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Pronto soccorso, il centrosinistra attacca: “Sanità ligure allo stremo”. La Lista Toti: “Problema diffuso in tutta Italia”

Ambulanze in coda al Pronto soccorso
Il 2024 si apre come si era chiuso il 2023, ovvero con il Partito democratico, e più in generale il centrosinistra, che muove critiche alla gestione della sanità regionale e la Lista Toti che ribatte colpo su colpo, difendendo a spada tratta l’operato della giunta ligure. Un dibattito quotidiano, che troppo spesso viene trascinato sul campo della retorica.
“Otto anni di governo della Regione da parte della Giunta Toti e la sanità pubblica è distrutta. Ogni giorno si registrano cronache di ordinaria malasanità a cui migliaia di liguri sono sottoposti. Basta con le passerelle e le narrazioni di una Liguria virtuale, la realtà è un’altra – hanno affermato oggi in una nota il segretario regionale del Pd, Davide Natale, e il consigliere regionale dem Armando Sanna – ed è rappresentata da immagini che solo per rispetto di chi vive queste situazioni non vengono rese pubbliche. Anche oggi, decine di persone che si sono recate nei Pronto soccorso ci hanno contattato, per dire che quella che si sono trovati di fronte è una situazione inumana, nonostante la grande abnegazione di medici e personale sanitario, ormai allo stremo. Al San Martino le persone sono costrette in barella per ore o giorni senza sapere se e quando riceveranno una visita. La privacy è completamente azzerata, perché non esiste più distanza tra i pazienti in attesa. La sanità ligure è allo sbando per la cattiva gestione della Giunta Toti che non ha saputo colmare le carenze, assumere nuovo personale e rafforzare la sanità pubblica, come invece altre Regioni hanno fatto. I cittadini liguri, soprattutto durante le feste, fanno i conti con un servizio di guardia medica insufficiente e Pronto soccorso sovraffollati oltre ogni limite, con il rischio che a volte chi deve curarsi rinuncia o rimanda. Servono misure immediate per reperire nuovo personale, i bandi finora indetti si sono dimostrati insufficienti e incapaci di attrarre medici e infermieri che cercano altrove la propria collocazione. Non è più possibile che i cittadini paghino le conseguenze di una gestione della sanità approssimativa e poco lungimirante”.

Con la consueta rapidità è arrivata la replica degli arancioni. “Adesso basta. Non è possibile assistere ogni giorno al fango che l’opposizione getta sulla sanità ligure a scopo puramente politico. Oggi è ancora il Pd a ripetere la cantilena sui Pronto soccorso intasati e la sanità allo sfascio. Potremmo rammentare ai consiglieri Natale e Sanna di leggere tutti i giornali nazionali. Ancora oggi il Tg1 ricordava che quest’anno c’è un’affluenza ai Pronto soccorso tripla rispetto al passato. In tutte le regioni d’Italia. Sono in difficoltà la Lombardia e l’Emilia cui vengono unanimemente riconosciuti i migliori sistemi sanitari regionali. La Toscana è sotto schiaffo, idem Lazio e Campania, nessuno fa eccezione. E’ persino superfluo ricordare come nel corso dell’ultimo “ponte” il sistema dei flu point abbia evitato l’assalto di ulteriori 800 pazienti ai Pronto soccorso liguri.
Tutto questo – affermano dalla Lista Toti – varrebbe però in un dibattito serio, tra persone di buon senso. Ma non è questo il caso, visto che nel comunicato si affermano cose gravissime. Si sostiene che “le persone sono costrette in barella per ore o giorni senza sapere se e quando riceveranno una visita”. Accusa generica, non circostanziata, falsa e pertanto gravemente diffamatoria. Non tanto nei confronti della politica, quanto del personale sanitario che, a parole, il Pd fa finta di blandire. No possiamo accettare che i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri Oss vengano infamati quotidianamente da chi dice che non visitano neppure i pazienti.
Attaccano ancora sui numeri del personale. Ricordiamo che lo smantellamento lo hanno iniziato loro e questa amministrazione sta semmai riparando il danno con concorsoni da migliaia di posti, una cosa mai vista. Loro hanno chiuso i Pronto soccorso, hanno dismesso gli ospedali, specie con una malizia politica tipica del loro partito, vedi il nosocomio di Rapallo. E nonostante le foto con i medici testimonial delle loro campagne elettorali, la loro gestione ha prodotto un buco da 100 milioni e il commissariamento della regione. Dall’alto di cotanto curriculum oggi discettare tutti i giorni su problemi comuni della sanità italiana a cui il Pd, a Roma al governo, come in Liguria non ha mai saputo dare risposte, è francamente grottesco.
Siamo certi che con la loro gestione aumenterebbero i raccomandati con tessera in tasca, le assunzioni delle cooperative senza concorso, il buco di bilancio. Su questo sono maestri. Non aumenterebbero medici e posti letto. Visto che, messi alla prova, le macerie del loro disastro sono ancora lì. E nessuno della classe dirigente del Pd dica che non c’erano. Erano già tutti lì ben accomodati sulla poltrona, dal segretario Natale in giù!”.

Parole alle quali il segretario ligure del Pd e il consigliere regionale Sanna hanno voluto controbattere: “La fantomatica Lista Toti continua nella pervicace azione di deformare la realtà e quello che noi diciamo. Proviamo a essere ancora più chiari: chi rappresenta questa Lista in giunta e al governo della Regione dovrebbe vergognarsi per la situazione in cui versano i Pronto soccorso e per le condizioni disumane in cui obbligano il personale sanitario a operare e i pazienti ad attendere una visita o essere ricoverati, oltre a mettere i parenti in una condizione di ansia continua per la salute dei loro cari. Otto anni di non scelte hanno ridotto la sanità pubblica in queste condizioni, non lo diciamo noi ma lo dicono i cittadini che chiedono assistenza e si mettono in fila al Pronto soccorso; lo dice il personale sanitario costretto a lavorare in condizioni sempre più difficili. La Lista Toti risparmi ai liguri gli alibi e le giustificazioni, e lo scaricabarile sulle amministrazioni precedenti, in otto anni di amministrazione del centro destra la sanità ligure è al collasso. Ci siamo messi più volte a disposizione di una giunta incapace di affrontare il problema per contribuire a migliorare la situazione ma ogni apertura è stata rispedita al mittente. La loro è una responsabilità politica. Quello che serve alla sanità ligure è investire sul personale sanitario, su macchinari all’avanguardia e sulla rete ospedaliera, cosa che in questi anni non è stato fatto e oggi ne vediamo gli effetti. Basta prendere in giro i cittadini o lanciarsi in interpretazioni false. Sono i liguri i primi a raccontare quanto succede ogni giorno nella sanità. Noi gli abbiamo solo dato voce e continueremo a farlo”.

Sui problemi della sanità ligure si è espresso oggi anche il coordinatore provinciale di Sinistra italiana, Nicola De Benedetto, rincarando la dose delle critiche alla gestione attuale e chiedendo al sindaco Pierluigi Peracchini di dare voce al territorio spezzino.
“La situazione in cui è precipitato il Sant’Andrea, come emerge chiaramente dall’accorato appello del Tribunale del malato, sta assumendo una chiara dimensione di emergenza. Circostanza che, al di là delle rassicurazioni irricevibili della direzione Asl, deve condurre tutte le forze politiche regionali ad affrontare un disastro diffuso: l’intervento non è più procrastinabile.
Non è ammissibile che le persone colte nel loro momento più difficile – che è quello dell’incertezza o del dolore – possano essere piegate nello loro dignità e trascurate nei loro diritti fondamentali.
Chiediamo che la situazione sia monitorata costantemente e compensata urgentemente, perché non è plausibile che in reparti nevralgici dell’ospedale manchino ormai in maniera cronica specialisti, anestesisti e infermieri.
Il personale deve essere urgentemente riequilibrato ed è estremamente ingiusto sottoporlo a una gestione perennemente emergenziale, che esclude pianificazione, sostegno e supporto.
Non è lecito per chi amministra la sanità creare un cortocircuito di questa portata, è di fatto una violazione di un diritto fondamentale garantito dalla nostra Costituzione.
Sono peraltro ormai impellenti e gravissime le richieste di chiarimento che arrivano dalle famiglie dei malati, anche oncologici, che denunciano la mancanza di beni di primissima necessità, come la carta igienica.
Questo non è più ammissibile e si deve provvedere immediatamente all’approvvigionamento delle forniture essenziali per assicurare la piena tutela del paziente.
E’ l’ora che anche Peracchini, capo della Conferenza dei sindaci, prenda posizione”, conclude De Benedetto.

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