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Cinque Terre, Natale: “Ci vogliono 80 euro per cenare: non di pesce, ma di treno”

Davide Natale

“Ottanta euro per andare a cena alle Cinque Terre. Non è il conto del ristorante, ma quello del treno dopo gli aumenti tariffari decisi dalla Regione Liguria con Trenitalia, calati dall’alto sulla testa delle imprese locali legate al turismo e sui visitatori stessi. Tanto spenderà una famiglia di quattro persone per arrivare con la ferrovia in uno dei borghi partendo dagli hub della Spezia o Levanto, per esempio, a seguito degli aumenti decisi dalla giunta Toti. E queste le chiamano misure a sostegno del turismo!”. Lo dice Davide Natale, consigliere regionale del Partito Democratico, a seguito dell’incontro avvenuto mercoledì a Genova tra gli amministratori locali della Riviera Spezzina, dirigenti del Parco nazionale delle Cinque Terre e imprenditori e associazioni del territorio preoccupati del nuovo piano tariffario.

“La nostra idea politica di condivisione è assolutamente agli antipodi da quella che pratica sistematicamente il centrodestra di Toti, dal rigassificatore di Savona fino ai treni delle Cinque Terre – continua Natale -. Loro prima decidono e poi illustrano a cose fatte, noi avremmo fatto e faremo il contrario. Sarebbe bastato un confronto sul campo per capire che le Cinque Terre non possono essere trattate come fossero un museo. Il piano così pensato mette in conto un calo delle presenze a causa degli aumenti, come spiegato dallo stesso Toti. Un calo che incide direttamente sulle entrate del Parco nazionale e quindi sui servizi che vengono offerti a turisti, residenti, attività commerciali e imprenditoriali”.

Natale annuncia un’interrogazione per chiedere alla giunta quali modifiche saranno apportate al piano. “Se volesse veramente aprire un confronto con chi alle Cinque Terre vive e opera da sempre, la giunta sospenderebbe l’applicazione della misura – conclude Natale -. Peccato non possa farlo perché si è già proverbialmente venduta il vitello in pancia alla mucca. Non ha messo risorse per finanziare la gratuità degli abbonamenti, che sono a carico delle Cinque Terre, e non saprebbe come finanziare l’annunciata sostituzione di tutti i treni della regione, che sarà sostenuta sempre dalle risorse derivanti dagli aumenti. Se poi chiuderanno attività, le frazioni non saranno più collegate e tante persone perderanno il lavoro a questa giunta non importa affatto. Un cinismo che porterà al collasso un’intera economia. Nell’assoluto silenzio dei sindaci locali del centrodestra, che accettano a capo chino non osando contraddire il ‘capo’”.

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