“I 20 anni del reparto di cardiologia riabilitativa sono un successo per tutti: il Partito Democratico si unisce al ringraziamento nei confronti del dott. Filorizzo, del dott. Bertoli e di tutti i professionisti che hanno reso possibile un grande traguardo, con abnegazione personale e spesso facendo fronte a difficoltà organizzative e strutturali importanti. Di queste capacità e di questa dedizione al servizio pubblico è la prova il riconoscimento anche internazionale ottenuto nel tempo. Spiace che a celebrare questo percorso non siano stati chiamati tutti coloro i quali, negli ultimi 20 anni e più, ne hanno creato le condizioni con scelte e investimenti”. Così in una nota congiunta si esprimono Davide Natale, segretario regionale del PD, Iacopo Montefiori, segretario della federazione spezzina, e Marco Baruzzo, segretario dell’unione comunale di Sarzana.
“Questa innegabile eccellenza non serva però a nascondere la situazione critica in cui versa il nosocomio sarzanese e che denunciamo da tempo insieme a movimenti e cittadini: la realtà è quella di un presidio ospedaliero che esce declassato dal nuovo Piano Socio Sanitario Regionale, che non gli riconosce lo status di “ospedale di elezione”. Un presidio depotenziato in termini di struttura e personale, con la chiusura di reparti come la rianimazione, che pure si rivelerebbe di supporto strategico alle attività del pronto soccorso e degli altri blocchi. Il reparto a conduzione infermieristica, “inaugurato” dal presidente Toti nel settembre 2020, non è mai entrato in funzione e non è mai stato aperto ai pazienti. Non una parola sulle nuove assunzioni che occorrerebbero per dare fiato al personale, oggi costretto a un super-lavoro. Non una parola sulle condizioni dei servizi ambulatoriali e territoriali.
La piazzola dedicata all’elisoccorso per il trasporto dei casi urgenti verso i centri specialistici non è abilitata per il volo notturno, nonostante le ripetute sollecitazioni.
Cadono nel vuoto anche le segnalazioni dei cittadini sulla mancanza di un sistema efficiente di accoglienza per familiari e accompagnatori, costretti a misurarsi quotidianamente con un apparato di cartellonistica e segnaletica indegno di un paese civile, improvvisato e poco chiaro.
Molto chiaro, al contrario, è lo stato di abbandono in cui si trova il San Bartolomeo, addirittura con la presenza di discariche e orfano della necessaria manutenzione: non è la “dialettica politica” a far emergere questo problema, ma l’esperienza quotidiana di decine e decine di cittadini. Curarsi a Sarzana oggi è più facile e sicuro di 20 anni fa? Una domanda semplice, a cui Regione e Comune non possono rispondere se non assumendosi davanti ai sarzanesi la responsabilità delle scelte politiche e organizzative messe in campo negli ultimi otto anni”.