In Fincantieri al Muggiano serve un’ambulanza fissa che possa entrare e uscire. A sollevare il tema sono Fiom e Cgil che ritengono prioritaria la presenza di un mezzo. In una nota le segreterie spiegano: “In un cantiere che ogni giorno registra migliaia di lavoratori in entrata tra dipendenti diretti di Fincantieri, i lavoratori in trasferta sia del Cantiere Integrato sia dalla sede di Genova, il personale della MM e soprattutto le centinaia e centinaia di ditte di appalto con i loro dipendenti è naturale credere che sia importante che vi sia all’interno del cantiere un presidio medico completo, in grado sia di prestare il primo intervento che poi di portare il lavoratore infortunato oppure vittima di malore celermente in ospedale”.
“Dopo anni di richieste da parte del sindacato l’Azienda aveva reso noto che un’ambulanza nuova sarebbe stata consegnata in cantiere – precisa la nota -. Dopo circa un altro anno di attesa alla fine qualche mese fa tale ambulanza è arrivata in cantiere, ma alla stessa ambulanza non è permesso di varcare i cancelli del cantiere in quanto nella attuale condizione di operatività non può essere accettata dal Servizio sanitario per quelle che sono le attuali disposizioni regionali. Negli ultimi giorni abbiamo avuto gli ennesimi casi di malore di lavoratori in stabilimento, nella fattispecie una lavoratrice dell’appalto e un operaio Fincantieri di Officina Sommergibile. In entrambi i casi si è giustamente valutato, per quelli che erano i sintomi, di dover trasportare il lavoratore in ospedale per accertamenti. In entrambi i casi è dunque stata chiamata un’ambulanza esterna, malgrado quella nuova fiammante presente in cantiere”.
“Questo ovviamente ha più che raddoppiato i tempi di intervento mettendo maggiormente in pericolo i lavoratori. Continuiamo a chiederci a cosa serve una ambulanza se non può uscire dal cantiere? Noi avevamo chiesto e vogliamo in cantiere una ambulanza vera che sia attrezzata, equipaggiata ed autorizzata a portare i lavoratori al Pronto Soccorso – concludono -. Questa è una battaglia di civiltà che già in passato i lavoratori del cantiere hanno combattuto e vinto come ricordano anche le memorie di importanti dirigenti del movimento operaio del cantiere come Dino Grassi. Ancora una volta ci appelliamo alle istanze civili e istituzionali provinciali e regionali perché sia davvero garantito il diritto di tutti i lavoratori del cantiere ad essere assistiti da strutture sanitarie adeguate e con tempi di intervento certi.”
