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Interrotta la caduta libera

Una lunga rincorsa iniziata sotto la Torre: è una liberazione più che una festa

Dal successo di Pisa in poi due sole sconfitte per D'Angelo, che ha creato solidità e sfruttato al meglio il mercato di gennaio. Stagione costellata da errori e infortuni, cavarsela è stata un'impresa. Se dio vuole, la cappa grigia calata nel 2023 è definitivamente volata via.

Festa salvezza

E’ stata la forza della costanza a trascinare lo Spezia alla salvezza nel campionato 2023/24. Quella costruita da Luca D’Angelo e i suoi uomini a partire dal 27 gennaio 2024, il giorno della partita della svolta: Pisa-Spezia. Gli aquilotti si presentavano su uno dei campi più sensibili al campanile da ultimi in classifica, con 17 punti fatti in 21 partite, sole tre vittorie all’attivo, il peggior attacco del campionato (16 gol) e una differenza reti di -16. Quel giorno Daniele Verde, reduce da un 2023 di decadenza, si sarebbe caricato la squadra sulle spalle. La vittoria per 2-3 avrebbe inaugurato un altro campionato.

Compresa la sfida dell’Arena Garibaldi, in 17 partite lo Spezia ne avrebbe perse solo due, contro Parma e Feralpisalò. Sei le vittorie e nove i pareggi, il passo della concretezza. Non privo di recriminazioni. Dominate le partite di Bari e Reggio Emilia, sottovalutate quelle contro Feralpi e Lecco, sfumata nel recupero la vittoria a Brescia. Fondamentale il pareggio a tempo scaduto di Terni dell’11 febbraio: basta un’occhiata alla classifica per rendersene conto. E se un paio di chiamate arbitrali scadenti non avessero salvato la Sampdoria al Picco, la partita contro il Venezia poteva essere una formalità.

Pisa-Spezia 2-3 (27/01/2024)

 

Dopo gli esperimenti in serie di Massimiliano Alvini – a lui un alibi grosso così nell’essersi trovato un gruppo scarico e demotivato e una rosa incompleta -, il subentrante D’Angelo ha creato una stabilità con la difesa a tre, che ha esaltato le capacità di leader di Hristov e riportato Nikolaou sui suoi standard. Fondamentale l’innesto di Nagy al fianco di Salvatore Esposito, che per metà campionato ha dovuto fare praticamente tutto da solo là in mezzo, sobbarcandosi contemporaneamente il peso di un organico monco e quello umano di diventare l’interposta persona delle critiche a Eduardo Macia, che lo aveva scelto nel gennaio 2023 per un nuovo corso il cui primo esito è stata la perdita della serie A.

In avanti la scelta azzeccata di Di Serio e Falcinelli: lo strapotere atletico del primo e il mestiere del secondo. Non sono arrivati i gol, ma l’ex Modena ha avuto un ruolo preponderante nel dare equilibrio alla squadra. E poi i mastini Mateju e Vignali, la costanza agonistica di Cassata, la crescita esponenziale di Elia finalmente schierabile sulla fascia prediletta, il risicato ma prezioso contributo di Jagiello.

La lunga rincorsa

 

Il problema realizzativo è rimasto, anche perché nella fase clou sono stati persi per infortunio Di Serio e Kouda, aggiuntisi a Reca che ha lasciato per strada quasi 6 mesi di calcio. E’ tornato in tempo per essere decisivo sia contro il Cosenza che contro il Venezia. Luca Moro è la vera delusione di tutto il reparto offensivo, mentre Pio Esposito ha in pratica fatto un master post universitario al primo anno di scuola. Il fatto che avesse 18 anni è presto scomparso dall’orizzonte delle considerazioni generali, anche perché presentato come il ragazzo della provvidenza in estate. Si è preso una responsabilità enorme, come esperienza ha fatto un’annata che ne vale tre altrove e in altri contesti. Chi lo prende il prossimo anno ne raccoglie i frutti.

Aspetto che rientra tra gli errori di comunicazione sulle prospettive sportive dell’annata. Errori che in parte erano strade inevitabili da percorrere. Immaginare di presentarsi la scorsa estate, a serie A appena perduta, dichiarando di voler giocare per una salvezza tranquilla in serie B sarebbe stato accolto con una rivolta popolare dalla piazza e probabilmente dallo spogliatoio stesso, pieno di calciatori che pensavano di meritare una chiamata dalla massima serie nel calciomercato in corso. Chiamate che in molti casi non sarebbe arrivata. Unico a forzare la situazione Simone Bastoni. A posteriori smantellare quel gruppo è facilmente individuabile come la scelta migliore da fare. Allora il sentire comune, tifo e club, era di toccare il meno possibile e ripartire da chi aveva battuto Milan e Inter solo poche settimane prima.

 

Lezione imparata, si spera. Perché il processo di rivoluzione è rimasto a metà e andrà completato per rendere la rosa più adatta alla categoria. Ci saranno partenze eccellenti in estate, questo il sentore del post salvezza. Prima però una lunga vacanza contando che il ritiro estivo, che si dovrebbe svolgere nuovamente a Santa Cristina Valgardena, dovrebbe iniziare tra due mesi. La festa vera è altrove, a Como e a Parma. Quella del Picco è una liberazione. Se dio vuole, la cappa grigia calata nel 2023 è volata via insieme ai fiocchi dei platani di Viale Fieschi che accarezzavano le teste dei tifosi in campo.

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