“Ci sono rimasti solo il presidente Toti e qualche sparuto consigliere regionale a difendere gli aumenti delle tariffe ferroviarie alle Cinque Terre. Gli ultimi giapponesi, rimasti a opporsi a un passo indietro che, dopo le nostre prese di posizione, è richiesto anche da forze politiche, consiglieri comunali, rappresentanti locali e da tutte le associazioni di categoria degli artigiani e dei commercianti che hanno dato voce in queste ore ai timori per uno scenario le cui conseguenze economiche per il territorio possono essere devastanti”. Lo afferma Davide Natale, consigliere regionale del Partito Democratico.
“Sentire la consigliera totiana Menini attaccare con toni irrispettosi le posizioni espresse anche da Confcommercio, Cna, Confesercenti e Confartigianato, che rappresentano migliaia di imprese e che temono che gli aumenti siano un incentivo al turismo mordi e fuggi, mi lascia stupefatto – continua Natale -. Le associazioni hanno spiegato chiaramente in quale modo il raddoppio delle tariffe rischi di disincentivare le presenze stanziali. E’ intuitivo che, se la card giornaliera mi viene a costare 32 euro, sarà più facile che una famiglia decida di passare qui una giornata per poi tornare altrove dove i prezzi siano più accessibili, piuttosto che rimanere più giorni e magari ampliare la visita a tutti i borghi e, possibilmente, anche al resto della provincia”.
“Il punto degli imprenditori è che così si mette in condizione il turismo di portare ricchezza magari alla vicina Toscana, dove si pernotta per giorni, per poi organizzare una sola giornata nella Riviera Spezzina – illustra Natale -. Con le risorse che il flusso di presenze genera alle Cinque Terre già ora, i pendolari non dovrebbero subire aumenti e tutti i residenti dovrebbero poter viaggiare gratis non con le riduzioni. Sono i primi a subire i pesanti disservizi che i mancati investimenti sulla tratta generano. Servirebbero più treni anche di giorno, controlli ferrei sui numeri delle presenze sui convogli e la messa in sicurezza delle stazioni, valorizzando il ruolo dello scalo di Levanto, un hub per l’accesso alla riviera”.