Una settimana per vestire di qualche idea nuova lo Spezia. E’ quanto Luca D’Angelo ha a disposizione prima del suo esordio sulla panchina aquilotta, che avverrà venerdì 24 novembre in serale sul campo della Sampdoria, una delle squadre del momento in serie B. La società dei Platek si è questa volta mossa con tempestività, facendo trascorrere solo 48 ore tra la partita contro la Ternana, che ha sancito la fine del corso Alvini, e la chiusura con il suo sostituto. Che sia di buon auspicio.
D’Angelo ha sei partite in quaranta giorni prima della sosta per rendere la classifica meno pesante. Poi ci sarà un mercato di gennaio in cui Eduardo Macia e Stefano Melissano dovranno continuare ad abbassare il monte ingaggi, per portarlo in linea con la media della serie B, e nel contempo aumentare la competitività della squadra. Concetto che significa banalmente renderla più adatta alla categoria.
La salvezza comporterebbe il rinnovo automatico del contratto del tecnico, che il prossimo anno ricomincerebbe da dove aveva lasciato. Trovandosi però una serie di giovani promettenti con un anno di serie B alle spalle e una rosa ulteriormente razionalizzata e resa adatta al proprio gioco in estate, pronta a giocare in uno stadio ristrutturato. Il piano di medio respiro è questo, ma è lontano dall’essere compiuto.
L’urgenza è risollevarsi da una zona retrocessione in cui lo Spezia è piombato in pratica dalla seconda giornata, senza più riuscire a risalirne. Sono ipotizzabili cambi tattici di sostanza e soprattutto nuovi ruoli per alcuni dei calciatori su cui sarebbe dovuto basarsi il nuovo ciclo aquilotto. Prendendo come brogliaccio il Pisa allenato in categoria per tre stagioni, logico attendersi da D’Angelo il ritorno alla difesa a quattro, con Amian e Reca a fare i terzini. Al centro c’è l’imbarazzo della scelta.
Se 4-3-1-2 sarà, Salvatore Esposito si troverebbe a fare il regista classico con al fianco due mezzali; ipoteticamente l’odierno infortunato Bandinelli, che in carriera ha reso al meglio sul centrosinistra, e a destra una serie di candidati interessanti, da Cassata a Zurkowski, passando per Ekdal. D’Angelo a Pisa contava su un gioco verticale che indovinasse gli attaccanti al primo recupero palla.
Pio Esposito e Moro potrebbero allora trovarsi a giocare assieme, bersaglio dei rilanci con un trequartista a supporto, che sia Antonucci o Cipot o anche Kouda, che viene buono anche come mezzala. Anche Krollis a questo punto rientrerebbe nelle rotazioni, finalmente testato per capirne le vere potenzialità dopo quasi un anno da comparsa. Chiaramente il settore più avanzato diventa il meno dotato di interpreti al momento, nota che peraltro in vista di gennaio era già stata attaccata alla cornice del pc.
E poi c’è Daniele Verde, per cui D’Angelo non ha usato giri di parole in conferenza di presentazione (“è un giocatore fortissimo”), ma che forse andrà reinventato in un sistema di questo tipo. Ci vorrà del tempo probabilmente. “Ma poi la differenza la fa l’atteggiamento”, ha detto il nuovo tecnico. E quello invece si può trovare subito.