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I voti del ko di como

Le pagelle: Spezia formato Serie C, la gita al lago è da 4 come i gol subiti

Il 2024 inizia all'insegna del 4 in casa Spezia, come i gol subiti e le valutazioni di gran parte della squadra. Una partita tremenda, a tratti imbarazzante, di una squadra che non ha idee, personalità, leadership e ambizione. E così la strada è una sola, ed è una discesa verso la C

Como-Spezia: riscaldamento

Zoet 4,5 – Forse appesantito dalla pausa, fatto sta che la reattività non sembra far parte della sua partita. Il gol di Da Cunha è angolato, ma l’olandese sembra poter fare di più, idem in occasione del tris di Gabrielloni. Il suo 2024 non inizia al meglio. E se ci si mette pure lui diventa dura. 

Amian 4 – Se non sapessimo che ha chiesto la cessione l’avremmo comunque capito osservandolo oggi. Passeggia per la gran parte della gara, non combina nulla e soffre anche le offensive del Como. Scende in campo e sembra quasi fare un piacere. Ma il piacere, forse, è solo per il Como. 

Gelashvili 4,5 – Al suo fianco non ha una guida e si trova di continuo in apnea, che sia a causa di Cutrone o di Gabrielloni. Quanta fatica quando il Como riparte, è quasi sempre di rincorsa e il pomeriggio è da incubo. 

Nikolaou 4 – L’immagine di quello che non va in casa Spezia. In perenne difficoltà, mal posizionato, in ritardo, lento. È un capitano senza leadership, dovrebbe essere la guida della difesa ma affonda senza senza onore sotto i colpi del Como. Quattro, come i gol presi.

Elia 4,5 – Dalla sua parte agisce Blanco, all’esordio da titolare in B e con ben 44 minuti disputati in stagione. Lo spagnolo fa quello che vuole e il terzino dello Spezia può solo che essere spettatore, rinviando anche in maniera rivedibile in occasione del terzo gol comasco. Male anche quando prova, timidamente, ad attaccare: sbaglia praticamente tutto. Esce infortunato. (Dal 64’ Vignali sv – Verrebbe da chiedersi chi glielo ha fatto fare. Vede quelli che fino a pochi giorni fa erano i suoi compagni passeggiare sui resti di quelli che sono i compagni attuali, subentra e prova a limitare i danni). 

Bandinelli 4,5 – Che fine abbia fatto il leader visto per anni ad Empoli è una delle domande della stagione dello Spezia. Quasi non ci si rende conto sia in campo, sempre superato dal Como, che quando corre in ripartenza non deve nemmeno superare il centrocampo dello Spezia, che non esiste. Non si vede mai, avulso dal gioco. Altro disastro. (Dall’88’ Pietra sv)

S. Esposito 4 – Come Nikolaou è l’altra immagine del fallimento dello Spezia. Lui che dovrebbe essere il motore e il cervello della squadra, finisce per essere divorato dagli avversari. Senza idee, senza leadership, senza personalità, sempre in ritardo: ennesimo flop. 

Cassata 4,5 – Corre, corre e corre ancora. Ma tutta questa corsa non serve praticamente a nulla se fatta a vuoto. Ma almeno lui non è piantato per terra come la maggior parte dei compagni. 

Verde 4,5 – Le uniche occasioni degne di nota nascono dai suoi piedi, ma è troppo poco. Un bel tiro da fuori, poi qualche cross e nient’altro. E piano piano esce dalla partita, diventandone spettatore. (Dal 79′ Candelari sv)

P. Esposito 4,5 – Un buon movimento apre il campo allo Spezia in una delle azioni meglio costruite dalla squadra. Ma un’azione non basta e per il resto del match viene completamente sovrastato dalla difesa del Como, non solo per colpe sue. 

Antonucci 4 – Già a guardarlo pare sconfitto, con la tipica espressione di chi non crede di poter essere incisivo. E infatti nell’unica occasione che si crea, solo contro il portiere, viene assalito dalla paura e spara a salve, con un tiro lentissimo che non fa nemmeno il solletico a Semper. La sua partita finisce dopo un tempo, l’ennesimo impalpabile dei suoi sei mesi allo Spezia. (Dal 46’ Moro 4,5 – La mossa di D’Angelo per cambiare la ripresa, ma che risulta essere un buco nell’acqua. Encefalogramma piatto anche per lui, che almeno calcia una volta in porta). 

Allenatore: Luca D’Angelo 4,5 – Lo Spezia non comincia nemmeno male, ma non può permettersi di giocare a viso aperto e appena il Como se ne rende conto sono dolori ad ogni offensiva. Squadra disequilibrata, spesso mal posizionata, e appena arriva il primo gol si spegne la luce. Non ci sono idee, non ci sono leader pronti a cambiare l’andamento di una partita. Il mercato diventa fondamentale, ma D’Angelo lo sapeva e lo aveva già fatto presente. E questo ritardo invece che aiutare affonda una squadra che già si sta inabissando. 

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