Controlli a tappeto nelle attività di ristorazione che fanno del cinghiale il piatto principale. A scendere in campo i Carabinieri forestali, i Nas e Asl 5. Otto le attività controllate che comprendono ristoranti e un agriturismo. Il bilancio è di quattro sanzioni per oltre cinquemila euro dovute ad una serie di irregolarità sulla procedura di congelamento degli alimenti, mancata comunicazione degli allergeni al consumatore finale, presenza in cucina di carne di cinghiale priva di documentazione comprovante l’origine e il regolare acquisto.
In un caso specifico è stata accertata la presenza all’interno del congelatore del ristorante di funghi porcini confezionati dal ristoratore in assenza dell’ attestato di idoneità alla vendita e della prevista certificazione micologica. Tra le attività della task force anche la verifica della tracciabilità delle carni di cinghiale ed al rispetto delle disposizioni emanate per il contenimento della diffusione della peste suina africana.
Sempre in materia di violazioni, in questo caso relative alla corretta conservazione dei cibi, militari e sanitari hanno riscontrato l’assenza di indicazione della data di confezionamento e di congelamento e la mancata conformità nella gestione e conservazione di alimenti preparati. In alcuni casi oltre a doversi adeguare al rispetto delle prescrizioni emanate dalla Asl sono anche stati distrutti gli alimenti detenuti in violazione alla legge.