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Una mattina in centrale operativa

Una telefonata può sventare una truffa oppure una violenza. La Polizia: “Nostro lavoro senza umanità non si può fare”

“Questo mestiere, senza umanità non si può fare”. Parola dell’ispettore della Polizia di Stato Davide Gandola e formatore che questa mattina ha illustrato, in Viale Italia, il delicato e complesso lavoro della centrale operativa. Il numero di riferimento è quello unico delle emergenze, 1 1 2, dal quale poi vengono smistate tutte le chiamate per le forze dell’ordine, i soccorsi sanitari. In base all’emergenza una volante parte entro 30 secondi e gli operatori nei secondi antecedenti riescono a raccogliere informazioni fondamentali quali: dove, cosa sta accadendo, chi e quante persone sono coinvolte con l’obiettivo primario di tutelare, quindi far mettere in sicurezza, la persona che ha segnalato l’evento. Un sistema diventato infallibile chiamato a rispondere alle situazioni più diverse: dalle situazioni più delicate che potrebbero verificarsi nelle abitazioni, agli interventi su strada dedicati alla vita notturna, senza però trascurare il turismo, sempre in crescita e il sostegno alle persone sole.

Tra i periodi più intensi, quello natalizio. “In quella fase dell’anno aumentano i taccheggi, i furti, le liti e purtroppo, i decessi, perché le feste sono devastanti per chi vive solo. Infatti noi molte volte facciamo anche delle opere di assistenza alle persone che ci chiamano. Se riusciamo ad avere dei momenti liberi loro ci chiamano, li teniamo anche al telefono, mandiamo anche la volante, per dare una presenza di una persona anziana che magari ti chiama solamente per parlare. Si tratta di episodi che si sono verificati molto spesso negli anni anche se con il Centro unico di risposta sono diminuite. Sono tantissime comunque le richieste da parte dei soggetti fragili”.

Con l’arrivo della bella stagione e l’avvento del turismo il carico aumenta e chiamato a rispondere anche a situazioni segnate dalla barriera linguistica. Non è una novità il fascino che esercita La Spezia e provincia sui visitatori stranieri . “Dalla di aprile fino a metà settembre, capita spesso che i turisti richiedano la nostra assistenza per molteplici situazioni.  Ci tengo a sottolineare che il sistema funziona talmente bene che se un turista chiama viene messo in contatto tramite un interprete. Chiaramente non per tutte le lingue ma sono garantite l’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo, il giapponese e il cinese, l’arabo”.

La Centrale operativa della questura della Spezia non è solo telefonate ma anche occhi elettronici che controllano ogni istante le zone più sensibili della città, potendo contare anche sulle telecamere comunali e collegamenti diretti con i presidi sanitari del territorio. A questi e altri sistemi anche più leggeri ed efficaci come Mercurio, per il riconoscimento delle targhe e la geolocalizzazione delle auto, la cui strumentazione passa anche da un tablet a bordo delle “pantere”.

Le segnalazioni dei cittadini non sono necessariamente istantanee ma possono fornire informazioni utili per situazioni problematiche, di degrado, spaccio e di cyberbullismo. Ed è in questo frangente che entra in gioco anche Youpol, che ha un’interfaccia dedicata consultata regolarmente.

“Con questa applicazione abbiamo ricevuto molte segnalazioni proprio dai giovanissimi – ha spiegato una poliziotta e operatrice della sala operativa durante la visita -. Questo è uno strumento importantissimo perché permette di acquisire informazioni non per segnalare emergenze in corso. Per quelle resta fondamentale il numero unico delle emergenze. Siamo sempre a fianco del cittadino e comunque, visto che la schermata è sempre aperta diamo anche le indicazioni se si rivolgessero per qualcosa che non è di nostra competenza”.

“E’ capitato – ha aggiunto l’ispettore Gandola – che una donna segnalasse la presenza di uno stalker sotto casa. La competenza degli operatori e il sistema di Youpol sempre aperto hanno permesso che potessimo intervenire subito. Il nostro invito è quello sì di usare anche questo strumento ma di non dimenticare la rapidità del 112: noi abbiamo gli strumenti adeguati per capire come intervenire e aiutare il cittadino.

Invitiamo sempre a chiamare il 112,anche quando si ha il dubbio se si tratti di una situazione più o meno grave.  Mi fermo spesso a parlare con gli anziani, basta saper ascoltare è capitato ad esempio che riuscissi a sventare due tentativi di truffa”.

A rendere efficace tutto il sistema è comunque la rete con le altre forze dell’ordine che vivono e lavorano sulla strada avendo a disposizione un osservatorio speciale sulle situazioni più delicate: quali la violenza domestica e di genere.

“E’ un problema molto serio – ha detto l’ispettore – come poliziotti e forze dell’ordine assieme allo Stato lavoriamo per fronteggiarlo, anche con strumenti normativi sempre più efficaci, ma  accanto a un intervento di natura normativa ci deve essere un intervento di natura culturale da parte di tutti i cittadini di qualunque nazionalita ed estrazione sociale. Questo tipo di intervento passa innanzitutto da una nostra vicinanza ai cittadini al nostro parlare con loro. Su un intervento possiamo anche trattenerci di più proprio per lavorare sulla sensibilizzazione di determinate circostanze. Servono tanto tempo e molto impegno”.

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