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"l'assessore ponzanelli fa bene a correre ai ripari"

Commercio a Sarzana, Tiberi: “Città non più attrattiva e il Comune non ha il polso della situazione”

Via Mazzini, Sarzana

“Sarzana va bene o male? Cristina Ponzanelli dice di si, Luca Ponzanelli dice di no. Una dipinge la città come attrattiva e competitiva, uno parla di sofferenza delle attività. Una ha fatto chiudere il Consorzio dei commercianti e uno ha ben accolto la sua ricostituzione cinque anni dopo sulle ceneri di quello vecchio”. È quanto afferma il capogruppo di Sarzana Protagonista Matteo Tiberi che sul tema del commercio prosegue: “La città non è più attrattiva, non è più il centro commerciale di un territorio vasto ed i lustrini di alcuni periodi non bastano a superare il deserto quotidiano. Si sparano numeri sulle presenze turistiche, ma è evidente che non tornano. L’assessore corre ai ripari, e fa bene, seguendo l’unica via possibile, per cominciare, quella che personalmente “propongo” ed auspico da sempre, ovvero l’ascolto e la partecipazione delle attività e delle associazioni di categoria, termometro delle situazioni negative e positive anche fuori dal nostro comune. E mentre per la Camera di Commercio i saldi, tra aperture e chiusure delle attività dicono che il Capoluogo raggiunge un risultato estremamente positivo (130 unità), Sarzana si attesta ad un triste saldo pari a 3, che vuol dire praticamente il nulla, anche perché sulle cessazioni effettive il dato non è mai certo, come spiegano gli uffici, per cui potrebbe essere negativo”.
Il consigliere dell’opposizione prosegue: “Il problema vero sta nella sofferenza di molte attività che sono prossime alla chiusura, al ridimensionamento o al trasferimento verso zone e località con più prospettive, quante e quali sono, lo sappiamo, il Comune lo sa? L’Amministrazione ha mai chiesto ad un negoziante, ad un artigiano, di quale aiuto reale abbia bisogno? I problemi per molti stanno nei costi, che spesso sono non più proporzionali a quanto prodotto, nella programmazione, nell’accesso al credito, specie ora che i tassi sono notevolmente aumentati, e che mette molti nell’impossibilità sia di investire in lavoro, e anche di resistere. Sono, anzi, siamo convinti che l’Amministrazione non abbia il polso della situazione, non sappia delle difficoltà reali delle attività specie commerciali ed artigianali e si limita, sostanzialmente a proporre eventi per attirare un po’ di visitatori. Non basta pensare che un Comune fatto questo abbia fatto il suo, dipende quale città si offre, quale decoro, quale pulizia, quale e quanta sicurezza, tutti elementi e situazioni in cui Sarzana soffre tremendamente”.
Tiberi conclude: “La città è buia, insicura e trascurata. La città è slegata nelle sue parti, mancano prima di tutto la comunicazione e la connessione tra di esse, non viene vissuta e sviluppata come un’unica realtà quale invece è e deve essere. Si è perso il sistema Sarzana, si è perso per colpa dei tempi ma ancor più per la mancanza di adattamento e di visione. Sarzana era sinonimo di garanzia per chi voleva aprire un attività, ma ancor più per chi cercava negozi e firme. Oggi non lo è più ed il cambio di rotta non si vede. Sarzana ha un software vecchio, non aggiornato. Inoltre vanno curati i dettagli e sono tanti ma giusto per fare un esempio e ci si renda conto di quanto ci sia da lavorare pongo una semplice domanda: può Sarzana pensare di non avere (se non private) delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici? A voi la risposta, sapendo che qualcuno mente”.

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