via Veneto

L’usura nel nord ovest del Paese è una realtà ed è il “reato spia” della presenza, in maniera massiccia, della criminalità organizzata. Alla Spezia “alcuni fenomeni sono presenti in modo minore e soprattutto non si registrano fenomeni di usura” , come ha sottolineato il prefetto nell’ambito dell’incontro organizzato quest’oggi da Confcommercio per l’iniziativa nazionale “Legalità mi piace”.

E’ questo il dato principale sottolineato, in una nota stampa diffusa da Confcommercio la Spezia, per l’edizione 2024  di “Legalità ci piace!” contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali.

“Legalità, ci piace” è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Confcommercio La Spezia nella veste del membro di giunta con delega alla legalità Gianni Balducci e del direttore Roberto Martini ha incontrato la Prefetta della Spezia Maria Luisa Inversini all’interno della Prefettura. Un incontro volto a illustrare i dati dell‘indagine su illegalità, contraffazione e abusivismo nel Nord Ovest elaborata da Confcommercio in collaborazione con Format Research.

I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, pirateriaestorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata. Più specificamente, tali fenomeni determinano: un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi; un danno al mercato consistente nell’alterazione delle regole del gioco, a svantaggio degli imprenditori onesti penalizzati del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti basati sui minori costi di produzione (per la contraffazione) e di gestione (per le varie forme di abusivismo) dovuti al mancato rispetto di leggi, regole ed adempimenti. Inoltre si aggiungono un danno e/o un pericolo per il consumatore finale; un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione; un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale e un danno alla legalità per le infiltrazioni nel mercato della criminalità organizzata.

I dati nel Nord Ovest:

I furti, l’usura, gli atti di vandalismo, le aggressioni e violenze sono i fenomeni criminali percepiti in maggior aumento dalle imprese del terziario di mercato del Nord Ovest. Le percentuali sui furti e gli atti vandalici, rispettivamente del 24,8% e del 22,4%, sono superiori ai valore nazionali pari al 23,5% e al 21,1%.

Esposizione alla criminalità. Il 38,1% degli imprenditori teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali come furti, rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. Il dato è più elevato di quello nazionale pari al 33,9%. I furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori, e della propria impresa (31,1%). Il valore è leggermente superiore al dato Italia pari a 30,4%.

Episodi di usura e racket. Il 21,9% degli imprenditori teme fortemente di essere esposto a rischio racket e usura. Valore in linea con il dato nazionale. Di fronte a questi fenomeni, il 62,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia. I dati sono in linea con quelli nazionali. Le Forze dell’ordine (41,6%, valore di poco inferiore al dato Italia) e le Associazioni di categoria insieme alle Organizzazioni antiusura (20,5%, dato superiore a quello nazionale) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati.

Abusivismo e contraffazione. Il 64,6% delle imprese del terziario del Nord Ovest si ritiene di essere penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione. Il dato è superiore a quello nazionale pari al 62,8%.

Misure di protezione. Il 77,5% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. Valore in linea con il dato nazionale.

La legalità è il prerequisito fondamentale per il lavoro, lo sviluppo e la crescita del sistema economico – ha dichiarato Gianni Balducci, membro di giunta Confcommercio – I dati illustrati si riferiscono chiaramente a un’area vasta e per fortuna molti di questi fenomeni sono presenti in maniera minore nella nostra Provincia dove a destare invece più preoccupazione è l’abusivismo. L’impegno di Confcommercio per la sicurezza e la legalità si traduce in due obiettivi continui e strategici: prevenire e contrastare i fattori legati alla criminalità che incidono sulla competitività delle imprese e rafforzare, diffondere e approfondire la cultura della legalità. L’incontro di oggi vuole andare in queste due direzioni, rinnovando lo spirito di collaborazione con la Prefettura che l’associazione ha in essere da anni”.

“Ho letto con attenzione i dati relativi ai reati che più frequentemente colpiscono gli imprenditori del Nord Ovest – ha commentato la prefetta Maria Luisa Inversini, Prefetta della Spezia -. Questi dati non collimano con quelli della Spezia dove alcuni fenomeni sono presenti in modo minore e soprattutto non si registrano fenomeni di usura che spesso sono spie della presenza di forme di crimine organizzato. Le Forze di Polizia, che colgo l’occasione per ringraziare, sono presenti e svolgono un’importante azione di contrasto. Tuttavia la “sicurezza” non è la somma delle azioni svolte dalle Forze di Polizia ma è qualcosa in più, è il prodotto dell’impegno e della collaborazione di tutte le componenti della società civile. Per questo ben vengano tutte le iniziative come quella promossa oggi da Confcommercio diretta a rafforzare la consapevolezza dei danni che alcuni reati, alcuni dei quali percepiti “non lesivi” come l’abusivismo commerciale, producono all’economia legale e alla comunità tutta”.

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