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Como-spezia 4-0

E’ uno Spezia fast food e il Como lo divora sotto gli occhi di Platek

La solita partita: partenza vogliosa, ma attacco anemico e difesa fragile. La squadra sparisce dal campo dopo la prima rete subita. I pali e la scarsa mira dei comaschi evitano un passivo da almanacchi.

Amian, Esposito e Verde

COMO-SPEZIA 4-0

27’pt Da Cunha, 37’pt Cutrone, 14’st Gabrielloni, 18’st Da Cunha

 

COMO (3-5-2): Semper (25’st Vigorito); Curto, Odenthal, Barba; Da Cunha (30’st Verdi), Abildgaard, Bellemo (37’st Rispoli), Blanco (25’st Iovine), Sala; Cutrone, Gabrielloni (25’st Chajia). (Arrigoni, Baselli, Cassandro, Cerri, Ioannou, Ronco, Solini).

All. Osian Roberts.

 

SPEZIA (4-3-3): Zoet; Amian, Gelashvili, Nikolaou, Elia (20’st Vignali); Cassata, S.Esposito, Bandinelli (43’st Pietra); Verde (35’st Candelari), P.Esposito, Antonucci (1’st Moro). (Dragowski, Zovko, Bertola, Cipot, Corradini, Cugnata, Krollis,).

All. Luca D’Angelo.

 

Arbitro: Niccolò Baroni (Firenze).

Assistenti: Marco Scatragli (Arezzo), Federico Longo (Paola).

Quarto ufficiale: Davide Gandino (Alessandria).

Var e Avar: Eugenio Abbattista (Molfetta), Giacomo Paganessi (Bergamo).

 

Angoli: 5-6

Ammoniti: Abildgaard, Amian

Recupero: 1′ e 3′.

Como-Spezia: pre-partita

 

 

Commento.

Lo Spezia inizia il 2024 toccando un nuovo punto basso in una stagione partita malissimo. Il Como lo batte per 4-0 con due gol per tempo, colpendo anche due pali e andando vicino alla rete in almeno altre tre occasioni. Finisce con un dato di 15 tiri lombardi contro i 4 della squadra di Luca D’Angelo, il meno colpevole della situazione.

Sotto gli occhi del presidente Philip Platek, appena arrivato dagli Stati Uniti, va in scena la solita prova fatta di buoni propositivi iniziali che si scontrano con l’incapacità di fare gol e la fragilità difensiva. Così, subita la rete di Da Cunha (27′), i bianchi spariscono dal campo e subiscono presto il raddoppio. Nella ripresa D’Angelo prova a mettere dentro una punta d’area al posto di un inguardabile Antonucci, ma in quattro minuti il Como chiude i conti a cavallo dell’ora di gioco.

I circa 200 spezzini del Sinigaglia chiedono alla famiglia Platek un passo indietro (“Go home!”). L’ipotesi di salvarsi, al momento, non è neanche pensabile senza una rivoluzione che porti via gli scontenti (Amian il primo) e metta dentro forze fresche.

Como-Spezia: riscaldamento

 

Cronaca.

E’ più o meno lo stesso undici visto in campo nell’ultima del 2023 contro il Modena, quello che Luca D’Angelo schiera a Como per la prima del girone di ritorno. Evidenza che significa una cosa: il calciomercato invernale non ha ancora praticamente portato correttivi. L’unici acquisto, Luca Vignali, si siede inizialmente in panchina; Zurkowski ed Ekdal sono andati. Giocano invece Amian e Verde, entrambi con ottime probabilità di cessione nei prossimi giorni, richiesti in serie A da Bologna e Cagliari.

Così il tecnico, a cui sono affidare le chance salvezza degli aquilotti penultimi, deve mettere insieme una squadra che potrebbe assomigliare poco a quella che affronterà il resto del campionato da febbraio in poi. C’è almeno da augurarselo, vista la necessità di forze fresche. Oggi sugli spalti dello stadio Sinigaglia anche il presidente Philip Platek, che dovrebbe portare una maggiore attività nelle trattative, per adesso poco fruttuose.

E’ buona la partenza dello Spezia, che nei primi cinque minuti crossa diverse volte nell’area di casa. Al minuto 9 la proma grande occasione, con Verde che può concludere dall’angolo sinistro dell’area e chiamare Semper a una parata non facile dopo una deviazione. Buono il lavoro di Pio a trovare palla oltre la linea difensiva. Poi Nikolaou rimedia alla prima sbavatura difensiva (11′), quella di Amian che non sale con la linea e lascia Gabrielloni libero di stoppare e concludere, murato dal greco. E ancora Semper (12′) deve intervenire per evitare l’autorete di Sala.

Partita frizzante come la temperatura sotto le Alpi, che rende rada l’erba nella parte che rimane all’ombra della tribuna. Antonucci al ventesimo si crea un’occasione gigantesca andando a pressare alto, ma poi sprecando tutto con un sinistro innocuo tra le braccia di Sempre una volta entrato in area. Peccato, c’era Pio che si era liberato al centro.

Fortunatamente per lo Spezia non è molto più preciso Cutrone (22′), che rimane libero al limite, stoppa il pallone e tutto solo centra il palo con un destro sul secondo palo. La stessa scena si ripete poco dopo (27′) sempre con Cutrone, che questa volta trova il palo sinistro e poi la difesa a liberare dopo che il pallone è tornato in campo. Gli ospiti però non liberano, il Como torna a proporre un uno contro uno sulla sinistra e questa volta Da Cunha evita Gelashvili e infila nell’angolino alla sinistra di Zoet. Spezia sotto al 27′.

Dal settore ospiti si alzano i cori contro la proprietà americana dei Platek, già oggetto di uno striscione che recitava un eloquente Go home!. Lo Spezia, come spesso accade, sparisce dal campo una volta subito lo svantaggio. La squadra si allunga e disunisce, lasciando i centrali all’uno contro uno. E questa volta ad approfittarne è Cutrone che al minuto 37 si trova di fronte Nikolaou, lo evita spostandosi il pallone e incrocia sul palo alla destra: 2-0. Gol fotocopia di quello preso da Da Cunha e partita già indirizzata. Non succede niente di più nel primo tempo.

D’Angelo richiama Antonucci dopo un tempo, partita gravemente insufficiente la sua. In campo va Luca Moro, una punta vera. Lo Spezia prova qualche cross senza risultato, in porta comunque tira solo il Como, due volte con Blanco e senza successo. Elia si ferma e dà segnali di problemi alla gamba destra, poi torna in piedi. In panchina c’è il solo Vignali come esterno: campanello d’allarme. All’ora di gioco si inizia a configurare una sconfitta pesante quando il Como segna la terza rete. Cross respinto male da Elia, dal limite svirgola un giocatore di casa e offre così un assist a Gabrielloni che deve solo toccare in porta da pochi passi (57′).

Lo Spezia d’altra parte è lungo e sfilacciato, con un centrocampo sostanzialmente inesistente che concede la propria trequarti ai giocatori lombardi in tutte le seconde palle. Gelashvili e Nikolaou non si muovono in sincrono e quindi la linea è sempre sfalsata, quindi non esiste l’ipotesi di creare il fuorigioco. Zoet da parte sua non è molto reattivo. E allora non stupisce se al 63′ arrivi anche il 4-0: ancora Da Cunha, su una fascia destra su cui Amian passeggia e Verde non rientra più. Due giocatori che potrebbero essere ceduti tra pochi giorni.

A peggiorare la situazione ci pensa l’infortunio di Elia, che questa volta rimane a terra definitivamente e chiede il cambio. Non era stato bene in settimana ed era in dubbio. Entra quindi Vignali tra gli applausi dei suoi ex tifosi. Nel Como una serie di cambi che porta in campo tutti calciatori di seconda linea, vogliosi di partecipare al banchetto. A dieci dalla fine lascia il campo Verde, forse all’addio definitivo alla maglia bianca.

Gli ultimi venti minuti sono una specie di apnea, in cui il massimo in cui si riesce a sperare è di non prenderne altri da parte di Nikolaou e compagni. A cinque dalla fine Moro svirgola un pallone in area e per poco non batte Vigorito. E’ il massimo che lo Spezia ha potuto produrre in questo secondo tempo. Di là le occasioni sono ben di più: Chajia, Bellemo e ancora Cutrone vanno a centimetri.

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