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Le reazioni alla discussione in consiglio

Enel, ufficiale la rinuncia all’idrogeno. Il futuro dell’area rimane avvolto nell’incertezza

La demolizione delle cisterne della centrale Enel

Addio al progetto per la produzione di idrogeno verde nell’area Enel della Spezia. L’ufficializzazione (per modo di dire) della notizia è arrivata ieri sera sul finire del dibattito sulla mozione presentata sul tema dall’opposizione: l’assessore all’Urbanistica Patrizia Saccone ha preso la parola per annunciare, tra le altre cose, di aver ricevuto un messaggio alle 20.56 da parte dei vertici Enel che definivano “esaurita” la valutazione sul progetto, ritenuto non economicamente sostenibile nonostante i 14 milioni di euro di provenienza Pnrr ottenuti solo pochi mesi fa.
La discussione ha visto l’opposizione criticare la strategia messa in campo dall’amministrazione comunale dal momento dell’insediamento del sindaco Pierluigi Peracchini, accusandolo di aver smantellato i tavoli di confronto tra la città e l’azienda e di aver chiuso in un cassetto lo studio Enea maturato nell’ambito del percorso Futur-E, senza imbastire un vero dialogo e senza produrre progettualità condivise e concrete.
Nel mirino della minoranza c’è finito anche il protocollo d’intesa presentato nel giugno scorso, un documento che non impegnava realmente nessuna delle due parti consentendo di sottrarsi agli impegni in maniera unilaterale.
La maggioranza, dal canto suo, ha risposto con un ordine del giorno, un contro-documento, che valuta positivamente l’operato del Comune degli ultimi anni e spinge il sindaco Pierluigi Peracchini a proseguire nel cammino intrapreso. In aggiunta i consiglieri di centrodestra, così come Saccone, hanno più volte sottolineato che la città farebbe male a insistere per la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno che non sia sostenibile dal punto di vista economico, onde evitare rischi di assistenzialismo.

“Il protocollo siglato tra Comune ed Enel – commenta il giorno seguente il consigliere Roberto Centi – è solo aria fritta, non c’è un piano industriale e un serio piano di sviluppo futuro dell’area. Il sindaco Peracchini e la maggioranza hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza in questa vicenda. La maggioranza, in evidente e forte imbarazzo, ha approvato un Ordine del giorno tanto fumoso e generico quanto ridicolo: la realtà vera è invece il disimpegno di Enel per la produzione di idrogeno verde. Attualmente nel futuro dell’area abbiamo solo qualche pannello fotovoltaico e qualche bobina di accumulazione, progetti marginali che producono scarsissima occupazione. Bisogna invece rilanciare, oltre che sulla bonifica dell’area, per progetti industriali sostenibili che portino occupazione numerosa e di qualità. Facciamo nostro l’invito dei sindacati a convocare quanto prima un tavolo con tutti gli attori coinvolti del territorio, la Regione ed Enel per individuare percorsi seri per il futuro dell’area”.

“Ieri abbiamo appreso della definitiva rinuncia del punto principale sulla quale si basava l’intesa firmata a giugno con il Comune della Spezia e sbandierata come un grande trionfo del centrodestra. Temevamo che quel documento non avesse alcun valore per il destino del sito e per il futuro della città. Abbiamo dovuto prendere amaramente atto della realtà.
Ma quante volte gli spezzini hanno assistito alle prese in giro ed alle menzogne di Peracchini su Enel?”. A domandarlo sono i consiglieri del Partito democratico Marco Raffaelli, Martina Giannetti, Andrea Frau, Andrea Montefiori, Dino Falugiani, Piera Sommovigo e Viviana Cattani.
“Prima l’uccisione di Futur-E, poi Spezialand. Dopo sì al turbogas, ma, a seguito delle proteste delle opposizioni e della città, no al turbogas. E ora? La perdita di progetti importanti e, addirittura, l’assessore Saccone che annuncia di aver stipulato un accordo di segretezza industriale con Enel. Cosa ci sia mai da tenere segreto proprio non lo capiamo. Sono difatti anni che Peracchini non dice una parola in merito a quali siano le idee dell’amministrazione sulla riconversione del sito. Si osservano sulla stampa letture distorte del passato e della storia, ma sul futuro sempre e solo dei “no comment”. Noi – proseguono i consiglieri dem – non smetteremo di chiedere al sindaco l’assunzione di posizioni che rappresentino la dignità di una città che ha dato tanto al Paese e che, per iniziativa delle vecchie giunte di centrosinistra, aveva delineato una prospettiva chiara e trasparente, mediante lo studio Enea. Basterebbe poco per riprendere un percorso di quel genere, chiamando nuovamente a raccolta le energie della città interessate alla partita, e fare, infine, una proposta a Enel. Basta atteggiamenti omissivi, immobili e arrendevoli”.

Giacomo Peserico, capogruppo di “Spezia Civica”, sottolinea con una nota stampa che nel corso della seduta ha replicato affermando che per prima cosa bisogna “evitare che le aree possano cadere in abbandono diventando un nuovo cimitero industriale andandosi ad aggiungere, per esempio, a quello delle ex raffineria Ip nel cuore della nostra città. I 72 ettari occupati dalla centrale dismessa sono e rimarranno di proprietà di Enel. E come abbiamo già visto nel caso della ex raffineria Ip, non è mai facile rilanciare aree occupate per decenni da uno stabilimento industriale.
Abbiamo ascoltato le posizioni delle forze politiche di opposizione apparentemente intransigenti nei confronti di Enel. Imporre vincoli sulla tipologia di investimenti e magari insistere su iniziative non economicamente sostenibili riteniamo non sia la strada da percorrere. In questo modo si potrebbe solo perdere tempo, rischiando di disincentivare Enel a investire sul nostro territorio. Il secondo obiettivo, infatti, consiste nell’individuare investimenti, che possano essere di interesse del proprietario delle aree, Enel, e al tempo stesso possano garantire un ritorno positivo per il territorio in termini di occupazione e di sviluppo nel rispetto dell’ambiente. Questo obiettivo – prosegue Peserico – non può essere raggiunto né cercando di imporre vincoli né insistendo per scelte non remunerative. Non siamo più ai tempi dell’assistenzialismo. Non si può pensare che un’azienda investa in perdita su un territorio e assuma persone, sperando poi che lo stato italiano intervenga a coprire i buchi. Questo schema fa parte di un mondo passato che non esiste più e che non ci potremmo comunque più permettere visto lo stato critico delle finanze pubbliche italiane. Se l’idrogeno verde viene ritenuto non sostenibile economicamente, è opportuno non optare per questa scelta.
Dobbiamo, invece, continuare con un’interlocuzione costruttiva con Enel affinché possano realizzarsi investimenti importanti soprattutto nel campo dell’industria.
Se una città come la nostra vuole dare opportunità di lavoro qualificate ai giovani e non vederli per la maggior parte andare a vivere a Milano o all’estero, deve avere un tessuto industriale forte e non può basarsi solo su terziario e turismo, settori comunque importanti e in crescita. Dobbiamo lavorare tutti per non perdere questa opportunità”.

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