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Le prospettive per l'area della centrale

Molo Enel, addio alle torri da 2mila tonnellate. Entro marzo i lavori saranno conclusi: poi sulle banchine sbarcheranno le cisterne cariche di Gnl

Le torri trasportatrici in fase di smantellamento

Saranno completate nel giro di un mese le operazioni di smantellamento delle strutture di scarico e trasporto del carbone dal Molo Enel e dalla banchina adiacente. Entro la fine di marzo, infatti, gli operai della ditta Armofer avranno concluso la demolizione e lo smaltimento delle imponenti lamiere da 3 centimetri che costituivano l’architettura delle due torri trasportatrici da 50 metri d’altezza e 750 tonnellate di peso e delle 500 tonnellate di zavorre in cemento armato che oggi giacciono sul molo al quale per sessant’anni hanno ormeggiato le carboniere che trasportavano il combustibile utilizzano nella centrale termoelettrica di Vallegrande.

Le torri trasportatrici in fase di smantellamento

 

L’intervento è stato illustrato questa mattina nel corso di un sopralluogo effettuato dalla stampa e dal sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, nell’area di cantiere, alla presenza del presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva e dei vertici territoriali di Enel, rappresentata da Vincenzo Cenci, Nicola Bracaloni, Maria Luigia Partipilo, Piero Luigi Bianchi e Luca Marena.

I lavori di demolizione e smantellamento, iniziati a settembre 2023, sono diretti dall’architetto Nicola De Mastri, che, visto quel che è accaduto a Firenze la scorsa settimana, ha tenuto a sottolineare l’attenzione con la quale sono stati affrontati i temi della sicurezza.
“La fase di studio degli interventi da compiere – ha spiegato De Mastri – è iniziata a giugno 2022. La bonifica è un aspetto residuale per quel che riguarda il molo, dove il carbone era ancora presente solo in alcune tubazioni. Concluso il lavoro sulle aree a mare, che verranno riconsegnate completamente sgombre, proseguiremo affrontando la demolizione della struttura che include nastro trasportatore  e canali per le acque di raffreddamento”.

“L’intervento ha un costo complessivo di 3 milioni e il ferro ottenuto dalla demolizione verrà recuperato, per un valore stimato di circa un milione di euro”, hanno spiegato Bracaloni, responsabile impianti a carbone di Enel produzione, e Marena.

Dismissione dell'ex molo Enel

 

La prossima destinazione dell’area sarà quella di approdo del traghetto elettrico ro-ro con a bordo le cisterne cariche di Gnl provenienti dall’impianto di Panigaglia. Poi l’area verrà inglobata nel progetto di ampliamento del Terminal del Golfo. Una sequenza messa in discussione dal Gruppo Tarros, che ha presentato un ricorso al Tar della Liguria.
“La pratica è giacente e ci sono state interlocuzioni con il terminalista – ha dichiarato il presidente Sommariva -. Abbiamo chiarito che la sequenza degli eventi è scritta nero su bianco nella concessione rilasciata a Gnl Italia: quando Tarros avvierà il suo investimento il molo e il piazzale dovranno essere lasciati liberi e il servizio verrà svolto in un’altra area del porto. Per noi il problema non sussiste”. L’utilizzo da parte di Gnl Italia si concretizzerà comunque non prima del 2025, anche in attesa del varo del traghetto elettrico di fabbricazione olandese che solcherà il golfo da sud-est a nord-ovest. Un’attività che Sommariva valuta positivamente: “I dati sulle costruzioni navali ci dicono che su 900 unità realizzate nel 2023 ben 500 sono alimentate a Gnl. Nel nostro Golfo ci sarà dunque un presidio energetico di grande importanza per il futuro della navigazione con il servizio di vessel reloading a Panigaglia. E nel progetto integrato c’è anche quello di truck loading, che è comunque un valore aggiunto per il sistema portuale. Di particolare importanza sarà la partnership con Enel, nel solco dei protocolli d’intesa stipulati già nel 2021, nei diversi progetti di decarbonizzazione delle attività portuali che vedono nell’elettrificazione delle attività operative, a partire dal cold ironing, il fulcro del porto di domani”.

Dismissione dell'ex molo Enel

 

Il sopralluogo è stato l’occasione per fare il punto sulle iniziative che Enel sta sviluppando sul sito della centrale, con un focus sulle le fasi legate alla dismissione e alla successiva demolizione degli impianti della vecchia centrale a carbone, comprese le attività di caratterizzazione ed eventuale bonifica dei suoli.
“Stiamo valutando ipotesi di utilizzo a vantaggio dei settori dell’artigianato e della piccola industria – ha chiarito Cenci, responsabile dell’impianto spezzino – oltre alla prosecuzione in ambito energetico, con il campo fotovoltaico e il sistema di accumulo dell’energia”.
Prospettive che ridimensionano le ipotesi di un utilizzo del cuore dell’area per attività legate alla logistica e alla portualità, anche se Enel prosegue nella sua posizione di attesa, non chiudendo la porta a nessuna opzione che venga proposta e concertata con il territorio.
“Stiamo lavorando sul Piano operativo per la demolizione della ciminiera, che sarà un intervento piuttosto complesso, e ci stiamo dando da fare per portarlo a termine nella maniera migliore e nei tempi più rapidi possibili. Nel frattempo – ha proseguito Cenci – abbiamo demolito i serbatoi degli oli combustibili. Bonifiche? Sino a ora nell’area della centrale non ce n’è stato bisogno, svogliamo di volta in volta le caratterizzazioni del suolo e sulla base dei risultati interveniamo. Abbiamo trovato residui di carbone, come è logico, ma li stiamo rimuovendo. Nei carbonili, invece, stiamo bonificando scarificando il terreno in superficie con le ruspe, per una profondità di circa 20/30 centimetri, per rimuovere tutto il carbone ancora presente”. In particolare, è già stato completato lo smantellamento di due serbatoi da 50mila e da 30mila metri cubi, del carbonile ovest, l’area dell’impianto Gesso.

Il sindaco Peracchini, soddisfatto per le rassicurazioni ottenute sull’iter di demolizione della ciminiera e del nastro trasportatore entro il 2025 iter demolizione, ha sottolineato come il Puc preveda una destinazione industriale e artigianale e ha ricordato che gli interventi nell’area saranno oggetto di Puo, che prevede un passaggio anche negli organismi comunali.
“L’amministrazione è costantemente impegnata nel seguire passo passo un percorso sinergico con Enel per valutare iniziative orientate alla riqualificazione dell’area di centrale in un’ottica ambientale e sostenibile e le prime demolizioni avviate rappresentano passi concreti verso questa direzione”, ha aggiunto.

A oggi quel che è noto del futuro dell’area Enel che l’azienda è impegnata nella transizione del sito spezzino attraverso la realizzazione di un polo energetico che prevede l’installazione di un sistema di accumulo di energia elettrica (Bess), con capacità installata 21 Mw, lo sviluppo di un impianto fotovoltaico, la cui capacità installata sarà di circa 7,3 Mw e “lo sviluppo di ulteriori iniziative sviluppate da terze parti in ambiti diversi da quello energetico, come la filiera manifatturiera”. Parole che non dicono molto sul destino di un’area così vasta, preziosa e ambita.

Dismissione dell'ex molo Enel

 

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