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L'intervista

“Variante entro 2026, ragioniamo su ipotesi quarto lotto. Sul Felettino ci giochiamo gran parte della nostra riconferma”

L'assessore regionale amegliese è l'unico esponente dello Spezzino della giunta Toti. Nella lunga intervista a Cds spazia fra elezioni europee e amministrative, mobilità e grandi opere, ciclovia tirrenica, rischio idrogeologico e Via dell'Amore. E sulla polemica delle nuove tariffe decise per le Cinque Terre, apre al dialogo: "Noi abbiamo deciso di mettere in campo un'azione concreta e non ritengo sia accettabile che coloro che prima ci chiedevano di trovare una soluzione oggi dicano che questa soluzione non la vogliono, forse dimenticando i momenti in cui scrivevano di questi problemi alla Prefettura. C'è un tavolo, una sperimentazione, non è un'operazione alle spalle delle Cinque Terre ma nasce per dare più respiro a quei territori senza far perdere attrattività e riscontro economici. Se questo obiettivo verrà raggiunto vuol dire che abbiamo portato a casa il risultato, se invece i riscontri saranno parziali penseremo a delle modifiche". E sulla Via dell'Amore, che riapre totalmente dopo 12 anni: "A luglio la inaugureremo".

Giampedrone e Toti

“Il quadro complessivo del Paese ci vede impegnati in un contesto amministrativo e politico che riguarda esclusivamente la nostra regione. Toti è presente a Roma con un gruppo di parlamentari, ma rispetto alle Europee non abbiamo schierato nessuno. Siamo allineati col centrodestra, ci saranno tanti candidati liguri e credo possano essere sostenuti da parte del nostro mondo, l’area civica e moderata che già governa in molti Comuni. Sulle elezioni europee Toti è stato molto chiaro”. Fra le scadenze elettive delle consultazioni continentali e locali previste per giugno e l’attività amministrativa da assessore regionale della giunta in carica, Giacomo Raul Giampedrone percorre con le parole l’intero cammino delle sfide prossime, concentrando lo sguardo sull’estremo levante della liguria, suo territorio di riferimento. In fondo l’ex sindaco di Ameglia, da otto anni al fianco di Giovanni Toti al governo della Liguria, è pur sempre l’unico rappresentante “spezzin parlante” della giunta in carica. Titolare di deleghe cruciali, Giampedrone non si sottrae ad un’introduzione più politica dentro un’intervista che tocca soprattutto l’attività amministrativa.

D’accordo le Europee, ma a giugno si vota in tantissimi comuni per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale. Per la lista Toti, con chiara e sempre più forte matrice civica, quello è il vero banco di prova.
“E’ una tornata amministrativa molto importante in tante realtà della Liguria dove i totiani saranno protagonisti e daranno un contributo importante non solo con sindaci di riferimento che magari si ricandidano per un secondo o terzo mandato ma anche in realtà in cui il centrodestra deve cercare di contendere comuni non ancora conquistati in questi otto anni di mandato. È un passaggio molto importante perché un conto è essere un partito forte a livello nazionale, altra cosa dimostrare di essere alternativa nei territori. E mi pare che su questo l’impostazione di un percorso unitario sia l’unica strada percorribile nella consapevolezza che il baricentro Toti porti una base di consenso territoriale diversa e più ampia dal voto delle europee. Sempre con uno sguardo al futuro, visto che tra due anni si torna a votare per la Regione e da questo punto di vista il presidente ha già dato disponibilità a ricandidarsi nell’alveo di una colazione che mi pare abbia espresso ampio gradimento nei suoi confronti. Ad ogni modo si faranno tutte le valutazioni con la coalizione quando sarà il momento”.

 

Toti e Giampedrone

Mettiamo da parte il tema urne, ci sarà tempo per riparlarne. Gli spezzini hanno un pensiero fisso che si chiama Felettino. Prima pietra ad aprile?
“Sul nuovo ospedale della Spezia si è fatto un lavoro molto importante che capisco possa essere anche difficile da capire. Siamo usciti da un appalto nato male ma oggi ci sono tutte le condizioni per fare quello che serve. Arriveremo alla tornata elettorale delle regionali non con il Felettino finito ma certamente con un cantiere avanzato, che spero possa veramente essere una svolta per tutto il contesto della sanità locale. È un tema centrale per la città capoluogo di provincia e per tutto lo Spezzino: credo che su questo ci giocheremo gran parte della nostra riconferma. Lo dico ben sapendo che quelle non sono le mie deleghe, ma nella consapevolezza della crucialità di quell’opera, soprattutto per me che sono l’unico assessore spezzino della giunta in carica. A primavera inizieranno i lavori e il termine è quello fissato a base di gara, meno di tre anni. Abbiamo lavorato senza sosta: qualcuno ha capito, altri meno ma posso assicurare che non abbiamo mai perso un solo minuto per arrivare a questa nuova apertura di cantiere”.

L’altra infrastruttura che la città capoluogo attende da anni è la Variante Aurelia. Un percorso ad ostacoli ancor più complicato di quello del Felettino, fra imprese in ritirata, prescrizioni della Soprintendenza, varianti di progetto, ritrovamenti inattesi. Tempistiche?
“La premessa è simile alla vicenda del Felettino rispetto alla situazione ereditata da chi ci ha preceduto, con l’abbandono della Toto Costruzioni e la presenza di una frana che nel precedente progetto non era stata segnalata. Dobbiamo ringraziare tutti i governi che si sono succeduti compreso l’attuale che ha coperto negli ultimi mesi anche il finanziamento del terzo lotto, già andato in gara e assegnato. Per questo cantiere abbiamo fatto una scelta coraggiosa dividendo in tre sub-lotti l’appalto iniziale, rifacendo le gare: il primo sub-lotto vedrà la fine del 2025, il secondo è stato già consegnato e a marzo avvieremo il terzo sub-lotto in modo che si lavori in continuità. In questo modo un’opera ferma e abbandonata ha trovato una strada, le coperture finanziarie e pensiamo che entro il 2026 possa arrivare a compimento. Il quarto lotto che unirebbe la Val di Vara all’A12? Quell’ipotesi di tracciato c’è ancora ma la priorità è chiudere questa partita. Con Anas stiamo ragionando di quest’opera e di altre come ad esempio la variante al centro artigianale di Arcola o la rotatoria che entri nella Ripa a Vezzano. Prima però portiamo a casa dei risultati che, va sottolineato, non erano scontati per come abbiamo ereditato la situazione. Esattamente come per il Felettino”.

Si parla di viabilità e giusto in queste settimane la bretella La Spezia-Santo Stefano è di nuovo sotto i ferri. C’è il rischio di un periodo-caos legato al termine dei lavori visto che stiamo andando spediti verso la stagione turistica?
“È doveroso innanzitutto ringraziare i cittadini per la pazienza. Al momento si lavora sulla parte del raccordo più prossima alla città: quando si lavora così vicino al centro urbano è chiaro che il disagio aumenta. Questa parte finirà il 27 marzo, in tempo per le festività di Pasqua. Poi rimane un ultimo intervento ad opera di Salt, che ringrazio per la gestione attenta dimostrata in queste settimane, sempre verso Via Carducci e la città: per questo ci metteremo a un tavolo con le istituzioni e tutte le parti interessate per capire il momento migliore per cantierare. Lo scorso anno abbiamo visto che il mese di agosto, nonostante sembri una contraddizione, è in realtà un mese che impatta meno grazie alla chiusura delle scuole e ad un rallentamento della vita lavorativa dei cittadini. I cantieri creano disagio ma sono necessari a perseguire l’interesse pubblico della sicurezza delle persone e per questo chiedo ancora un po’ di pazienza”.

 

Tracciato Ciclovia Tirrenica

La ciclovia tirrenica è un approdo futuribile soprattutto se le opere vengono finanziate e partono.
“Parliamo di quindici milioni di euro divisi in cinque lotti nello Spezzino. C’è un paesaggio straordinario che guarda sempre più ad un turismo sostenibile e la ciclovia tirrenica è un’opera che va in questa direzione. Abbiamo assegnato tutti gli appalti ed entro giugno partiranno i cantieri dei cinque lotti assegnati con il Pnrr. Abbiamo inoltre stanziato un’altra quindicina di milioni per sviluppare lotti nuovi con i fondi Fsc, grazie all’accordo siglato come prima Regione in Italia con il Presidente del Consiglio Meloni. Il sogno partito anni fa è quello di unire Ventimiglia a Roma: è un lavoro lungo perché già unire la Liguria è un grande impegno, farlo con la Toscana e il Lazio è un approdo bellissimo. Abbiamo lavorato molto bene con le altre regioni, al netto delle differenze politiche, nel pieno rispetto del territorio di rappresentanza e dell’interesse dei cittadini”.

La Via dell’Amore dopo dodici anni è pronta per riaprirsi totalmente a cittadini e visitatori. C’è un’intera generazione che la percorrerà per la prima volta. Ci siamo quasi?
“Parliamo di 26-27 milioni di euro di investimenti per un’opera attesissima. Riaprire dopo anni la Via dell’Amore ha un valore enorme e abbiamo indicato luglio come mese di riapertura complessiva di questo sentiero patrimonio Unesco. Ma non vogliamo fermarci qui e stiamo ragionando con il Parco del sentiero Manarola-Corniglia, anch’esso chiuso da tanto tempo. È un lavoro difficile tanto quanto quello della Via dell’Amore e forse ancor più costoso, anche perché è un tragitto lungo più del doppio”.

 

Caos in stazione a Monterosso

Da assessore del posto che cosa si sente di dire sulla questione flussi alle Cinque Terre. Regione Liguria e Trenitalia hanno fatto la loro mossa, i territori interessati direttamente però non ritengono che la strada sia quella giusta. Ed ora?
“Per quanto riguarda la gestione dei flussi, la stessa disponibilità dimostrata dal presidente Toti è un segnale molto importante. I tavoli di confronto vanno avanti, ci sono delle frizioni per un progetto sperimentale che parte però da una considerazione fondamentale: la necessità di trovare una soluzione che consenta di avere non il numero chiuso ma una gestione responsabile dei flussi. Noi abbiamo deciso di mettere in campo un’azione concreta e non ritengo sia accettabile che coloro che prima ci chiedevano di trovare una soluzione oggi dicano che questa soluzione non la vogliono, forse dimenticando i momenti in cui scrivevano di questi problemi alla Prefettura. Secondo me ci può essere una via di mezzo, che peraltro ha trovato riscontri: la Regione conduce una partita non facile per diversificare i flussi, consapevole che il ritocco alle tariffe va accompagnato da politiche turistiche centrate, senza naturalmente ledere in alcun modo gli operatori turistici. C’è un tavolo, una sperimentazione, non è un’operazione alle spalle delle Cinque Terre ma nasce per dare più respiro a quei territori senza far perdere attrattività e riscontro economici. Se questo obiettivo verrà raggiunto vuol dire che abbiamo portato a casa il risultato, se invece i riscontri saranno parziali penseremo a delle modifiche”.

Capitolo rischio idrogeologico, altra delega “pesante” del suo assessorato. Crede che in questi otto anni abbiate fatto abbastanza per mettere in sicurezza una regione fragilissima come la Liguria?
“Oggi la Liguria è più sicura di otto anni fa. Abbiamo investito quasi 1 miliardo di euro per il contenimento del rischio idrogeologico in una regione molto fragile che ha sempre bisogno di interventi. Abbiamo però invertito una tendenza, lavorando ogni giorno in un complesso di opere anche attraverso la crescita di una Protezione civile che è diventata fiore all’occhiello del Paese. Lavorare non solo sulle situazioni emergenziali ma anche sulla resilienza è la strategia che abbiamo adottato e che l’Italia ha preso a modello. Finalmente non si lavora solo per ricostruire ma anche per la prevenzione: il rischio zero non esiste mai, il clima cambia velocemente, le sfide sono continue, basti pensare a ciò che è avvenuto di recente in Emilia-Romagna e in Toscana. La scommessa non è vinta, c’è da lavorare tanto ma in questa materia siamo stati capaci di invertire la tendenza”.

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