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"l'amministrazione deve guardare agli interessi di tutti"

Commercio, decine di negozianti del centro storico contro le metrature dei dehors: “Si riveda il regolamento sull’arredo urbano”

“Siamo stufi! I negozi continuano a chiudere, ma all’amministrazione non interessa, l’importante è partecipare alle inaugurazioni di nuovi centri commerciali che svuotano il centro e rischiano di fare chiudere le piccole imprese a conduzione familiare. Certo il momento storico è complesso, ma sembra che per migliorare le sorti di un centro cittadino ormai decadente non ci sia voglia, tempo e idee”. Ad affermarlo in una lettera inviata alla redazione di Città della Spezia sono i commercianti del centro storico che nei mesi scorsi avevano fatto sentire la loro voce in concomitanza con l’entrata in vigore dell’ordinanza che vieta l’accesso al centro cittadino per le auto Euro 4 e precedenti. Un fronte compatto che all’inizio era composto da una trentina di attività e che nel giro di pochi giorni era aumentato sino a farsi portavoce di una sessantina di negozianti.

“Le uniche richieste e proposte che abbiamo fatto, come per esempio l’apertura di Piazza Beverini a tutte le classi di auto o modificare le concessioni ai dehors tutelando anche i negozi, hanno avuto una unica risposta: no. E allora noi commercianti, che vogliamo tenere le nostre saracinesche alzate e continuare a dare un servizio alla città, ci stiamo impuntando, perché cominciamo ad essere stufi di aspettare che chi dovrebbe amministrare correttamente continui a non voler vedere i problemi concreti che la nostra categoria ha. Basterebbe cambiare una piccolissima parolina nel regolamento per l’arredo urbano, per esempio. Sì, una semplice parolina… Il regolamento comunale – spiega il gruppo di commercianti, che nei giorni scorsi si sono recati in Comune per avere chiarimenti – prevede che di norma un bar può chiedere il 30 per cento del suolo pubblico rispetto alla metratura del locale per realizzare un elegante e accogliente dehors. Essendo di norma non è quindi la regola, cosa significa? Che può tranquillamente aumentare il suo suolo pubblico, ovviamente autorizzato, perché in teoria deve stare in quella metratura, ma non è la regola”.

“Quindi – proseguono – possiamo trovarci dehors che sporgono 65 centimetri in più sulla pubblica via o dehors distaccati dal muro, riducendo il passaggio dei mezzi di soccorso. E gli esempi non sono a caso: sono assolutamente documentabili. Certo non è colpa dei colleghi del food: ognuno guarda il proprio orticello, i propri interessi. Sarebbe invece compito di un’amministrazione guardare gli orticelli di tutti e impedire che solo alcuni di questi, per loro negligenza, si seccassero. Chiediamo che venga rivisto il regolamento sull’arredo urbano, che si tolga la parola norma e si introduca la parola regola. Inoltre chiediamo un cambio sulle percentuali di metrature concesse: che un dehors non possa superare il 15 per cento della metratura interna del locale. E aggiungiamo che la distanza tra un dehors e il negozio confinante deve essere almeno di un metro e mezzo. Tutti stiamo lavorando, e tutti dobbiamo lavorare con le solite opportunità”, concludono.

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