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Sono quasi 1.700 strutture ricettive

Bilancio, dal 2024 via al pagamento dell’Imu per tutti gli appartamenti a uso turistico spezzini. Il Pd: “Nessuna misura a favore degli affitti tradizionali”

“Siamo nella fase di esame del bilancio di previsione 2024 del Comune della Spezia, il documento che dovrebbe definire le azioni del prossimo triennio. Le politiche abitative devono essere strategiche nell’attività politico-amministrativa di un Comune, in particolare in fasi economiche e sociali non favorevoli. Spezia soffre particolarmente la carenza di alloggi locati a canone libero o concordato. La prevalenza è quella degli affitti brevi, tipici dei soggiorni a carattere turistico, che stanno cambiando il volto dei centri storici, del commercio e della sua funzione in quanto servizio al cittadino. L’amministrazione comunale, anche in questo caso, procede senza bussola”. Lo affermano in una nota i consiglieri comunali del Partito democratico Martina Giannetti e Andrea Montefiori, membri della commissione Bilancio di Palazzo civico, spiegando il motivo per cui, a loro avviso, nelle mosse dell’amministrazione comunale manchi un orizzonte. “Nel 2024 – spiegano – è infatti previsto un inasprimento dell’imposizione fiscale sui numerosissimi appartamenti a uso turistico, i quali pagheranno l’Imu anche nel caso il proprietario abbia in essi la residenza. Questa nuova misura, presentata sotto traccia e in maniera sfumata, colpisce le gestioni più prettamente familiari come gli Aaut (Appartamenti ammobiliati a uso turistico), segmento dell’economia turistica con la minore speculazione, non riuscendo a caratterizzarsi come vera e propria presa di posizione rispetto al fenomeno dell’esplosione incontrollata (a giugno gli Aaut erano 1.695) delle case vacanza, bensì rappresentando soltanto un modo confuso di fare cassa (secondo noi tanta cassa). Non sottintende alcuna idea rispetto al futuro della città, né di indirizzo rispetto al tipo di sviluppo turistico che si intende percorrere dal punto di vista delle strutture ricettive”.

Giannetti e Montefiori non si fermano alla critica della misura proposta dalla giunta spezzina e avanzano anche alcune proposte. “Avremmo sperato che, a fronte di essa e del maggior gettito che produrrà, ci fosse un provvedimento a favore delle locazioni tradizionali, necessarie per le famiglie e i giovani spezzini. I modi di intervenire in questa direzione possono essere diversi, come dimostrano le decisioni assunte da diversi Comuni italiani. Le possibilità sono numerose, da incentivi che favoriscono contratti transitori per studenti e lavoratori precari, come nella vicina Genova, fino alla previsione di un numero chiuso oppure, all’opposto, si sarebbe potuto agire sulle aliquote per i canoni concordati, penalizzati negli scorsi anni dalla giunta di centrodestra a guida Peracchini. I contratti a canone concordato sono funzionali proprio ad incentivare i proprietari di immobili nella direzione dei contratti di lunga durata. Avrebbe potuto rappresentare anche il primo passo per ripensare la città e le sue funzioni – concludono i due consiglieri dem – per provare a evitare che i nostri quartieri e il centro storico diventino sempre più dormitori con pochi servizi, con una rete commerciale snaturata e impoverita perché troppo sbilanciata sulla ristorazione. E’ evidente come la questione sia cruciale per la città e il suo domani: le politiche per la casa e quelle per l’economia diffusa rappresentata dalle attività commerciali saranno fondamentali per plasmarne il profilo futuro e decisive per lo sviluppo del nostro territorio destinato, altrimenti, ad un inesorabile svuotamento”.

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