LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
"la nostra non è una guerra contro il food"

Trenta commercianti del centro: “Chiediamo di essere ascoltati, siamo stanchi di essere trattati come attività di Serie B”

Un gruppo di commercianti del centro storico risponde al sindaco e all'assessore sul punto della situazione del commercio in città: "Vorremmo un tavolo di confronto pubblico. La nostra non è una presa di posizione politica, non vogliamo che la discussione verta su scelte politiche, vogliamo intraprendere un dialogo costruttivo, ma fare valere i nostri diritti di seri e preparati lavoratori".

Corso Cavour

Chiedono un incontro pubblico, per confrontarsi e trovare delle soluzioni per il mondo del piccolo commercio: quello che resiste e che è passato, anche attraverso la pandemia. La voce di circa trenta commercianti cerca di farsi sentire, ancora di più, dopo l’articolo di Città della Spezia uscito nei giorni scorsi sul tema del commercio e sulle cessazioni di 90 attività nel solo territorio comunale, con le dichiarazioni del sindaco Pierluigi Peracchini e l’assessore Marco Frascatore che invitavano a “Non avere paura del cambiamento” e la necessità “di restare al passo con i tempi” . Le attività al quale l’articolo faceva riferimento sono le più diverse, non tutte del mondo del dettaglio, ma chi ha visto i vicini di saracinesca sparire ha tante domande alle quali vorrebbe trovare una risposta.

A porre la questione, oggi, sono una trentina di commercianti che si sono radunati nel giro di un paio di giorni e appartengono alle categorie merceologiche più diverse: tra di loro c’è chi ha l’abbigliamento per adulti e chi per bambini, macellerie, negozi di estetista, parrucchiera, gioielleria, bijoux, scarpe, panifici, pastificio. Tra di loro c’è anche Angela Torroni, esercente del centro storico e portavoce dei trenta firmatari della risposta indirizzata al sindaco e all’assessore.

“Vorremmo semplicemente essere ascoltati e poterci confrontare, non privatamente, raccogliendo le opinioni anche di altri commercianti  – spiega Torroni contattata da Città della Spezia -, sederci letteralmente a un tavolo pubblico per trovare una soluzione. Auspichiamo in un confronto diretto, un’occasione anche per avere punti di vista diversi. Su un punto vogliamo essere chiari noi non vogliamo fare la guerra al food ed è giusto che goda delle possibilità di cui può usufruire. Dalle nostre attività quando vediamo che uno o più dehors ci rendono ‘invisibili’, chiediamo perché non veniamo considerati”.

Pochi punti, sui quali hanno lavorato in più di trenta e che nella risposta viene sviscerata una questione sulla quale si dibatte da tempo: quale futuro per il piccolo commercio spezzino? Se per la risposta, come ha detto anche Marco Casarino segretario generale della Camera di commercio della Spezia, non esiste una ricetta semplice, questi commercianti ripartono da carta, penna e alcune idee ribadendo che non è una lotta di fazione, ben lontana dalle posizioni politiche.

Per i commercianti, in riferimento alle dichiarazioni del sindaco e l’assessore: “Si conferma la totale estraniazione dalla realtà cittadina e in particolare del centro storico da parte del Sindaco e della sua giunta . Non voler accettare che la strada intrapresa è sbagliata, concedere ad esempio, l’apertura di market etnici che non rispettano le basilari norme igieniche o le regolamentazioni sulla vendita di alcolici è solo uno dei molteplici errori che ha reso degradante fare una passeggiata in centro . Sia il sindaco che l’assessore hanno sottolineato che il mercato sta cambiando e quindi noi commercianti dovremmo adattarci a questi cambiamenti. Le lezioni su come fare il nostro lavoro le prendiamo sicuramente in considerazione quando sono insegnamenti fatti da persone che di commercio vivono, affermare come ha fatto l’assessore Frascatore che ‘il futuro è il food’, rende l’idea della totale mancanza rispetto per i commercianti che da sempre hanno reso viva questa città”.
“Il degrado del centro storico parte anche dalla sua estetica, la città è diventata esclusivamente una esposizione di cattivo gusto di tavolini e sedie, negozi completamente oscurati da ingombranti dehors – spiegano -. Queste affermazioni non devono essere lette come uno scontro con gli operatori del food, stiamo tutti seriamente e onestamente lavorando, ma bisogna prendere atto che per la giunta esistono attività commerciali di serie A e attività commerciali di serie B, il famoso detto’ a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”, in questo frangente è molto calzante”.
Un altro tasto dolente per il gruppo di esercenti è il tema dell’Euro 4: “La totale chiusura del centro alle macchine Euro 4 e il progetto di concedere l’accesso al centro solo alle macchine elettriche entro il 2030, quindi tra solo sei anni, è un’altra dimostrazione del non interesse al commercio spezzino. Commercio che ha reso bella e vivibile la nostra città”.

Una matassa complicata da sbrogliare e i commercianti hanno avanzato anche alcune richieste. “Chiediamo  l’accesso a Piazza Beverini, Piazza del Mercato, ai parcheggi di Viale Garibaldi a tutti gli autoveicoli, compresi euro 4, in maniera da poter concedere l’accesso al centro a tutti, aumentare i parcheggi e non togliere parcheggi già esistenti per concedere ai ristoranti o bar di occuparli con tavolini e sedie”.  A questi punti si aggiungono: “Una nuova regolamentazione per l’installazione dei dehors, almeno 1,5 m dal confine con il negozio vicino, controllo delle strutture fatiscenti presenti in città, inoltre la metratura dei dehors non superi la capienza del locale interno – spiegano -, una maggiore illuminazione delle vie cittadine: punti di Corso Cavour e Via Prione sono al buio o con un illuminazione non consona a vie del centro cittadino”.

“Non abbiamo nessuna intenzione di trasformare le nostre attività in attività food. Vogliamo continuare a lavorare con serietà.
Vogliamo continuare a tenere alzate le nostre saracinesche. Vogliamo continuare a rendere belle con le nostre vetrine le vie della città.
Vogliamo continuare a contribuire a rendere viva la città – concludono -. La nostra non è una presa di posizione politica, non vogliamo che la discussione verta su scelte politiche, vogliamo intraprendere un dialogo costruttivo, ma fare valere i nostri diritti di seri e preparati lavoratori”.

 

 

 

 

Più informazioni
leggi anche
Centro città, Corso Cavour
Paura vs ottimismo
In un anno alla Spezia sono cessate novanta attività. Il sindaco: “Non bisogna avere paura del cambiamento”
Pioggia, autunno, Via del Prione
"nessun trucco, ma i fenomeni vanno governati"
Il peso del piccolo commercio. Casarino: “Si pensi anche all’investimento della tassa di soggiorno per sostenere attività del centro e delle periferie”
Cucina di ristorante
Chi cerca
Annunci di lavoro: tanto turismo e meno commercio, tutte le proposte
Nicola Carozza rappresentante categorie Confartigianato
L'analisi e la proposta
Commercio e centro città, Carozza: “Dati vanno letti con attenzione. Già a ottobre abbiamo proposto di studiare Piano massima occupabilità”
Corso Cavour sotto la pioggia
Dopo il consiglio di ieri sera
I commercianti uniti diventano sessanta: “L’Euro 4 per noi non è una questione politica, ma disinteresse nei nostri confronti”
Commercio, commessa, negozio
In linea con il trend nazionale
Commercio: in dieci anni in provincia sono sparite 374 attività, 137 delle quali nei centri storici. Cresce invece il numero di bar e ristoranti
Dehors
"l'amministrazione deve guardare agli interessi di tutti"
Commercio, decine di negozianti del centro storico contro le metrature dei dehors: “Si riveda il regolamento sull’arredo urbano”
Via Prione Centro Città
Il fronte si allarga
La lettera di sessanta commercianti: “Il centro muore e all’amministrazione non interessa”