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Al centro del dibattito

Area Enel, i 13,7 milioni per l’idrogeno andranno altrove. In Comune scontro sulla destinazione industriale

Centrale Enel

Il futuro dell’area Enel continua a far discutere la politica spezzina. Nel giro di poche ore, infatti, le vicende che riguardano i 70 ettari di Vallegrande occupati per sessant’anni dalla centrale a carbone e oggi alla ricerca di idee e risorse sono state protagoniste prima a Palazzo civico a Genova, rispettivamente nel corso delle sedute di consiglio comunale e consiglio regionale.

Nella serata di ieri la mozione presentata dal Pd ed esposta da Marco Raffaelli è stata bocciata senza mezze misure dal centrodestra. I dem, vista la rinuncia di Enel al progetto per la produzione di idrogeno, chiedevano all’amministrazione di sposare la candidatura dell’area quale sede della futura seconda fabbrica di pannelli fotovoltaici annunciata nei mesi scorsi dall’azienda sul suolo nazionale.
Un’ipotesi che il Pd chiedeva di portare all’interno dei tavoli istituiti con Enel e gli stakeholder e nei confronti con la Regione, affinché promuova questa soluzione.
Il centrodestra con Giacomo Peserico ha rimbalzato il documento motivandolo con il recente dibattito sull’addio all’idrogeno e sostenendo che la riconversione dovrà essere di tipo industriale, a valle di un dialogo con Enel che porti occupazione di qualità indipendentemente dalla tipologia di impianto, da definire nel tempo.

In consiglio regionale l’argomento è stato toccato questa mattina in seguito a due interrogazioni, presentate dal consigliere Pd Davide Natale e da quello della Lista Sansa, Roberto Centi.
In particolare i due esponenti della minoranza hanno chiesto quali siano le intenzioni della giunta sull’area visto che Enel si era aggiudicata il bando regionale con fondi Pnrr di 13,7 milioni di euro con il progetto di produzione di idrogeno verde, già finito in soffitta.

Il neo assessore allo Sviluppo economico Alessio Piana, dopo aver precisato che la Regione non è tra i sottoscrittori del protocollo siglato dal Comune e da Enel, ha confermato che l’azienda il 30 ottobre ha specificato di ritenere di non avviare il progetto, in quanto non rispettava i parametri minimi di sostenibilità economica.
Piana ha proseguito spiegando che la Regione non può che prendere atto della decisione di Enel ma che gli uffici competenti si sono messi subito in contatto con il ministero, che aveva assegnato per la Liguria 14 milioni di euro (13,7 milioni a Enel, primo in graduatoria, e 280 mila euro al secondo classificato) per garantire, in caso di assenso ministeriale, il finanziamento integrale dei progetti che seguivano in graduatoria.

I commenti
“Oggi Regione Liguria conferma quello che andiamo denunciando da settimane: il nuovo management di Enel nominato dal governo Meloni ha appena fatto perdere un investimento da 13 milioni e 720mila euro alla Spezia”, commenta Natale.
“Un regalo del governo di destra, che in un battito di ciglia cancella le prospettive di rilancio di un’area per decenni asservita ai combustibili fossili – continua il consigliere regionale Pd -. Ribadiamo la necessità di  creare qualcosa di importante per l’intero Sistema Paese in quel distretto, che non può essere oggetto di interesse solo per gli stakeholder locali. Sono 74 ettari di respiro internazionale, una delle aree industriali più importanti d’Italia del cui destino a oggi non sappiamo nulla vista la segretezza del protocollo sottoscritto dall’azienda con il Comune della Spezia. Enel non può trattare la Spezia come fosse una merce e il consiglio regionale deve stare al fianco della città in questa rivendicazione – conclude Natale -. Una città che è già ostaggio di un sindaco silente, che sul tema evita accuratamente di spendere una parola da settimane, evidentemente vinto dall’imbarazzo. Auspico che la Regione Liguria non attenda di essere coinvolta nel dibattito ma agisca di propria iniziativa. Ieri il consiglio comunale della Spezia ha bocciato l’ordine del giorno presentato dal gruppo Pd per chiedere di adoperarsi a portare sul nostro territorio la seconda fabbrica di pannelli fotovoltaici di Enel. Spero che il presidente Toti spieghi l’errore che la maggioranza di centrodestra spezzina ha compiuto e che parta dalla Regione una spinta per realizzare l’insediamento. Lo verificheremo nelle prossime settimane, perché se ne discuterà in consiglio regionale”.

Anche Centi si è espresso sul tema al termine dell’assemblea regionale: “Sull’ex centrale Enel della Spezia auspico che il neo-assessore Piana possa lavorare per far tornare la Regione protagonista nella decisione sulla nuova destinazione d’uso dell’impianto. Ricordo che parliamo di un’area vasta, posizionata in un’area strategica, che può diventare una grande opportunità per La Spezia e per tutta la Liguria. La centrale termoelettrica, costruita negli anni Sessanta, ha da subito rappresentato una grande opportunità di lavoro per il territorio, diventando poi un grande problema dal punto di vista epidemiologico e delle bonifiche necessari. Parliamo di una vasta area che può rappresentare una grande opportunità per tutta la Liguria se riconvertita in un progetto in grado di offrire lavoro e soluzioni ambientalmente sostenibili”.
Sulla nuova destinazione d’uso dell’ex centrale di Vallegrande Centi sottolinea come ci siano stati due passaggi, nella risposta dell’assessore Piana, che hanno destato forti preoccupazioni.
“Trovo assurdo che la Regione sia rimasta all’oscuro del protocollo d’intesa che il Comune della Spezia ha condiviso con Enel per il futuro dell’ex centrale – rimarca il consigliere regionale -. Inoltre trovo grave che Enel abbia abbandonato il progetto d’investimento sull’idrogeno verde, legato ai fondi Pnrr, solo in seguito al cambio del management aziendale, pur sapendo da principio che ad un livello strettamente economico si sarebbe trattato di un investimento non molto proficuo. In questa vicenda così ingarbugliata – conclude Roberto Centi – auspico che la Regione torni protagonista, coinvolgendo l’azienda, il territorio e le parti sociali per individuare in modo condiviso la nuova destinazione d’uso dell’area. La posizione strategica che occupa ci permette di poter immaginare soluzioni legate alla filiera della cantieristica navale, alla produzione dei pannelli fotovoltaici o ad altre soluzioni; diverse da quella del turbogas su cui il consiglio regionale si è già espresso due volte (la seconda all’unanimità) in modo negativo”.
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