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Il presepe di Mordacci da Migliarina all’Etnografico

Chissà se san Francesco pensava che dopo 800 anni il suo desiderio di rappresentare la nascita di Gesù avrebbe conservato tanta attualità. Era il 1223 quando, quindici giorni prima del Natale, ideò il primo presepe, invitando l’amico, “di buona fama e di vita assai migliore”, Giovanni Velita, signore di Greccio, a procurargli un bue, un asinello e un bambino di terracotta. Lo scrive Tommaso da Celano, primo biografo del santo, richiamando il suo sogno di fare di Greccio una nuova Betlemme. Da allora, come è noto, il presepe rivive ogni anno nelle nostre case e in tanti altri contesti. L’arte ha avuto un ruolo fondamentale nel consolidarne la tradizione: la raffigurazione del mistero della Natività ha mosso la genialità di pittori e scultori di ogni tempo. A proposito di scultura, è attribuito al senese Arnolfo di Cambio, allievo di Nicola Pisano, il primo presepe scolpito nel 1291 in marmo bianco, conservato a Roma nella basilica di Santa Maria Maggiore. Venendo a noi, il gruppo realizzato dal 1984 al 1986 in legno d’olivo da Rino Mordacci per la chiesa di Migliarina, ora esposto nella sala del Museo Civico Etnografico di via del Prione 156 alla Spezia, si compone di quindici espressive statue più l’angelo e la tradizionale capanna.

Rino Mordacci

 

Nello sfondo si vedono le sembianze del bue e dell’asino. Giuseppe, Maria e il Bambino sono, ovviamente, i protagonisti, grazie alla maestria tecnica di Mordacci, che nell’opera riconferma sia la chiarezza di ideali sia il solido legame fra creatività e devozione. La mente va anche alla stella, la cui luce si diffonde in ogni dove: ed ecco accorrere i pastori, distinti nella rappresentazione dei loro mestieri da una modellazione fresca ed armonica. Mordacci, la cui fecondità creativa non è mai venuta meno, ha saputo del resto accreditarsi una propria linea scultorea, grazie all’apprendistato nello studio di Enrico Carmassi, all’approfondimento di molte qualificate esperienze della scultura del Novecento, nonché ad una ininterrotta passione per l’opera di Donatello. Dall’8 dicembre scorso è dato ora a tutti di ammirare all’Etnografico il presepe di Mordacci, grazie a don Samuele Bertonati.

Gli orari di visita della mostra promossa dal direttore Giacomo Paolicchi, con la collaborazione di Pier Luigi Acerbi e di chi scrive, sono i seguenti: giovedì, dalle 10 alle 12.30; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.

(Valerio P. Cremolini)

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