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Natale: “Dalla Sardegna ricavo tre insegnamenti. Toti? No al terzo mandato, lanceremo mobilitazione per la sanità”

Il segretario del Pd Ligure commenta il risultato delle regionali sull'isola e guarda all'appuntamento del 2025: "Toti sarebbe per noi il miglior candidato perché c’è una parte della maggioranza che non lo vuole. E ci sono tre, quattro dossier che rappresentano il fallimento di questa esperienza. In primis la sanità e su questo lanceremo una campagna di mobilitazione. Pongo una domanda: dieci anni fa ci curavamo meglio o peggio di oggi?"

Davide Natale

Quello della Sardegna, secondo me è stato un ottimo risultato, dal quale possiamo trarre tre insegnamenti. La crucialità di condividere una candidatura di qualità come quella di Todde, l’aspetto fondamentale di coltivare l’alleanza politica e da questo punto di vista in Liguria siamo avvantaggiati perché collaboriamo da anni con M5S e altre forze di opposizione, l’unione di una autentica coalizione sociale”. A margine della conferenza stampa organizzata dalla segreteria provinciale del Partito democratico sul tema dell’area Enel di Vallegrande, Davide Natale, consigliere regionale e segretario del Pd ligure, fa il punto sull’esito del voto in Sardegna ad una decina di giorni dalla controprova in Abruzzo e la Basilicata dove si andrà alle urne il 21 e 22 aprile. Un Pd che sull’isola è, seppur di poco, il primo partito malgrado il centrosinistra non sia andato unito al voto, con il risultato significativo di Soru e la reazione di Calenda che ieri ha annunciato: “Mai più soli alle regionali. Impossibile non parlare con Conte”. Una situazione in eterno divenire quella delle alleanze, nelle quali sono gli andamenti dei partiti storici a fare poi la vera differenza in termini di consenso.

E adesso? Come interpretare il voto sardo senza lasciarsi andare a facili entusiasmi? E’ la domanda che a sinistra si pongono in tanti. Natale parte dal principio, da quando cioè in estate divenne segretario di un Pd falcidiato dalle fazioni, alla ricerca spasmodica dell’unità. E non solo: “Lo dissi al momento della mia elezione: dobbiamo recuperare quel rapporto proficuo con il mondo del lavoro, delle imprese, delle professioni. Le nuove generazioni? Dobbiamo riuscire a conquistarle e farle crescere: la cosa che mal si sopporta è non essere loro interlocutori. Ma i giovani danno dei segnali: per la pace, per le politiche ambientali, ad esempio Passaggio molto delicato ma anche battaglie da combattere insieme, come quella che si sta facendo per il lavoro stabile”. E sulla “convalescenza” del Pd ligure, Natale crede nella giusta strada intrapresa: “Avevamo un progetto che non richiamava più il consenso, alle ultime elezioni una parte è rimasta a casa e un’altra ha scelto la destra. Ora c’è una nuova attenzione verso di noi. Di certo lavorare sulla nostra litigiosità interna quasi patologica aiuta”.

Altro tema di queste ore è quanto il risultato del voto in Sardegna incida sulla questione terzo mandato e, dunque, sulla conferma della candidatura di Toti alla presidenza di Regione Liguria. Al netto della legge regionale che pone la Liguria su un piano diverso da Veneto e Campania, c’è chiaramente il tema dell’opportunità politica: “Non sono favorevole al terzo mandato e mi fa specie chi fa dei paralleli: un conto è fare i consiglieri comunali o regionali, un conto è fare il sindaco o il presidente di Regione. Ma come Regione Liguria se ci fosse il terzo giro, Toti sarebbe per noi il miglior candidato perché c’è una parte della maggioranza che non lo vuole. E ci sono tre, quattro dossier che rappresentano il fallimento di questa esperienza amministrativa. In primis la sanità e su questo lanceremo una campagna di mobilitazione. Pongo una domanda: dieci anni fa ci curavamo meglio o peggio di oggi? All’epoca il nuovo Felettino costava 175 milioni con copertura finanziaria totalmente pubblica, oggi c’è un bando da 264 milioni di cui quasi 100 milioni li mette il privato e l’Asl dovrà restituire il tutto in decenni”. Natale pone anche la questione ambientale: “In questi anni nessuna bonifica, l’agenzia regionale dei rifiuti costa 200 milioni anno, il biodigestore sarà una cattedrale nel deserto e dovrà trovare il modo di trattare 60mila tonnellate di rifiuti per stare sul mercato. Infine il tema industriale, il terzo dossier, che riguarda la Spezia con Arsenale ed Enel ma anche Genova con Ilva e Piaggio Aerospace e che nel ponente ligure si traduce nel ramo agricolo visto che la Liguria risulta maglia nera per la distribuzione del Psr”.

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