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Ioculano e natale: "non è stato fatto monitoraggio adeguato"

“Liste attesa Neuropsichiatria, ad Asl1 e Asl5 meno delle briciole”

Davide Natale
Davide Natale

“La delibera con cui la Giunta ripartisce i 3 milioni di fondi per il recupero delle liste d’attesa di neuropsichiatria infantile è la prova della superficialità con cui la Giunta ha gestito la presa in carico delle migliaia di bambini e bambine in attea di riabilitazione”. Così in una nota consiglieri regionali del Partito democratico Enrico Ioculano e Davide Natale, che sul tema avevano presentato un’interrogazione. “La voragine della differenza dei numeri è dovuta al fatto che l’assessore insiste nel prendere per buoni dati non veritieri forniti da Alisa, che non rispecchiano la reale situazione del territorio – proseguono Ioculano e Natale -. Dei 3 milioni infatti quasi il 90 per cento, pari a 2milioni 621mila circa, va alla Asl 3, che ne avrà sicuramente diritto, ma alla Asl 1 e alla Asl 5 vanno rispettivamente 1.527 euro e 8.498 euro: in pratica meno delle briciole. Questo succede perché come avevamo denunciato fin dall’inizio, in Asl 1 e in Asl 5 non è stato fatto un monitoraggio adeguato e non c’è stata la presa in carico di tutti i bambini che ne avevano bisogno. A dirlo sono i numeri: in Asl 1 sono solo 40 i pazienti presi in carico e in Asl 5 solo 69, mentre in Asl 3 sono stati presi in carico 1675 bambini, 318 in Asl 2 e 145 in Asl 4, numeri che non tornano se paragonati agli abitanti: in Asl 1 c’è un bambino in lista d’attesa ogni 5mila abitanti; in Asl 2 uno ogni 840 abitanti; in Asl 3 uno ogni 400; in Asl 4 uno ogni 970 e in Asl 5 uno ogni 3.100 abitanti. Questo rapporto ci dice che, o si vive 10 volte peggio a Genova, o come sosteniamo da tempo, è mancata la capacità di intercettare il fabbisogno in alcuni territori”. Concludono gli esponenti Dem: “Va bene che Genova prenda di più, perché ne avrà sicuramente bisogno, ma le necessità delle altre Asl sono state sottostimate perché non sono state fatte tutte le prime visite necessarie. Questo è uno schiaffo in faccia alle famiglie e ai bambini e alle bambine in attesa delle cure riabilitative”.

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