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Chieste due commissioni urgenti in comune

Lavoratori ex Call&Call, al termine della mattinata di sciopero arrivano gli stipendi ma pendono ancora lo sfratto esecutivo e tante incertezze

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil: "Risultato importante ottenuto grazie alla generosa mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori se questo è il sistema che serve all’azienda per pagare il giusto stipendio a chi lavora, allora possono stare certi che tutti i mesi scenderemo in sciopero".

Lavoratori Cds (ex Call and Call) in presidio

Rischiano di arrivare in azienda con le serrature cambiate, la mensilità di dicembre ha raggiunto oggi pomeriggio i conti correnti e le prospettive future creano solo incertezza. Così i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno riassunto la situazione dei lavoratori Cds (ex Call&Call), più di 200 sul territorio, che questa mattina in decine hanno partecipato alla manifestazione organizzata alle Pianazze. Tanti i volti preoccupati, alcuni anche con le lacrime agli occhi mentre altri lavoratori si abbracciavano per sostenersi in un momento così delicato, per una situazione che crea forte angoscia in numerose famiglie: in gran numero monoreddito e altre ancora che basano la propria sussistenza sull’impiego nel call center. A fare il quadro sono stati i sindacati e supportati anche dal commissario consigliere di Rifondazione comunista Massimo Lombardi che per la prossima settimana ha chiesto che vengano calendarizzate due commissioni urgenti sul tema.

L’intera vicenda si riassume anche così: il tempo stringe perché, fatto salvo cambiamenti dell’ultimo secondo, l’azienda non avrà più sede alla Pianazze a seguito dello sfratto esecutivo. Tiziana Venelli di Slc Cgil è entrata nel dettaglio sul tema dello sfratto: “C’è uno sfratto esecutivo che doveva già essere in atto al mese di novembre, sulla base della comunicazione che l’azienda comunicò al Tribunale di Monza, i tempi erano poi stati allungati al 31 dicembre perché erano state date garanzie per lo svuotamento dei locali e con una nuova location. Ad oggi però abbiamo avuto una telefonata dal tribunale di Monza venedo a sapere che non si è presentato nessuno per discutere dall’uscita di questo capannone. Se fosse messo in vendita i lavoratori potrebbero recuperare le mensilità e le tredicesime del 2019. Se l’azienda non si presentasse in tribunale si aggiungerebbe un problema al problema perché lo sfratto esecuitivo partirà perché la struttura deve essere messa all’asta: perché dobbiamo avere questi stipendi. Rischieremmo di arrivare a lavorare con le serrature cambiate e i server ancora all’interno, impossibilitando così anche lo smart working, nessuno sa darci risposta. Anzi, ci siamo sentiti dire che non è vero quanto stiamo sollevando in merito allo sfratto”.

Con lo sciopero di questa mattina, a detta di tutte le delegazioni sindacali, qualcosa si è mosso: poco dopo le 15 infatti erano in arrivo gli stipendi. Per la precisione si trattava delle mensilità di dicembre, arrivate come sottolineato dalle delegazioni sindacali con un grande ritardo rispetto a quanto accordato. Ad approfondire su questo tema è Speranza Poleschi di Fistel Cisl: “Da quasi un anno gli stipendi non arrivano più in maniera regolare. Dal cambio dell’assetto societario, nel mese di marzo, abbiamo smesso di percepire lo stipendio attorno al 20 di ogni mese. Di conseguenza tutti i lavoratori avevano organizzato la propria vita su quella data. Da lì in poi, però l’erogazione dello stipendio è passata all’ultimo giorno di ogni mese utile. L’azienda ci aveva chiesto di venirgli incontro e che da luglio saremmo ritornati alle data originale del 20. Così non è stato perché comunque poi lo stipendio non è quasi mai arrivato nemmeno nell’ultimo giorno utile del mese. Siamo arrivati, noi con regolarità, invece a dover ‘minacciare’ l’azienda con scioperi a oltranza, oppure altre azioni. Qui ci sono famiglie intere, con figli, rimaste senza retribuzione. Noi vorremmo anche maggiore chiarezza: ci devono spiegare cosa sta succedendo”.

Le prospettive continuano a essere di incertezza. A sottolinearlo è Alessandro D’Ipollito segretario di Uilcom Uil: “Con l’azienda sono mesi che trattiamo per cercare di migliorare questa fase di stallo che va avanti da troppo tempo. Auspichiamo che arrivi la fusione con un’azienda che potrebbe garantirci una qualità maggiore sia per quello che riguarda anche i rapporti con i committenti – in questo caso Enel, Compass e Illiad – che se ci abbandonassero, la nostra sorte sarebbe definitiva. Questa nuova grossa azienda si sta avvicinando, ma solo così riusciremmo a vedere, dopo anni, una luce che da troppo tempo non vediamo più”.

Tra le voci anche quella di una lavoratrice. Francesca, che lavora nella commessa del Servizio elettrico nazionale ha riportato il suo disagio e quello di molti altri colleghi: “Siamo molto preoccupati, questa situazione che è esplosa adesso va avanti da mesi. Noi è un anno che stiamo pagando un contributo di solidarietà per poterci garantire il posto di lavoro. Adesso, nonostante tutti i sacrifici ci siamo trovati ad attendere sino a oggi le competenze di dicembre. Non è giustificabile, l’azienda poteva spiegarci le difficoltà e come ci siamo sempre comportati saremmo anche andati incontro alle criticità anche in questo caso. Siamo stanchi ed esasperati, abbiamo delle scadenze”.

Infine, il commento unitario sull’arrivo degli stipendi: “Un risultato importante ottenuto grazie alla generosa mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori se questo è il sistema che serve all’azienda per pagare il giusto stipendio a chi lavora, allora possono stare certi che tutti i mesi scenderemo in sciopero. Ci auguriamo però che d’ora in avanti ci possa essere rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori di Cds e che gli stipendi siano erogati in modo regolare. Da parte nostra tutta la disponibilità e volontà affinché si instaurino corrette relazioni sindacali.”

La vicenda ha suscitato anche l’interesse del commissario e consigliere comunale Massimo Lombardi, presente al presidio di stamani che ha sottolineato l’urgenza di portare il tema anche in commissione Lavoro. Lombardi ha spiegato: “Abbiamo chiesto con urgenza che la commissione si riunisca su questo tema e a breve verranno messe in programma due sedute: verranno ascoltati i lavoratori e i sindacati, nella seconda l’azienda, come parte politica abbiamo chiesto anche l’audizione dell’assessore regionale competente perché questi lavoratori devono poter comprendere il proprio presente e futuro. Abbiamo chiesto l’immediatezza e sarebbe auspicabile che le commissioni si possano tenere il 12 e il 13 febbraio prossimi, perché il 28 febbraio ci sarà lo sfratto esecutivo: un’accelerata pericolosa che può mettere a repentaglio i diritti di chi lavora”.

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