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Modus operandi: creatività, empatia con le vittime

Settanta truffe in un anno alla Spezia: la Polizia indaga, arresta e denuncia ma tutti sono potenziali vittime

Oltre all'ultima denuncia a carico di un 33enne, incastrato poi da una cicatrice e dai vestiti, che ha puntato due donne di 84 e 92 anni alla Spezia, la Polizia di Stato e la sezione della Postale lanciano un appello per fare rete e incontreranno la cittadinanza il 18 gennaio alle 17 in Comune a Sarzana.

Settanta truffe tracciate dalla Polizia di Stato in un anno. Le vittime sono soprattutto anziani e l’ultima denuncia, di un 33enne campano esperto nel campo del finto carabiniere, è stata notificata proprio in questi giorni. Ma la Polizia di Stato conosce bene la materia e c’è da dire che la creatività ai malfattori certamente non manca. Sono decine e decine gli episodi e circa il 10 per cento del totale viene segnalato per poi proseguire con una denuncia oppure un arresto. In totale nel 2023 per questo genere di reati la Polizia di Stato, al termine delle indagini della Squadra mobile diretta da Alessandro Pescara Didiana, sono state arrestate 3 persone, altre 6 sono state denunciate, 2 delle quali per favoreggiamento.

Venendo all’oggi. La denuncia a carico del 33enne risale a fatti accaduti lo scorso novembre quando in un brevissimo arco di tempo l’uomo ha “cacciato”, con lo stesso modus operandi, ai danni di due anziane di 84 e 92 residenti in centro e nel quartiere di Mazzetta. Come detto, il metodo è stato lo stesso: un complice “telefonista” ha contattato le due donne raccontando che i rispettivi figli avevano avuto un incidente e per evitare che si potessero presentare ulteriori problemi legali le madri avrebbero dovuto sborsare quantità di denaro e in assenza di contanti sarebbe andato bene anche dell’oro. Il tutto condito dalle urla strazianti, nel caso specifico della 92enne, della figlia in pericolo.

Nel caso del centro città, quando il campanello ha cominciato a suonare, l’anziana nonostante avesse preparato quanto richiesto dal sedicente uomo delle forze dell’ordine ha avuto un guizzo e non ha aperto la porta scampando così alla truffa. Nell’episodio di Mazzetta, purtroppo, il finale è stato differente: la vittima ha consegnato gioielli e denaro per 3mila euro. Un rischio di pochi minuti per l’esecutore materiale, poi denunciato, che però ha fruttato un ingente bottino. La presenza delle telecamere di sorveglianza, la conoscenza del territorio, la banca dati nazionale, le movenze, l’abbigliamento e una cicatrice sotto un’occhio hanno permesso che la Squadra mobile rintracciasse l’uomo, con il supporto della Polizia ferroviaria campana, per poi denunciarlo in questi giorni. Inoltre è emerso che il 33enne era già noto e specializzato nel mondo della truffa. La Mobile è ancora al lavoro per rintracciare il telefonista.

Modus operandi: creatività, empatia con le vittime. I canali di ricettazione. In principio si parlava della creatività dei truffatori, già perché alla Spezia, al momento la più gettonata (ormai da quasi 10 anni) resta la truffa della telefonata del finto operatore di polizia, anche se recitare il ruolo del carabiniere sembra vada per la maggiore, accompagnato dal finto avvocato. Ruoli anche intercambiabili che purtroppo mietono ancora vittime di reati, odiosi, che vanno a minare l’intimità della casa delle persone. Da non dimenticare il modus operandi dei finti tecnici di luce, gas e altri servizi che intimano di mettere addirittura i gioielli al sicuro (è capitato che venisse chiesto di metterli in congelatore) mentre girano per casa cercando pericoli inesistenti. A questa tipologia si aggiungono quelle su strada: l’intramontabile truffa dello specchietto, quella di sporcare la giacca di un malcapitato per rubargli il portafogli e infine, quella del bancomat. Anche quest’ultima ha le sue particolarità: la vittima viene avvicinata al bancomat nell’esatto momento in cui sta eseguendo un’operazione, il malfattore attende che vengano inseriti carta e pin, non perdendo d’occhio il codice. Un istante prima che sia conclusa l’operazione getta a terra una banconota sostenendo che sia caduta alla vittima e un istante dopo sono spariti carta e credenziali con i malcapitati di turni che restano nel limbo: lo sportello si sarà mangiato la carta? Negli anni la Questura ha stanato anche altri particolarissimi metodi: molti anni fa, durante la fiera di San Giuseppe un truffatore girava con un braccio finto, una scena da film. Nella maggior parte dei casi i truffatori non sono persone violente, ma molto loquaci e cercano di creare sempre grande empatia con le potenziali vittime. Quando le truffe non vanno a segno ai proprietari viene restituito il maltolto, quando invece le indagini vanno avanti si ricostruiscono anche i canali della ricettazione: spesso e volentieri con le questure di altre regioni, avvalendosi dell’esperienza investigativa in loco.

I tempi però cambiano e anche le truffe fanno il salto tecnologico passando dall’analogico del contatto fisico e visivo al virtuale con mail, link pericolosi, offerte esagerate, furti di dati personali e quant’altro. Gli uffici di Viale Italia, con il Capo di Gabinetto Federica Vitale e il dirigente della Mobile Alessandro Pescara Didiana hanno lanciato un appello e un invito alla cittadinanza per il 18 gennaio alle 17 a Sarzana, nella sala del Comune, dove parteciperà anche la Polizia postale e delle Telecomunicazioni con il dirigente Alessandro De Nanni. In quell’occasione verrà affrontato proprio il tema della truffa “analogica” e “digitale” per fornire ai cittadini più strumenti possibile principalmente per fare rete. Se si pensa ai tempi moderni la mente si sposta anche sull’intelligenza artificiale: ma in questo caso come si evolve il crimine si sviluppano anche le tecniche investigative a partire dai riconoscimenti facciali.

“Spesso i cittadini più anziani – hanno spiegato i dirigenti – si vergognano di essere diventati delle vittime perché questi reati li ledono nell’autonomia. Può capitare che non raccontino ai propri congiunti gli episodi nei quali sono rimasti coinvolti ma la denuncia al numero unico delle emergenze (1 1 2, Ndr) è fondamentale. E’ capitato anche che i poliziotti restassero in casa delle potenziali vittime. Noi siamo al fianco del cittadino. Ed è per questo motivo che lanciamo l’appello a partecipare all’incontro del 18 gennaio. Non di rado è capitato che a seguito di questi incontri raccogliessimo informazioni utili per le nostre attività. E un dovere ricordare anche che Polizia e Carabinieri non chiamano i singoli cittadini per chiedere denaro contante. Va ricordato che le vittime non sono solamente le persone anziane, ma in base al modus operandi potenzialmente, senza strumenti adeguati nel riconoscere le truffe, tutti possono cadere nella rete”.

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