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Dopo lo sciopero dei giorni scorsi

Pci: “Servono certezze per i lavoratori ex Call and Call”

Lavoratori Cds (ex Call and Call) in presidio

“L’azienda Cds, precedentemente nota come Call&Call, è ormai da mesi al centro delle preoccupazioni con un triste scenario fatto di ritardi nei pagamenti degli stipendi e di profonda incertezza sul futuro dei lavoratori e dell’azienda stessa. In un drammatico sviluppo, infatti, 220 lavoratori, molti dei quali vantano una solida esperienza ventennale, si trovano ad affrontare una minaccia costante: il mancato pagamento dello stipendio e la perdita del posto di lavoro. Quello di dicembre è arrivato solo ieri, dopo svariati ritardi e dopo lo sciopero indetto e minacciato ad oltranza dai lavoratori”. E’ quanto si legge in una nota del Partito comunista italiano sulla complessa vicenda dei lavoratori dei Call center alle Pianazze che nei giorni scorsi hanno scioperato.

“La società Cds sembra giocare con la vita dei suoi dipendenti mettendo a dura prova la loro resilienza di fronte a ritardi cronici nei pagamenti, incertezze sul futuro lavorativo, richieste di contributi di solidarietà e, persino, lo spettro dello sfratto esecutivo dai locali attuali che sembra ormai prossimo, il 28 Febbraio. Nonostante queste sfide, i dipendenti hanno continuato a svolgere il proprio lavoro con la solita professionalità e con grande senso di responsabilità – scrivono nella nota – Senso di responsabilità che è mancato a Cds e ad amministrazione comunale spezzina la quale, nella totale mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie, non ha mai preso in considerazione di intervenire nonostante i numerosi solleciti dei sindacati. La situazione assume contorni ancor più preoccupanti considerando il contesto territoriale privo di risorse. Nella provincia spezzina, infatti, la stabilità economica è già precaria e 220 famiglie, molte a mono reddito, a rischio di un profondo impoverimento se non di povertà assoluta, rischiano di diventare un ulteriore affondo ad una crisi già esistente che l’intera comunità non può permettersi”.

“Diventa imperativo un fronte comune delle forze politiche locali e delle sigle sindacali per chiedere l’impegno dell’amministrazione ed un intervento risolutivo e chiarificatore dell’azienda – conclude la nota – che ha il dovere di operare nell’obiettivo di salvaguardare i lavoratori con la garanzia della regolarità degli stipendi e con una reale, certa prospettiva per il loro futuro che deve arrivare al più presto, prima del possibile sfratto previsto a fine mese, prima che sia troppo tardi. Il Partito comunista italiano, c’è e farà la sua parte, come sempre, al fianco dei lavoratori”.

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