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Esplode la contestazione

“Dimettetevi!”, gli ultras chiedono la testa di Macia e Melissano

Alvini attende, telefono in mano.

“O vi dimettete o non farete vita”. La contestazione dei tifosi si infiamma all’arrivo del direttore tecnico Eduardo Macia e del direttore sportivo Stefano Melissano. La piazza chiede la testa dei due dirigenti, come aveva fatto poco prima direttamente all’amministratore delegato Andrea Gazzoli. Nel buio di Via dei Pioppi dove la luce è solo quella delle torce, sembra quasi una processione, qualcosa di già visto nel passato. Tifosi da una parte del cancello, amministratore delegato prima, direttori sportivi poi, calciatori infine. Nessuno viene risparmiato, ognuno con la propria dose di colpe. Volano insulti di ogni tipo, si chiedono spiegazioni sulle scelte fatte, sulle volontà della proprietà americana, già contestata con alcuni cori durante la partita. Un epilogo ineluttabile.

 

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Sono un centinaio, gli ultras assiepati lungo Via dei Pioppi, forse qualcuno di più contando anche quelli sulla collinetta, quella collinetta che è stata sfondo di tante serate, alcune indimenticabili. Ma non è la storia che si racconta oggi, assolutamente. I direttori dopo pochi minuti di “confronto” nel quale i tifosi hanno voluto confermare la disistima nei loro confronti, tornano all’interno dello stadio, dove intanto l’allenatore Massimiliano Alvini attende tra le travi d’acciaio del cantiere della tribuna, telefono in mano. Non c’è esonero almeno per ora, visto che alla fine il tecnico salirà sul pullman con la squadra. A colloquio con i tifosi arriveranno poi anche Nikolaou e Bandinelli: è la condicio sine qua non i tifosi abbandoneranno i cancelli per rincasare. Ce n’e certamente anche per la squadra, che è quella che va in campo ed è reduce da tre prestazioni ai limiti della vergogna. Gli ultras vogliono una vittoria a Genova dove “c’è solo un risultato”. Un lungo conciliabolo con i calciatori prima del “rompete le righe”. Finisce con: “Lo Spezia siamo noi” cantato a gran voce.

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