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Manifesto per la sanità locale: “Le osservazioni per amor di trasparenza ai numeri forniti dal presidente Toti”

“In questi giorni il presidente della Regione Giovanni Toti ha annunciato l’iniziativa del “Punto stampa” settimanale dedicato ai temi della sanità come una sorta di operazione trasparenza, al fine di evitare “speculazioni sulle difficoltà del sistema sanitario” ligure. Ci ha così “informato” che la Liguria sarebbe ai primi posti in Italia per numero di personale ogni 1000 abitanti, sostenendo che la Liguria sarebbe la terza in Italia per numero di infermieri: 6,5 ogni 1.000 abitanti. Siamo convinti che, nell’ottica dell’operazione trasparenza, dovranno essere ben accolte le nostre osservazioni, a meno di non voler ritenere che il “Punto stampa” sia un… “Punto monologo””. E’ quanto affermano nell’introduzione della nota con cui il Manifesto per la sanità locale commenta le affermazioni rese dal presidente ligure la scorsa settimana.

“Non sappiamo, prima di tutto, da quali dati il presidente abbia tratto le sue classifiche. I dati ufficiali sul personale – affermano dal Manifesto per la sanità locale – sono rintracciabili dal Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato (Rgs), dal ministero della Salute, Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e delle statistiche, nonché dall’Istat.
Dal primo database Rgs, si ricava prima di tutto che gli ultimi dati ufficiali sono fissati al 2021, quindi la “classifica” enunciata dal presidente – se classifica può esserci – non è tanto recente.
E’ dal citato database 2021 che si ricava che, in effetti, la Liguria aveva 6,5 infermieri ogni 1000 abitanti.
Sempre dagli stessi dati, si ricava però che, rispetto alla data del primo mandato elettivo del Presidente Toti nel 2015, il personale complessivo del servizio (e non sistema) sanitario regionale al 2021 è calato da 24.122 unità a 22.885. In particolare, siamo passati da 3.766 medici (2015) a 3.444 (2021) e da 10.088 infermieri (2015) a 9791 (2021). Numeri confermati dai costi per il personale passati da euro 995 milioni (2015) a 933 milioni (2021 – epurato costi Covid), come indicato dalla Corte dei Conti Liguria.
Quindi i “roboanti” numeri di 6,5 infermieri/1.000 abitanti non sono certo una novità o un dato positivo per la sanità pubblica ligure, ma anzi confermano un trend costante in diminuzione rispetto alle capacità di spesa della Regione (115 milioni che la Regione potrebbe dedicare – ma non lo fa – al personale; come indicato sempre dalla Corte dei Conti in sede di parifica del bilancio regionale 2022).
Mentre sulle nuove assunzioni, per verificare se effettivamente siano andate ad incrementare il numero del personale, è ovvio che dovremmo avere anche il dato a saldo: cioè la differenza tra pensionamenti ed assunzioni (e ciò anche senza fare il caso particolare dello spezzino, dove sono stati assunti circa 150 Oss che, però, già svolgevano il loro lavoro alle dipendenze di una cooperativa appaltatrice del servizio. Quindi, in questo caso, nessun miglioramento di standard verso i cittadini)”.

“Quanto poi al dato che il 91% delle prestazioni sia pubblico – come sostiene sempre il presidente – lo stesso non è dato significativo, se non vengono forniti i dettagli del citato 91%. Di cosa? accessi al Pronto soccorso compresi? In ogni caso, tale dato non è confortato dai conti economici della Regione elaborati dalla Corte dei Conti. Nel periodo 2020 – 2022 i costi per acquisti sanitari da privati sono aumentati da 777 a 801 milioni di euro. E sempre la Corte dei Conti – aggiungono dall’associazione – ha tenuto a precisare che, nel 2022, la Regione ha sforato i limiti di spesa sanitaria verso il privato di ben 5,8 milioni di euro.
Siamo poi soddisfatti di apprendere che i lavori con i finanziamenti Pnrr stiano procedendo, anche se dobbiamo sottolineare – e sempre per amor di “trasparenza” – che le nuove strutture territoriali (anche quando sono nuove e non sono riattamenti di precedenti strutture) sono tutte posizionate sulla costa, lasciando i territori dell’interno privi di fatto di un idoneo circuito di assistenza sanitaria di prossimità. Chiediamo, su questo tema, al Presidente Toti che fine ha fatto la nostra proposta di progetto per la gestione dei pazienti cronici nelle aree interne.
Sulle liste di attesa ci asteniamo, per non rischiare di essere tacciati da “speculatori”, anche se i dati sulla mobilità passiva 2022 (159 milioni di euro, con un saldo negativo di 51,4 milioni, + 11,2% rispetto al 2021) dovrebbero far riflettere diversamente e soprattutto agire con investimenti nel pubblico e non continuare a finanziare il privato con effetti deleteri nel medio lungo periodo, concludono dal Manifesto per la sanità locale.

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