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Dibattito con i sindacati all'urban center

Sicurezza sul lavoro e contratti, Orlando: “Fincantieri opera con fondi pubblici: basta con i lavoratori di serie A e di serie B”

Andrea Orlando e Chiara Gribaudo all'Urban center

I temi del lavoro, della sicurezza in azienda, dei contratti giusti e dell’integrazione sono stati al centro dell’incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio all’Urban center di Via Carpenino, con la partecipazione del deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, di Chiara Gribaudo, deputata e vice presidente nazionale del Pd, e dei segretari generali territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Luca Comiti, Antonio Carro e Marco Furletti.

“Un dibattito che ricalca la piattaforma nazionale con cui da anni rivendichiamo un lavoro sicuro e giusto – ha spiegato Comiti, numero uno della Camera del lavoro spezzina -. Il contesto attuale è drammatico, ce lo dicono i numeri. Si sta facendo ancora troppo poco: la sicurezza è vista come un costo e non come un investimento. Le criticità maggiori sono nel sistema degli appalti, soprattutto nel comparto della nautica e del navale dove bisogna combattere quotidianamente contro il fenomeno del dumping, contro condizioni di lavoro inaccettabili, contro contratti collettivi nazionali diversi da quelli sottoscritti dai sindacati confederali e contro la precarietà sociale: mobilità e politiche dell’abitare sono temi che le istituzioni si devono porre. Non c’è integrazione, spesso anche a causa delle differenze linguistiche”.
Questioni emerse con forza ed evidenziate dal protocollo sul caporalato siglato nel luglio 2021 in Prefettura e citato da Carro, segretario provinciale Cisl: “Le criticità sono state messe in chiaro e da allora sono nati gli sportelli in Fincantieri, Sanlorenzo e Baglietto con mediatori culturali che contribuiscano al rispetto dei diritti del lavoro e di cittadinanza. C’è ancora tantissimo da fare su un tema che dovrebbe travalicare le posizioni politiche. Siamo nell’epoca della tecnologia e dell’intelligenza artificiale ma ancora non si investe abbastanza sulla sicurezza e sulla dignità umana, che deve passare anche attraverso una giusta retribuzione”.
A tracciare il quadro della situazione ha contribuito anche Furletti, responsabile territoriale della Uil: “In fatto di sicurezza bisogna puntare sull’aspetto preventivo e sulla formazione. Una formazione che dovrebbe riguardare anche i datori di lavoro, prima dell’avvio dell’impresa. Con il bonus 110 per cento abbiamo assistito a troppa improvvisazione dovuta alla proliferazione di imprese edili gestite da persone senza la necessaria esperienza. Inoltre – ha aggiunto Furletti – dobbiamo fare i conti contro le carenze di organico dell’Ispettorato del lavoro e dell’unità Psal della Asl. Lavoro giusto vuol dire anche applicazione di contratti nazionali adeguati, al posto dei troppi contratti pirata che ci sono in circolazione”.

Luca Comiti, Antonio Carro e Marco Furletti

 

Le problematiche sono ben chiare e sono state al centro del sopralluogo che Orlando e Gribaudo hanno effettuato in giornata in Fincantieri e Baglietto.
“Dobbiamo mettere in campo tutto lo sforzo possibile – ha esordito la deputata dem – perché la media italiana è tre morti sul lavoro ogni giorno. Ci siamo concentrati sulla filiera di appalti e subappalti e il lavoro di cui dovremmo farci carico sin da subito è il superamento della prima barriera, quella della lingua. Non è sufficiente la mera formazione prevista dalla legge. Come dice la segretaria Schlein: sotto i 9 euro all’ora non è lavoro, servono giusti salari e giusti contratti collettivi. Al Cnel ce ne sono registrati mille, ma sono quasi tutti contratti pirata. E quel che è peggio è che la destra mortifica dibattito parlamentare e le nostre proposte”.

“Per fortuna si è smesso di parlare di morti bianche, perché gli incidenti mortali sul lavoro non sono una fatalità – ha spiegato Orlando, ex ministro del Lavoro nel governo Conte bis – ma sono legati alla scarsità dei controlli, al tipo di lavoro e al modello di organizzazione. Nell’edilizia, nella cantieristica e nell’agricoltura si corrono i rischi maggiori e i numeri ci dicono che c’è una maggiore incidenza quando si ha a che fare con contratti precari e aziende più piccole. Alla Spezia abbiamo imprese grandi o medie, come Fincantieri o Baglietto, con un sistema controlli che funziona, anche se ci sarebbe da approfondire il tema delle carenze di organico che nel servizio Psal della Asl 5 e da colmare rapidamente. Dovrebbero esserci 4 dirigenti e 12 ispettori, invece abbiamo un solo dirigente e 6, uno dei quali sta per andare in pensione…”.
Orlando ha poi puntato il dito contro il ricorso continuo al modello dell’appalto e del subappalto. “È proprio necessario che un’impresa che opera in gran parte con fondi pubblici non possa avere un modello di business più equilibrato? Noi l’abbiamo proposto in sede di revisione del bonus 110 e del codice degli appalti, perché le aziende ci devono ricorrere per questioni organizzative, non per ridurre il costo del lavoro”.
Anche per il deputato spezzino ridurre il rischio passa anche dall’abbattimento del muro della lingua: “Nei cantieri i preposti alla sicurezza sono quasi sempre italiani, mentre i lavoratori sono bengalesi. In più, a causa di questo modello, abbiamo in città oltre tremila bengalesi. Dove dormono? Come si muovono? Che succede fuori dalla fabbrica? A Monfalcone è esploso il conflitto tra la comunità locale e i lavoratori: se si creano distanze o ghettizzazione poi sorgono problemi per tutti. Il sindaco della città dovrebbe pensarci, altrimenti è una questione che dovremo sollevare noi. E dovremo fare pressione su Fincantieri affinché elimini il modello che crea lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Fatto che sembra invece essere uno degli obiettivi del governo: dividere i sindacati e i lavoratori”.

Andrea Orlando e Chiara Gribaudo all'Urban center
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