E così finisce anche l’avventura di Massimiliano Alvini sulla panchina dello Spezia. Luca D’Angelo sarà il quarto allenatore in meno di un anno solare per il club bianco, che quindi a oggi si trova ad averne tre a libro paga. Il toscano di Fucecchio si accomoda nel retropalco dove trova già Luca Gotti, sotto contratto fino al 2024 come il collega. Il primo a finire nella schiera degli ex il 15 febbraio scorso, con la squadra quartultima in serie A e a +2 sul Verona.
Otto giorni più tardi, dopo la partita contro la Juventus condotta da Fabrizio Lorieri, altro esonerato odierno, sarebbe toccato a Leonardo Semplici montare in sella con un contratto che prevedeva il rinnovo automatico in caso di salvezza. Avrebbe chiuso con 16 partite all’attivo, media punti di 0.75 e retrocessione allo spareggio dopo aver in pratica dribblato un infortunio dietro l’altro e vinto due sole partite, sebbene di grande pregio contro Inter e Milan.
Ancora più precoce Alvini, che si ferma a 15 panchine, seppure con una media punti leggermente migliore: 0.87 a partita. Da un precampionato che aveva alimentato speranze di giocare per le posizioni di testa e anche di divertirsi al tracollo nelle ultime tre partite contro Cremonese, Lecco e Ternana che hanno segnato il destino dell’altro toscano. Per quanto riguarda Gotti, unico della triade a non essere stato scelto dal direttore tecnico Macia, sono 25 le panchine totali con media di un punto a partita.
Non si ricordavano annate così tribolate per la panchina aquilotta da molto tempo a questa parte. Passano tre tecnici diversi tra loro, con in comune forse il fatto di avere utilizzato molto il 3-5-2. Chi per filosofia di vita, come Gotti, chi per necessità di blindare la porta, come Alvini.
Ma la vera costante è il gruppo dei calciatori che, al netto della sfoltita operata in estate in vista della serie B, rimane più o meno lo stesso sorto dopo gennaio. Ancora alla ricerca di nuove certezze tattiche, probabilmente di stimoli e in definitiva di un’identità precisa. Ancora alla ricerca di leader. Perché quattro tecnici in undici mesi dicono sicuramente una cosa: non può essere solo questione di “manico”.