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Doccia fredda a pochi giorni dal sopralluogo di regione, provincia e iren

I comitati esultano: “Anac boccia il progetto Saliceti: non rispetta il contratto di gara. Occorre un nuovo bando”

Primo sopralluogo al cantiere del biodigestore Saliceti

“Abbiamo vinto una battaglia, non abbiamo vinto la guerra. Canteremo vittoria solo quando Iren, Provincia e Regione rinunceranno definitivamente al progetto Saliceti e quando il ministro Fitto revocherà i fondi Pnrr a un impianto che è fuori da ogni regola”. E’ questo il commento di Carlo Ruocco, segretario del “Comitato Sarzana, che botta!”, appena appresa la notizia della delibera con cui l’Anac, Autorità anticorruzione e di vigilanza sugli appalti, ha affermato che non esistono i presupposti di legge per la modifica del contratto di servizio, seguito alla gara europea del 2016, senza procedere a un nuovo bando di evidenza pubblica.

La decisione di Anac, che giunge a pochi giorni dal sopralluogo effettuato dai rappresentanti di Regione, Provincia e Iren nell’area destinata all’impianto, è stata comunicata dal presidente dell’Autority, Giuseppe Busia, alle istituzioni e ai cinque rappresentanti dei movimenti ambientalisti, Roberta Mosti (Comitato “Botta”), Demetrio Macheda (No Biodigestore Saliceti). Luca Cerretti (Italia Nostra), Rino Tortorelli (Cittadinanzattiva), Fabrizia Giannini (Acqua Bene Comune), che avevano denunciato le difformità del progetto Saliceti rispetto alla gara europea del 2016.

Primo sopralluogo al cantiere del biodigestore Saliceti

 

“La delibera di Anac è un premio all’ostinazione con la quale abbiamo proseguito la nostra battaglia – affermano gli ambientalisti in una nota – anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2022. Il massimo organo della giustizia amministrativa aveva avallato la delibera della Regione Liguria che con la procedura di Paur aveva dato via libera al progetto Saliceti. Il Consiglio aveva fatto piazza pulita anche della sentenza del Tar Liguria favorevole ai Comuni di Santo Stefano e Vezzano, che avevano impugnato l’atto della Regione. Mentre i sindaci di Vezzano e Santo Stefano gettavano la spugna, perché “le sentenze si rispettano”, abbiamo deciso di percorrere un’altra strada, trascurata in sede amministrativa: l’incongruenza del progetto rispetto all’oggetto del bando di gara europea del 2016. Iren aveva vinto quella gara, che però la impegnava a costruire un biodigestore a Boscalino di Arcola al posto del vecchio inceneritore, della capacità di 26.000 tonnellate totali di organico e verde ammendante per un investimento di 7 milioni e 700 mila euro. Il progetto Saliceti, non previsto nel Piano d’area e nel Piano regionale 2018, incrementa di oltre il 30 per cento il business rispetto alla gara del 2016”.

Avevano annunciato “la battaglia continua” con un presidio alla Spezia in corso Cavour nel dicembre 2022 proprio dopo la sentenza del Consiglio di Stato. A dare forza alle tesi ambientaliste la sentenza della Corte di Giustizia europea nel contenzioso tra il Comune di Lerici e la Provincia: “Non si può cambiare il contenuto di una gara a contratto di servizio in corso”.

“Le sentenze vanno rispettate, anche quelle europee”, si sono detti i comitati. E soprattutto vanno lette, come ha suggerito ai primi del 2023 ai comitati la parlamentare europea dei Cinque stelle, Mariangela Danzì, che ha preso a cuore la battaglia spezzina. La parlamentare ha sostenuto anche in sede di commissione petizioni dell’Unione Europea col contributo del collega del Pd Brando Benifei le tesi dei comitati. La Commissione Peti si esprimerà il prossimo aprile.

Per nulla inebriate dall’importante risultato, le cinque associazioni continuano a ripetere, come hanno fatto negli scorsi mesi tra la diffidenza della politica, che continueranno la battaglia con altre iniziative in tutte le sedi istituzionali italiane ed europee, affinché questo primo risultato “non sia inghiottito dalle pastoie della politica romana e genovese”.


La delibera di Anac

L’Autorità anticorruzione e di vigilanza sugli appalti ha notificato alla Provincia, alla Regione, a Iren e ai comitati “Sarzana, che botta!”, “No Biodigestore Saliceti”, “Acqua Bene Comune”, “Cittadinanzattiva” e “Italia Nostra” la deliberazione del Consiglio dell’Autority del 20 febbraio scorso: il contratto di servizio, seguito alla gara europea del 2016, non può essere modificato senza l’espletamento di una nuova procedura di evidenza pubblica.

Il testo della deliberazione recita: “La modifica adottata in corso di esecuzione del contratto appare da ricondurre a carenze della progettazione degli impianti a base di gara anche in virtù del tardivo recepimento dei criteri di dimensionamento desumibili dalla pianificazione regionale e provinciale della gestione dei rifiuti in via di elaborazione. Non si rileva la ricorrenza dei presupposti di legge, per la modifica del contratto senza il previo espletamento di una nuova procedura di evidenza pubblica, non sussistendo l’asserita condizione di imprevedibilità della variante. Diamo mandato al competente ufficio, di trasmettere la presente delibera alla Provincia della Spezia, per le valutazioni di competenza e l’assunzione dei possibili correttivi, rispetto alle criticità emerse in istruttoria, nonché a Regione Liguria e a Recos”.

Dopo il riconoscimento da parte del governo di 40 milioni di fondi Pnrr al progetto che nel non figurava nella pianificazione provinciale e regionale, la vicenda Saliceti è sempre apparsa ai comitati una lotteria con un fortunato vincitore.
Iren, unica concorrente, si era aggiudicata la gara europea nell’estate 2016, che la impegnava a realizzare a Boscalino di Arcola un biodigestore da 23.000 tonnellate di rifiuto organico per un investimento di 7 milioni e 700 mila euro di, al posto del vecchio inceneritore da demolire. Alla fine dell’iter amministrativo si è trovata a gestire un progetto da 60 milioni di euro di investimento e 60.000 tonnellate di organico da trattare col premio di 40 milioni di fondi europei.
Ma la giurisprudenza della Corte europea afferma che non possono essere introdotte modifiche tali che, se fossero state contenute nel bando originario, avrebbero potuto stimolare la partecipazione di altri concorrenti.

In pratica: bisogna riavvolgere il nastro. E sarà interessante capire che musica ne scaturirà.

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