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Oggi fondazione carispezia, ieri hotel croce di malta

Prima e dopo l’arsenale, dal paesello alla città moderna: “Spezzini” è la nuova mostra della Fondazione Carispezia

I volti, i nomi, la storia. Fondazione Carispezia “celebra” il secolo ottocentesco quando la piccola Spezia cambia pelle e connotati per diventare una città capoluogo. Non a caso la mostra si chiama “Spezzini 1797-1923. Volti di una città in trasformazione”. Una città protagonista di due ondate migratorie alquanto decisive perché numericamente rilevanti in un viaggio di oltre un secolo per ripercorrere la storia e l’evoluzione della landa sprugolina attraverso i suoi protagonisti. Nei locali della Fondazione Carispezia, anch’essi in qualche modo facenti parte della mostra visto che un tempo quel palazzo altro non era che il celeberrimo Hotel Croce di Malta, un racconto cronologico e multimediale di 127 anni di storia, dalla fine della Repubblica di Genova all’Età napoleonica e all’Unità d’Italia, fino alla proclamazione della Città sede di Provincia, attraverso gli accadimenti storici, le trasformazioni urbanistiche e di costume dell’Ottocento e del primo quarto del Novecento.

 

Immagini dalla mostra

 

“Con la mostra ‘Spezzini’ la Fondazione prosegue nel percorso divulgativo e di valorizzazione della storia cittadina che negli anni ha riscosso crescente interesse ed entusiasmo da parte del pubblico – ha affermato l’avvocato Andrea Corradino, numero uno dell’ente di Via Domenico Chiodo – Un percorso alla riscoperta delle radici della città, in occasione anche della ricorrenza del centenario della Provincia, per stimolare il desiderio e la voglia di approfondire la nostra memoria e accrescere la consapevolezza di sentirsi parte di una storia comune. Basti pensare che nel 1923, cioè un secolo fa, la ciettà era letteralmente esplosa: contava più o meno 100mila abitanti, più di oggi, mentre soltanto 60 anni prima era un piccolo paese di 15mila anime. Vogliamo dedicare questa iniziativa a tutta la comunità, soprattutto ai giovani e alle scuole che ci auguriamo vengano a visitarla numerose, ma anche ai turisti che, attraverso le storie degli spezzini, potranno conoscere un po’ di più la nostra città. Una città che è diventata capoluogo di provincia, che si è dotata di un tribunale, che ha accolto la Diocesi, originariamente entrambi dislocati a Sarzana. La scelta dell’immagine guida della mostra, una fotografia di Alex Robatel, fotografo in via Cernaia, che ritrae un bambino o una bambina intorno al 1885, è stata scelta dai curatori “per lo sguardo vivace e proiettato al futuro, al futuro di una città che da ‘piccola’ e sonnolenta è diventata, per un periodo, il fulcro del neonato Regno d’Italia. Voleva essere il simbolo di una comunità che ha guardato al futuro e per questo mi auguro che tanti ragazzi e ragazze passino a dare un’occhiata”.

 

Vernissage mostra

 

Il cuore della mostra, curata da Marco Condotti e Riccardo Pioli, è dedicato agli spezzini e alle spezzine, che siano di nascita, d’adozione, onorari, in visita o soltanto di passaggio, noti e meno noti: volti e nomi, si diceva, protagonisti, testimoni e partecipi dell’evoluzione della Spezia. Sono loro i “volti della città in trasformazione”: scienziati, bottegai, industriali, politici, poeti, artisti, scrittori e persone comuni, che hanno lasciato un segno nella storia e nella memoria della comunità. La cronologia, con oltre mille voci tra testi e immagini, si snoda attraverso le sale, insieme a filmati e audiovisivi che arricchiscono il percorso espositivo. Una sala, inoltre, ospita un racconto multimediale, dedicato all’estate del 1853 e ai suoi protagonisti: al centro del racconto la figura di Virginia Oldoini, futura contessa di Castiglione, ricostruita attraverso l’intelligenza artificiale, che narra al fotografo francese Pierre-Louis Pierson gli accadimenti di quella indimenticabile estate, in cui conobbe il futuro marito. E nel finale del video che suggella la visita, una frase suggestiva, emozionante e capace di suggestioni pronunciata dalla contessa, per chi ancora conserva un po’ di immaginazione: “Alla mia Spezia che adoro e dove basta chiudere gli occhi per tornare a sognare”.

 

Immagini dalla mostra

 

Presente al vernissage riservato alla stampa anche il presidente della Provincia Pierluigi Peracchini: “Un modo per riscoprire l’identità e la bellezza di questo territorio, prima dell’arrivo della base navale. E’ una mostra utile a comprendere la bellezza del Golfo e di un territorio che si rese autonomo da Genova con una città capoluogo in grado di crescere velocemente, in amicizia e in pace. D’altro canto anche oggi siamo di fronte a tanti cambiamenti, a sfide nuove come quella dell’intelligenza artificiale e noi dobbiamo valorizzare un patrimonio trascurato per anni. Grazie a Fondazione Carispezia abbiamo l’opportunità di vedere, attraverso i
volti di questi cento protagonisti, chi eravamo e chi siamo oggi”. E a proposito di intelligenza artificiale, viene da aggiungere da parte di chi scrive che molto del materiale presente in questa mostra potrebbe “uscire” dai locali del museo per entrare in città, costruendo percorsi virtuali di visita nelle diverse stratificazioni storiche della città e della sua provincia. Percorsi permanenti per gli spezzini ma anche per tutti quei turisti che hanno voglia di tuffarsi ed immaginarsi il passato con gli strumenti messi a disposizione oggi dalla tecnologia che possono trasformare la semplice divulgazione nelle cosiddette ‘experiences‘ di cui tanto si parla.

 

Una delle tavole cronologiche presenti alla mostra

 

Tornando alla mostra presentata questa mattina, che resterà visibile, ad ingresso gratuito, fino al 28 gennaio 2024, la cronologia della città tocca la vita e le imprese di personaggi spezzini che con le loro storie, alcune poco conosciute, hanno segnato l’evolversi di una piccola comunità affacciata sul Golfo, insieme a quelle di altre figure rilevanti, di diversa provenienza, protagoniste di momenti salienti della vita cittadina. In mostra, inoltre, una tavola divulgativa ‒ un’elaborazione grafica 3D tratta da una mappa dell’epoca ‒ che rappresenta l’assetto urbano della città murata della fine del ‘700. Alla nascita della Repubblica Ligure, nel 1797, la città contava qualche migliaio di abitanti e fu annessa alla giurisdizione Napoleonica come capoluogo del Dipartimento del Golfo di Venere. Nel 1861, alla proclamazione del Regno d’Italia, con il primo censimento ufficiale gli abitanti erano 15.330 e, con la costruzione dell’Arsenale, crebbero a dismisura tanto che nel 1921 il nuovo censimento contava 100.383 abitanti. Nel 1923 Spezia divenne capoluogo dell’omonima provincia, di cui quest’anno ricorre il centenario. Un lavoro che ha trovato il supporto scientifico di Silvano Benedetti, Stefano Danese, Susanna Ognibene, Gino Ragnetti, Marzia Ratti, Alberto Scaramuccia, Pier Gino Scardigli.

 

Vernissage mostra
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