Limitare la barriera linguistica per gli adulti stranieri, indipendentemente dal periodo di permanenza in Italia. Parte da qui il nuovo protocollo siglato questa mattina dalla Prefettura, il Centro provinciale istruzione adulti e da tutte le realtà ospitanti del territorio, tra queste anche Caritas la Spezia da sempre impegnata nell’accoglienza. Un percorso necessario, come sottolineato da tutte le parti coinvolte, per permettere una maggiore integrazione per chi ha maggiori difficoltà anche nell’affrontare non soltanto i percorsi lavorativi ma anche le piccole questioni quotidiane.
Nel corso della presentazione del documento è stato messo in evidenza anche un dato: alla Spezia gli studenti sono all’incirca 1.600 e all’incirca 500 sono stranieri. A illustrare alcuni dettagli del protocollo il dirigente del Cpia della Spezia Andrea Minghi.
“Abbiamo un legame stretto con le strutture del territorio – ha detto -. Con questo accordo guardiamo al futuro e in ogni struttura individueremo un referente per la parte amministrativa e didattica. Ci sono delle difficoltà negli adulti non italiani e insieme cerchiamo di trovare la strada giusta. Ci saranno incontri periodici e per quanto possibile. Portiamo avanti queste attività lasciandoci alle spalle un anno difficile, senza finanziamenti. La situazione sta cambiando perché con l’intervento della Regione Liguria, i fondi Pon e il personale docente potenziato, con il supporto dell’Ufficio scolastico regionale si aprono maggiori prospettive. Con questo protocollo vorremmo poter lavorare anche in estate”.
La collaborazione tra Cpia, Prefettura e Caritas è consolidata, in passato infatti sono stati attivati anche dei corsi legati al mondo della ristorazione che ha portato alla formazione di 15 ragazzi. Questo progetto è stato realizzato con i fondi di un bando dedicato al welfare di Fondazione Carispezia e con il residuo è stato attivato un percorso dedicato alle donne straniere. Il processo di integrazione resta comunque complesso. Il prefetto della Spezia Maria Luisa Inversini ha spiegato: “Sappiamo che c’è una difficoltà a intercettare le donne straniere e con il dottor Minghi abbiamo pensato di portare avanti un percorso di lingua italiana che possa legarsi anche al mondo professionale. Per il momento è stata individuata la figura della cameriera ai piani e in questo percorso sono coinvolte le associazioni di categoria. Le adesioni, cito l’esempio di Confartigianato, sono state 27. Con il nuovo protocollo puntiamo ad aumentare le possibilità di integrazione, non sarà un percorso semplice ma una sfida quotidiana che permetterà anche di conoscere meglio l’immigrazione stessa con l’obbiettivo di entrare in contatto con realtà più complesse da raggiungere”.