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Ai sensi della legge n. 62 del 1953

Il governo alla Camera: “No presupposti per rimozione Toti e scioglimento Consiglio”

Giovanni Toti
Giovanni Toti

“Si ritiene che allo stato non sussistano i presupposti per proporre ai sensi dell’articolo 51 della legge 62 del 1953 lo scioglimento del Consiglio regionale della Liguria e la rimozione del presidente della giunta”. Così si è conclusa la risposta dell’on. Claudio Barbaro, sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, all’interpellanza del Movimento cinque stelle, illustrata in aula dal referente regionale ligure Roberto Traversi, che chiedeva al governo se non intendesse verificare “la sussistenza delle condizioni per proporre, ai sensi della legge n. 62 del 1953, lo scioglimento del Consiglio regionale della Liguria e la rimozione del presidente della giunta, secondo quando previsto dall’articolo 126 della Costituzione”. QUI è possibile prendere visione della seduta nella sua interezza.

“L’articolo 126 primo comma della Costituzione prevede che, con decreto motivato del prsidente della Repubblica, sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del presidente della giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge. Lo scioglimento e la rimozione possono altresì essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale”, ha detto Barbaro, a cui stamani sono state affidate dall’esecutivo le repliche alle interpellanze urgenti. “Essendo lo scioglimento eteronomo un istituto di natura eccezionale – ha aggiunto -, appare evidente che tale fattispecie debba ritenersi concretamente configurabile solo in casi di extrema ratio: a) in presenza di una vera e propria attività anticostituzionale contrassegnata da una pervicace volontà del Consiglio di non rispettare i limiti posti all’autonomia regionale b) quando si è di fronte a una sistematica e reiterata adozione di atti incostituzionali, dal momento che come è stato evidenziato dalla dottrina non possono di certo ritenersi atti contrari al dettato costituzionale sporadiche condotte e isolati comportamenti illegittimi insuscettibili di turbare l’equilibrio dei generali rapporti tra lo Stato e la Regione”. Riferendo altresì il sottosegretario che “per gravi violazioni di legge inoltre devono intendersi le condotte gravi e secondo parte della dottrina reiterate, anche di natura omissiva, poste in essere in violazione di obblighi di fonte primaria statutaria a cui soggiace la stessa autonomia regionale e a cui debbono prestare obbedienza, nell’ambito delle rispettive competenze, il Consiglio e il presidente della giunta”.
L’esponente del governo, inoltre, in un ulteriore passaggio ha evidenziato che la violazione per essere oggetto dello scioglimento in oggetto “deve comunque afferire all’attività amministrativa e istituzionale della Regione, dovendo trattarsi di violazioni imputabili alla stessa e non a comportamenti personali dei suoi rappresentanti”.

“Una risposta molto articolata, in punta di diritto, ma mi lascia perplesso il fatto che nella risposta non c’è stata una parola sulla vertenza di cui parliamo”, ha lamentato nella sua risposta Traversi, osservando che “quando si parla di sicurezza del Paese, un po’ di paura l’abbiamo, visti gli investimenti incredibili che riguardano anche la Liguria, non solo come Pnrr”, esprimendo in merito timore per “un effetto domino negativo che costituirebbe anche un pericolo per i conti del Paese. A parte che abbiamo letto anche di voto di scambio, quindi non so cosa ci voglia di più”. L’ex sottosegretario pentastellato ha aggiunto che “il governo poteva non perdere questa occasione. Abbiamo visto un po’ di timidezza quando si è trattato di rimuovere ministri o sottosegretari che nel corso dell’anno non si sono dimostrati adeguati, speravamo magari che con il governatore si potesse fare di più”.

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