Ha tentato di introdurre quasi mezz’etto hashish all’interno del carcere di Villa Andreino infilandoselo nel reggiseno e per questo è stata denunciata a piede libero per spaccio aggravato.
L’episodio risale a questa mattina, quando una donna è stata sorpresa in possesso della droga nel reparto colloqui del penitenziario spezzino dal personale di Polizia penitenziaria, poco prima che svolgesse il colloquio con un detenuto. A dare notizia dell’accaduto è Fabio Pagani, segretario della Uil Pa Polizia penitenziaria per la Liguria.
L’hashish era ingegnosamente celato nella biancheria intima, con uno stratagemma che forse era già stato utilizzato in precedenti occasioni, pronta per essere ceduta.
“Ma questa volta – commenta Pagani – qualcosa non ha funzionato, grazie all’intuizione del personale addetto alla vigilanza che ha notato atteggiamenti sospetti e ha pertanto intensificato i controlli, rinvenendo la sostanza stupefacente ed evitando che arrivasse all’interno delle sezioni detentive del penitenziario di Via Fontevivo. Esprimiamo il nostro apprezzamento al personale di Polizia penitenziaria, che oltre alla carenza di organico e alle diverse operazioni di polizia giudiziaria, vive momenti concitati e di forte dubbio, considerate le pessime condizioni della struttura penitenziaria spezzina, dove sono presenti tubature marce e lavori di ristrutturazione sospesi, e dove striscia il timore che da un momento all’altro la struttura possa essere dichiarata inagibile”, conclude il sindacalista della Uil Pa.
L’episodio risale a questa mattina, quando una donna è stata sorpresa in possesso della droga nel reparto colloqui del penitenziario spezzino dal personale di Polizia penitenziaria, poco prima che svolgesse il colloquio con un detenuto. A dare notizia dell’accaduto è Fabio Pagani, segretario della Uil Pa Polizia penitenziaria per la Liguria.
L’hashish era ingegnosamente celato nella biancheria intima, con uno stratagemma che forse era già stato utilizzato in precedenti occasioni, pronta per essere ceduta.
“Ma questa volta – commenta Pagani – qualcosa non ha funzionato, grazie all’intuizione del personale addetto alla vigilanza che ha notato atteggiamenti sospetti e ha pertanto intensificato i controlli, rinvenendo la sostanza stupefacente ed evitando che arrivasse all’interno delle sezioni detentive del penitenziario di Via Fontevivo. Esprimiamo il nostro apprezzamento al personale di Polizia penitenziaria, che oltre alla carenza di organico e alle diverse operazioni di polizia giudiziaria, vive momenti concitati e di forte dubbio, considerate le pessime condizioni della struttura penitenziaria spezzina, dove sono presenti tubature marce e lavori di ristrutturazione sospesi, e dove striscia il timore che da un momento all’altro la struttura possa essere dichiarata inagibile”, conclude il sindacalista della Uil Pa.
“Sono sempre più continui e costanti i controlli all’interno del carcere della Spezia. E’ un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni. L’operazione – aggiunge Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sappe, Sindacato autonomo Polizia enitenziaria – è la testimonianza della professionalità della Polizia penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di polizia. Il Sappe esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi: nonostante il personale in servizio presso il penitenziario della Spezia è sotto organico, ha intensificato la propria attività di intelligence. Quindi, è doveroso un ringraziamento a tutte le unità in servizio presso le varie unità operative per il sacrificio quotidiano al servizio della nazione”.
Più informazioni