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"limiti di riferimento ampiamente rispettati"

Emissioni navi crociera, Regione: “In sviluppo progetto monitoraggio”. Ugolini: “Sottovalutazione”

Gli assessori Giampedrone e Gratarola: "Possibilità di sviluppare analisi epidemiologica". Il consigliere M5S: "Il messaggio è: non disturbate il business".

Giacomo Giampedrone, Paolo Ugolini e Angelo Gratarola
Giacomo Giampedrone, Paolo Ugolini e Angelo Gratarola

Concentrazione di ossidi e biossidi di azoto nelle aree limitrofe alle navi da crociera attraccate alla Spezia tra i temi del Consiglio regionale odierno; questo per mezzo di un’interrogazione presentata da Paolo Ugolini per il Movimento cinque stelle in cui l’esponente pentastellato spezzino si rivolgeva a presidente e giunta regionali per sapere se “ritengano di avviare in collaborazione con Asl5, Arpal e Comune della Spezia un’indagine specifica, integrativa a quella presuntivamente avviata, che tenga conto della metodologia utilizzata nei Rapporti Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente” e se “a tutela della salute dei cittadini residenti ritengano predisporre, insieme agli enti competenti, un protocollo operativo che limiti l’accesso delle navi da crociera nel porto spezzino fino alla completa realizzazione e operatività di tecniche di disinquinamento come quella dell’elettrificazione delle banchine”.

In aula hanno risposto gli assessori all’Ambiente, Giacomo Giampedrone, e alla Sanità, Angelo Gratarola, intervenuti poi sul medesimo tema con una nota post seduta. “È in corso l’aggiornamento del piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria per stabilire misure aggiuntive a quelle già pianificate, ma possiamo dire che sulle aree portuali di Genova e La Spezia è già in fase di sviluppo un progetto di monitoraggio a cui Regione Liguria partecipa con la possibilità di sviluppare un’analisi epidemiologica”, puntualizzano i due assessori nella nota. Nella quale si spiega che Regione Liguria partecipa al progetto PNC ambiente e salute nelle città portuali Supporto nello sviluppo delle città per ambienti più sani, inclusivi, più sicuri, resilienti e sostenibili (Salpiam). Il progetto, si legge, ha come obiettivo di stimare l’impatto della presenza di un porto sulla salute delle città e su quella dei cittadini residenti avvalendosi di dati di esposizioni ad alta risoluzione geografica. L’area pilota della Liguria è stata focalizzata sulla città di Genova, ma già all’avvio del progetto nel tavolo di lavoro, coordinato dall’Università di Genova e che vede la partecipazione di Arpal, settore regionale Tutela della Salute negli Ambienti di Vita e di Lavoro, IRCSS San Martino e rappresentanti del Comune di Genova, “è stata valutata positivamente – sottolinea l’assessore Gratarola – la necessità di estendere le azioni anche ad altre realtà portuali liguri, in particolare alla Spezia, dove sono già in corso approfondimenti sul monitoraggio ambientale da parte di Arpal in collaborazione con Comune della Spezia, Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale e Asl5 per definire l’area interessata dai fumi delle navi e il contributo di concentrazioni riconducibili alle navi rispetto ad altre fonti presenti. Al termine di questa fase di monitoraggio ambientale in corso si potrà valutare la possibilità di effettuare un’analisi epidemiologica per conoscere gli impatti sulla salute della popolazione esposta ed applicare eventualmente le misure che emergeranno anche dal progetto Salpiam”.

“L’aggiornamento dell’inventario delle emissioni è competenza regionale prevista dal decreto legislativo 155 del 2010 – spiega l’assessore Giampedrone -, che definisce anche le metodologie di riferimento per la sua compilazione. In Regione Liguria l’inventario delle emissioni è aggiornato al 2016 ed è in fase avanzata di definizione l’aggiornamento al 2021, che sarà rilasciato entro la fine di quest’anno. La metodologia utilizzata nell’aggiornamento 2021 è perfettamente in linea con le indicazioni contenute nel Rapporto 382 del 2023, redatto a cura dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente e che riguarda lo standard per le modalità di calcolo delle emissioni navali con particolare riferimento all’ambito portuale a livello nazionale e locale. I dati dell’inventario, così come quelli dei monitoraggi, sono pubblici e a disposizione di Asl 5”. Conclude Giampedrone: “Sebbene sia noto che la direttiva europea sulla qualità dell’aria sia in fase di revisione, e che sia in discussione la riduzione dei limiti a tutela della salute per allinearli maggiormente a quelli previsti dalle linee guida Organizzazione mondiale della sanità, ad oggi i limiti di riferimento per la protezione della salute sono quelli definiti dal decreto legislativo 155 del 2010, e alla Spezia sono ampiamente rispettati. Oltre a questo, è in corso l’aggiornamento del piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria: in particolare sono in via di definizione gli scenari emissivi al 2025 e 2030, che terranno in considerazione le principali azioni pianificate a livello europeo, nazionale e locale. Attraverso l’applicazione della modellistica agli scenari 2025 e 2030 sarà possibile stimare i livelli di concentrazione degli inquinanti e valutare la necessità di misure aggiuntive rispetto a quelle pianificate a oggi, anche alla luce dell’aggiornamento della direttiva sulla qualità dell’aria che avrà effetti su tutta la Liguria e non solo nell’area del porto della Spezia”.

Manifestate le sue perplessità in sede consiliare, anche Ugolini è intervenuto post seduta con una nota relativa a quanto è stato risposto in aula dalla giunta. Scrive il consigliere di opposizione: “Fatto: le centraline Arpal collocate in Piazza Caduti della Libertà e nelle vicinanze dell’Ospedale Sant’Andrea della Spezia, aree cittadine notoriamente vicine all’attracco delle navi da crociera, hanno rilevato alte concentrazioni di ossidi e biossidi di azoto. Fatto: in presenza delle navi da crociera, i valori raggiungono picchi giornalieri significativi che superano abbondantemente il limite di legge relativamente alla media annuale di 40 microgrammi/Nm3. Fatto: l’inquinamento atmosferico si protrae ormai da anni configurando, come ammesso dalla stessa Asl5, un rischio in atto sotto il profilo della salute pubblica, in particolare per i quartieri antistanti alle aree portuali già interessati dal traffico marittimo commerciale e ora aggravato da quello crocieristico. Fatto: la Regione, nelle sue risposte affidate agli assessori Giampedrone per l’ambiente e Gratarola per la sanità, di fatto si volta dall’altra parte e continua a sdoganare livelli ossidi e biossidi di azoto ampiamente sopra i limiti”. Conclude Ugolini: “Oltre a chiedere di avviare un’indagine che tenga conto della metodologia utilizzata nei rapporti Ispra e Sistema nazionale protezione dell’ambiente, abbiamo chiesto se Regione non ritenga opportuno aprire un protocollo operativo per limitare l’accesso delle navi da crociera nel porto fino alla completa realizzazione e operatività di tecniche di disinquinamento come quella dell’elettrificazione delle banchine. La reazione della giunta? Deprimente. In sostanza, il messaggio è: non disturbate il business delle navi da crociera. Alla Spezia, dunque, assistiamo a un paradosso: si vieta la circolazione delle auto diesel più inquinanti, ma di contro si permette che le navi da crociera emettano una concentrazione di inquinanti che continuano ad essere sottovalutati sebbene siano stati dichiarati cancerogeni dall’OMS”.

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