Non è piaciuto a Comitato No biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Italia Nostra e Cittadinanzattiva il recente intervento di Laura Porcile, segretario provinciale di Azione, a favore del biodigestore di Saliceti. “L’esponente del partito di Calenda – scrivono in una nota comitati e associazioni – afferma che il biodigestore si tramuterà in una riduzione dei costi per i contribuenti. Falso. Il Piano economico finanziario, allegato al progetto, prevede una tariffa di conferimento a carico dei Comuni di 110 euro a tonnellata, esattamente la stessa pagata oggi da comuni spezzini per portare l’organico fuori provincia. Ma soprattutto Porcile ignora che esiste il compostaggio, che ai comuni e perciò ai contribuenti costa mediamente in Italia 84 euro a tonnellata ed è veramente una tecnologia che chiude il ciclo dei rifiuti, a differenza dei biodigestori che producono scarti, CO2 (gas serra) e acque reflue destinate al depuratore. Laura Porcile si è chiesta a chi conviene il biodigestore? Conviene solo a Iren/Recos che incasserà lucrosi incentivi dalla produzione del biometano. Chi distribuisce gli incentivi? Lo Stato. Dove li prende? Dalle tasche dei contribuenti (bollette del gas). Senza incentivi? I biodigestori sarebbero fuori mercato. Lo dicono gli avvocati di Recos in tutte le memorie presentate al Tar e al Consiglio di Stato”.
Gli attivisti invitano poi la segretaria Porcile “a leggere lo studio più completo sulle cause dei più gravi incidenti accaduti in Europa, elaborato dalle università di Brno e di Bologna: esplosioni e incendi. Dove sarà costruito il biodigestore? Affianco al TMB, andato a fuoco nel 2013. Nell’estate scorsa è stato interessato da due principi d’incendio”. E aggiungono: “L’esponente di Azione ignora anche il pericolo per la falda acquifera che alimenta i pozzi di Fornola. Nessun pericolo d’inquinamento? Assolutamente no, tanto che i funzionari della Regione hanno preteso da Recos un sistema di monitoraggio. Le sonde possono fermare l’inquinamento? No, possono solo dare l’allarme per chiudere i pozzi di Fornola. E attivare le autobotti della Protezione civile. Per la Porcile il biodigestore è un’opportunità. E parla di pannelli fotovoltaici e cattura dell’anidride carbonica. Nel progetto, che evidentemente la segretaria di Azione non conosce, nel piano economico non ce n’è traccia”. E ancora, per comitati e associazioni “per gli abitanti di tre comuni c’è un rischio d’inquinamento da ‘odorigini’: volgarmente puzze, aria irrespirabile. Ma a un partito d’élite come Azione evidentemente interessa poco”.
Punto finale della replica, quello della gara che ha assegnato la realizzazione dell’impianto, “una gara europea violata”, secondo comitati e associazioni. “Nel 2016 Acam pubblicò un bando – scrivono -. Prevedeva tra le altre clausole la costruzione di un biodigestore a Boscalino di Arcola, adeguato a smaltire l’organico della provincia della Spezia. Costo di conferimento a carico dei Comuni: 90,5 euro a tonnellata. Un piccolo impianto da 23.000 tonnellate, investimento da 7,7 milioni, ovviamente minori ricavi per Iren dal biometano. Il biodigestore di Saliceti è tre volte più capiente e prevede un investimento di 56 milioni di euro. Una sproporzione che non ha uguali in Italia. E’ premiato con 40 milioni di fondi PNRR, finanziati con le nostre tasse”.