Slitta di due settimane il termine per presentare un’offerta di gestione del Museo Tecnico Navale, che oggi doveva vivere il momento dell’apertura delle buste. Qualora ve ne fossero, avverrà il prossimo 26 febbraio. La proroga è stata richiesta proprio da alcuni degli operatori che in queste settimane hanno svolto il sopralluogo previsto da Difesa Servizi nelle more del procedimento per l’affidamento del più antico museo marinaresco d’Italia, ospitato dal 1860 all’interno dell’arsenale marittimo della Spezia.
Molto ruota attorno alla fattibilità economica dell’impresa, che prevede per l’operatore privato un investimento iniziale per lavori edilizi e per l’allestimento multimediale dell’esperienza museale. Il potenziale è enorme, vista la ricchezza dei reperti, ma la struttura datata e “fredda” (in alcune sale, anche letteralmente) nell’allestimento. Il valore economico di 4.2 milioni per 12 anni di gestione stimato da Difesa Servizi si basa su un ipotetico fatturato annuo di 350mila euro, di cui 230mila da bigliettazione e 120mila da bookshop, caffetteria, visite guidate ed eventi particolari.
Una stima “prudenziale” che si basa su un numero di presenze medie annue di 23mila visitatori registrate negli ultimi anni. Con un trend peraltro in crescita: nel 2023, il migliore della serie, gli ospiti sono stati 37mila. E di “ospiti” veri e propri si tratta nel 18% dei casi: in pratica un visitatore del Navale su cinque entra a titolo gratuito con la configurazione attuale. Le categorie omaggiate sono tra le altre il personale della Difesa, le scuole della provincia spezzina, i soci dell’Associazione nazionale marinati d’Italia, i bambini sotto i 6 anni, i disabili e le guide turistiche. La metà (49%) ha pagato un biglietto intero a 5 euro e un terzo (33%) il ridotto a 3 euro. Tra questi gli studenti fino ai 25 anni e i residenti nel Comune della Spezia. Oggi le tariffe sono assolutamente popolari e buona parte dell’incasso finisce all’istituto Doria che aiuta gli orfani e i famigliari dei marinai deceduti.
L’interesse e il potenziale di questo tipo di polo culturale e scientifico, su cui negli ultimi anni ha investito fortemente Parigi rinnovando il proprio Musée national de la Marine con un lavoro durato sei anni, è confermato dal bando “gemello” per il Museo Storico Navale di Venezia. Il 30 gennaio scorso è stata annunciata l’assegnazione alla D’Uva srl di Firenze, azienda pioniera delle audioguide sin dagli anni Cinquanta, capace di valorizzare siti come il Pantheon di Roma, il Duomo di Milano, la Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli e il parco archeologico di Pompei.