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Sprugoleria

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Porta San Bernardino e quel palazzo quasi di fronte da cui il signor Chiappeti informava gli spezzini

Generico maggio 2024

A Sprugola City c’era una volta, ma una volta di così tanti anni fa che senza calcolatrice mi torna difficile fare il conto preciso, c’era un muro che chiudeva l’intera città. Nello sbarramento si aprivano sei porte la più settentrionale delle quali era presso l’oratorio intitolato a San Bernardino, il sant’uomo che da nobile si fece poverello francescano. La tradizione dice che fu lui a inventare il Cristogramma JHS che presto diventò icona comune: il sole a dodici raggi nella cui circonferenza erano iscritte le tre lettere.
Anche con il nome del Santo fu chiamata la porta vicino all’oratorio che poi divenne tante altre cose. Penultima in ordine di tempo, fu la sede storica della Pubblica Assistenza. Quando questa fu trasferita all’ingresso di via Carducci, la vecchia cappella fu ristrutturata per farne la sede dei Musei Diocesano e Etnografico.
Il fabbricato non subì variazioni all’esterno ma la via Prione che da sempre lo costeggia venne rettificata sì che si perse la piccola piazzetta che stava davanti al luogo di preghiere.
Quasi lì davanti c’è un palazzo a quattro piani che si distacca per la forma architettonica della facciata prospiciente la strada, dal cliché delle altre case. Infatti, ad ognuno dei quattro livelli si aprono altrettante logge, balconi spaziosi al cui interno, comodamente assisi e senza tema di essere bagnati dalla pioggia, si assisteva al traffico che si svolgeva lungo il caroggio diritto, il nome che comunemente era dato a via Prione in quei tempi lontani.
Le loggette non sono costruite in modo uniforme perché quella del primo piano è a volta bottata mentre il soffitto delle rimanenti tre si stende in linea retta.
Dalla loggia del primo piano s’affacciava sovente il signor Lorenzo Chiappeti che leggeva ad alta voce ai concittadini che passavano di sotto le notizie riportate sui giornali di Genova che quotidianamente arrivavano nella città della Sprugola dalla Lanterna con il corriere postale.
Ignoro chi fosse questo Chiappeti ma un omonimo più tardo fu l’impresario che diresse il Politeama, il grande teatro eretto nel 1880 e abbattuto nel 1831 per fare posto al Palazzo delle Poste.
Dunque, entrambi Chiappeti e con ogni probabilità parenti: lo dimostra il loro Dna che conteneva il gene del piacere di essere alla ribalta.

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