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Lavoratori call center Customer digital service: “Sciopero a oltranza finché non arriveranno gli stipendi”

L’unica data abbastanza certa è la chiusura definitiva e il cambio della serratura nella sede di via delle Pianazze, il resto rimane avvolto in una nebulosa di preoccupazione. Sono le sorti dei 197 lavoratori della Customer digital service e che questa mattina appoggiati dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil in quasi un centinaio hanno manifestato davanti al punto Enel di Piazzale Kennedy. Tanti cartelli e uno slogan tutt’altro che criptico: “Vogliamo gli stipendi”.

 

Sciopero Customer digital service call center piazzale kennedy

La situazione di questi lavoratori è complicatissima a partire dai conti correnti sui quali lo stipendio non arriva da marzo, quello è arrivato ma a rate. Una condizione difficile da sostenere e motivo è scattato lo sciopero a oltranza: “Finché non arriveranno gli stipendi – ha detto Speranza Poleschi di Fistel Cisl durante il presidio -. Gli stipendi di gennaio e febbraio sono arrivati a rate un mese e mezzo dopo rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo delle telecomunicazioni. Ad oggi, 14 maggio, non abbiamo ancora ricevuto lo stipendio di marzo. Noi però abbiamo continuato a lavorare, vogliamo i nostri soldi. Andremo avanti così finchè Enel non deciderà di aiutarci, perché Customer digital service non lo fa”.

Non è casuale la scelta di manifestare davanti al punto Enel, a sottolinearne la motivazione è Alessandro D’Ippolito di Uilcom Uil: “Siamo costretti ad andare in sciopero a oltranza, perché non percependo più gli stipendi i nostri lavoratori devono vivere e mangiare. Stiamo chiedendo ad Enel, il committente più grosso che abbiamo, di subentrare nei pagamenti e chiediamo di non pagare più quelle che sono le competenze di questi mesi e abbiamo già sollecitato per quanto riguarda la messa in mora dei nostri crediti. Stiamo aspettando un tavolo che speriamo questo sciopero spinga a riunirsi. Sono 60 giorni che le persone non ricevono lo stipendio. Noi auspichiamo un pagamento diretto”.

I temi dello stipendio e dell’intervento diretto di Enel sono affiancati da un altro molto complesso: la sede. Una nuova non c’è e per quella delle Pianazze lo sgombero arriverà entro fine mese. Tre le innumerevoli preoccupazioni, già a febbraio lavoratori e sindacati temevano l’arrivo di un fabbro e di ritrovarsi la serratura cambiata.  Tiziana Venelli di Slc Cgil ha spiegato: “Il fabbro arriverà e giusto ieri l’ufficiale giudiziario della Spezia ha consegnato allo staff presente alle Pianazze un documento con la data della chisura definitiva dei locali. Ad oggi l’azienda non ci ha ancora consegnato quel foglio e ora vogliamo capire il giorno preciso: sappiamo soltanto che sarà entro la fine del mese. Lo scopriremo, perché il documento pubblico. Arriveranno poi con i Carabinieri e il Tribunale di Monza a cambiare le serrature. Quel locale è del tribunale lombardo perché arriva da un vecchio fallimento: l’azienda non ha pagato gli affitti per un anno e mezzo. Poi verrà messo all’asta. Ad oggi nel sito di Spezia non c’è più nessun lavoratore”.

Sono quasi 200 i lavoratori della Customer digital service alla Spezia: la maggior parte sono nella commessa Enel, altri ancora sono dipendenti della Cds ma distaccati alla “Meglio questo”: quindi dovrebbero essere pagati dalla prima mentre lavorano per la seconda. Tra i presenti al presidio lavoratrici di call center con quasi 20 e 15 anni di esperienza nel settore. La situazione rende complicato ogni gesto quotidiano.

 

Daniela Trovatelli e Katia De Marco

 

“Non ci sono prospettive per il futuro e non si può pianificare nulla a breve termine – spiegano Daniela Trovatelli e Katia De Marco -. Non ci sono certezze e comunicazione. Chi chiediamo come sia possibile lavorare a queste condizioni e dove vanno a finire in nostri soldi coscienti del fatto che il lavoro non manchi. Abbiamo sempre lavorato bene e senza un minimo di comunicazione, sono mesi e mesi che non sappiamo che fine faremo. Noi lavoriamo sulla commessa Compass e se per caso, si sbloccasse la situazione con Enel rischiamo di rimanere senza niente”.

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