Il porto della Spezia vuole rimanere al passo coi tempi. Tempi non esattamente felici per il benessere generale, né solidi per i cosiddetti equilibri geo-politici, minati dalle crisi plurime che si susseguono dalla fine degli anni zero, acuiti dai conflitti bellici, esplosi particolarmente dopo i già durissimi tre anni di pandemia.
Un porto, anzi un’Autorità di Sistema Portuale, che si prepara a lanciare la sua sfida al mercato, facendo leva sulle sue principali caratteristiche e punti di forza: una forte unione d’intenti degli operatori, la capacità di proporsi sul mercato come un unico sistema logistico integrato, la crescita del trasporto ferroviario, l’innovazione nei servizi e il valore aggiunto rappresentato dal retroporto di Santo Stefano Magra.
Tematiche toccate sia nei differenti interventi che hanno introdotto la prima parte del convegno “Sotto il segno del porto”, ospitato nell’auditorium “Giorgio Bucchioni” dell’Adsp del Mar Ligure Orientale. Ad aprire la lunga mattinata è stato l’ammiraglio di divisione Pierpaolo Ribuffo, Comandante Interregionale Marittimo Nord: “E’ un periodo particolarmente felice per la Marina militare perché viviamo una riscoperta delle politiche del mare. C’è oggettivamente un cambio di approccio e questo ci dà ottime prospettive. Intendiamo esserci e reinterpretare la nostra presenza: da questo punto di vista, stiamo per inaugurare il Polo della Subacquea mentre nella parte occidentale del Golfo modernizzeremo la base e l’intero arsenale che tornerà ad essere cuore pulsante del Paese nel progetto Basi Blu”.
Maria Luisa Inversini, prefetta della Spezia, sottolinea le diverse vocazioni che si compenetrano nel piccolo ma funzionale scalo dell’esterno levante ligure: “Poche città hanno un legame storico con il suo porto. Un porto in netta ripresa, che ha un’accezione molto ampia, con i suoi diversi poli. Quattro poli che devono convivere in modo armonico, l’obiettivo è sviluppare una visione comune del futuro”.
E’ toccato poi al sindaco Pierluigi Peracchini: “Veniamo da un grande passato, penso alla nascita di un sistema portuale di tipo privatistico ma capace di generare grande produttività. E’ un modello che a ben guardare viene dal 2006, con quel Prp che va attuato, all’interno di in un mondo che cambia. Qui oggi c’è un porto-provincia, prima non c’erano i crocieristi, non c’era il Polo universitario, non c’erano le realtà di produzione di mega-yacht. Dobbiamo guardare al futuro sapendo quali sono le nostre necessità. Dobbiamo capire quali sono gli investimenti che servono per essere competitivi non tralasciando la componente ambientale. Dobbiamo essere capaci di andare avanti per un nuovo porto, per un nuovo Golfo dei poeti”.
Alberto Battaglini comanda la Capitaneria di porto della Spezia: “Ci sono tutti i presupposti, cogliendo i momenti e le possibilità economiche. E noi ci saremo con le nostre competenze, dando il nostro contributo”. Giovanni Cassone dirige l’ufficio delle dogane della Spezia: “Da sempre siamo parte integrante del sistema portuale spezzino. Lavoriamo per facilitare la circolazione delle merci che negli ultimi anni ha conosciuto un sistema di facilitazione che ha migliorato il servizio nei modi e nei tempi. Lo sportello unico dello sdoganamento delle merci è l’ultimo approdo, di cui siamo progetto-pilota”.